mercoledì 30 dicembre 2009

la musica del 2009


Tranquilli. Ci siamo. Ecco le ottine dei Divano sul cortile Awards 2009.
Alla lista, col passar delle ore, si aggiungono via via i link per ascoltare i pezzi. Così i matti e i nullafacenti possono sentire i pezzi che vogliono, e nei commenti possono anche votare. Il regolamento prevede che non esiste regolamento. Si fa quel che si vuole. Si vota, non si vota, se ne sceglie uno, nessuno o ottantacentomila.

miglior canzone da sentire sul divano [premio principale]
[song to be listened on a sofa - main category best music 2009]
Antony and the Johnsons, Epilepsy is dancing
Antony and the Johnsons, Everglade
Arctic Monkeys, Secret Door
Bob Dylan, Beyond Here Lies Nothin'
Eels, That Look You Give That Guy
Dave Matthews Band, Lying in the Hands of God
Pete Doherty, A little death around the eyes
Kings of Convenience, Rule my world

miglior canzone che scopiazza i beatles
[best song that sounds like beatles]
Dodos, Fables
Girls, Lust for Life
Hungry Kids of Hungary, Old Money
Joker's Daughter, Worm's Head
Kasabian, This as Thieves
Parlour Steps, Bleeding Hearts o Little Pieces
Spoon, Mistery Zone
Stone Roses, Bye Bye Badma



miglior canzone per il gioco della spazzola quando avevi 13 anni
[best song for slow-dancing when you were 13]
Diane Birch, Fire escape
Miley Cyrus, The climb
Heartless, The Mountain
Iran, Airport 99
Amy Millan, Bruised Ghosts
Paolo Nutini, No Other Way
Rod Stewart, If you don't know me by now
Wilco, Country Disapperead


miglior spartito
[best score]
Beirut, Concubine
Dirty Projectors, Cannibal
Fun, Be Calm
Jay Brannan, Zombie
Joker's Daughter, The running goblin
Nurses, Technicolor
The bird and the bee, Diamond Dave
XX, Intro


canzone più struggente
[best all-consuming song]
Tori Amos, Lady in Blue
Antony and the Jonhsons, One Dove
Bat for Lashes, Siren Song
Miley Cyrus, The Climb
Andre Ethier, Easiest Game
Fictionist, Invisible Hand
David Gray, Harder
U2, White as Snow



miglior canzone da nipotini di morricone
[best morriconesque song]
Beirut, The Akara
The Builders and the Butrchers, Barcelona
Deert Tck, Easy
Grizzly Bear, I live with You
JJ, My Hopes and my Dreams
Loney Dear, I got lost
Mono, Silent Flight
Elvis Perkins, Shampoo


miglior canzone che non ti fa tenere il piede fermo
[best tap-a-foot song]
Admandevil, Weeds
Anjulie, Boom
Islands, Disarming The Car Bomb
Loney Dear, Airport Surrender
Dent May, 26 Miles
Jack Penate, Tonight
Alice Russell, Turn and Run
Bob Sinclair La la song


miglior canzone da sentire in autostrada possibilmente in macchina
[best song to be listened on the road, better if in a car]
Bear in Heaven, You Do You
Frankel, Anonimity
Gomez, Little Pieces
Loney Dear, Violent
Portugal. The Man, Work all day
Telekinesis, All of a sudden
Whitest Boy, High on Heels
XX, Basic Space


miglior debutto
[best rookie]
Dan Auerbach, When the Night Comes
Diane Birch, Fire Escape
Julian Casablancas, 11th dimension
Ryan Driver, You Are beside me
Fanfarlo, The walls are coming down
Franz Nicolaj
Late of the Pier, Space and the woods
The XX, Intro

migliore duetto

[best duet]
Bpa, Seattle
Rosanne Cash e Bruce Springsteen, Sea of Heartbreak
David Gray e Annie Lennox, Full Steam
Driver, You are beside me
Eminem, Crack...
Lady Gaga e Beyoncè, Telephone
Miley Cyrus e John Travolta, I thought I lost you
M.Ward, Never Had Nobody Like You


miglior interprete maschile
[best male vocalist]
Andrew Bird, Oh no
Antony and the Johnson, Daylight and sun
Dan Auerbach, When Night Comes
Bob Dylan, Beyond Here Lies Nothing
Bon Iver, Woods
Paolo Nutini, Candy
Rod Stewart, If you don't know me by now
Richard Swift, Lady Luck


miglior interprete femminile
[best female vocalist]
Diane Birch, Fire Escape
Neko Case, This tornado loves you
Alela Diane, To be still
Laura Gibson, Spirited
Demi Lovato, Everytime you lie
Anya Marina, All the same to me
Madeleine Peyroux, Instead
Regina Spektor, Laughing with


migliore pezzo resto del mondo, inteso come non inglese né italiano
[best not anglophone and not italian song]
De Pedro, Don't leave me now
Marianne Dissard, Merci de rien
Nelly Furtado, Manos al aire
Diana Krall, Este Seu Olhar
Helado Negro, Deja
Iggy Pop, Les Feuilles Mortes
Juana Molina, Rudo Y Cursi
Tokamaru, Rum Hee


miglior pezzo italiano, inteso come italiano
[best italian song]
Samuele Bersani, Lato proibito
Carmen Consoli, Col nome giusto
Dente, Vieni a vivere
Gina, Questa strada
Malyka, Come foglie
Neffa, Lontano dal tuo sole
Negrita, Gioia infinita
Tricarico, Il posto delle fragole


miglior piano, inteso come pianoforte e non come progetto
[best piano]
Barbra Streisand, Gentle Rain
Bat for lashes, Moon and Moon
Jay Brannan, The Freshman
Michael Buble, Hold On
Chick Corea, How insensitive
Ludovico Einaudi, Bye Bye Mon Amour
Scarlett Johansson, Last Goodbye
White Tre, Other Nature


miglior violoncello e famiglia
[best strings in a song]
Tori Amos, Maybe California
Alela Diane, White as diamonds
Antony and the Johnsons, Everglade
Avett Brothers, I and love and you
Elvis Costello, She handed me a mirror
Dinosaur Jr., I don't wanna go there
Kings of convenience, Boat Behind
Mono, Silent flight, sleeping Dawn


migliore chitarra
[best guitar song]
Arctic Monkeys, Crying Lightning
Dinosaur Jr., I don't wanna go there
Entrance, Lookout
John Frusciante, Central
Kings of Convenience, Freedom and its Owner
Pearl Jam, Amongst the Waves
Portugal. The Man, Mornings
U2, Magnificent

Le nomination del 2008 sono qui

martedì 29 dicembre 2009

Cuoco, che bella parola


Il venerdì andate al ristorante, scegliete il menù, date i voti ai piatti e decidete voi il prezzo. E' l'idea anticrisi che è venuta a un ristoratore di Mesola, a Ferrara. Ora non fate gli spiritosi solo perché il ristorante si chiama Il bischero.

Dove eravamo rimasti

A proposito del sindaco milanese Moratti, della strada da dedicare a Craxi e di questa lista di proposte alternative che vanno organizzando su friendfeed, mi sono ricordato che a marzo scorso il consiglio comunale di Napoli votò all'unanimità a favore di una via per Enzo Tortora. Nove mesi fa. Scommettiamo che via Enzo Tortora a Napoli non c'è ancora?

Il cinema de "voantri"


E' noto al cortile che la tesi dell'Italia de' noantri non mi convince. Poi un giorno una controtesi sarà esposta anche in maniera un po' più seria. Ma per ora prendiamo Natale a Beverly Hills.
Quando Aldo Cazzullo sostiene che gli italiani sono ormai un po' tutti meridionali, non tiene conto per esempio che si dice cinepanettone e non cine-struffoli.


(nella foto gli struffoli di zia Maria)
Vecchie cose dette sull'Italia de' noantri
Cazzullo, mi arrendo

lunedì 28 dicembre 2009

Il subbuteo e Mario Balotelli

Nel 2000 era morto. Finito. L'azienda statunitense Hasbro, che aveva comprato la Subbuteo Sports Games Ltd, dava per spacciato il gioco del calcio da tavolo in punta di dito, considerandolo evidentemente schiacciato dai videogames, e così ne aveva interrotto la produzione. Tre anni di vuoto, poi il gioco è rinato grazie a una ditta genovese, la Zëugo (in dialetto significa gioco), che lo ripropone pari pari senza il marchio Subbuteo, comparso a sua volta in edicola su iniziativa della Fabbri, con la vendita di vecchie squadre allegate a Panorama. Fine dell'introduzione.
Cosa c'è di diverso fra ieri e oggi. Le squadre di Subbuteo in versione Zëugo sono multirazziali, proprio come le squadre di calcio attuali. Apri lo scatolo? Dentro ne trovi una con la maglia blu, ma così blu che in teoria potresti adattarla con un po' di fantasia e con poche pretese a essere la Francia, la Scozia, il Brescia, il Novara, ma che da catalogo è l'Everton.

E fra le 12 miniature ce ne sono due dalla pelle di colore scuro: effettivamente - diciamo - nell'Everton potrebbero essere Saha e Distin.


Compri la Roma?

Nella confezione trovi due giocatori dalla pelle nera: effettivamente - diciamo - sarebbero Baptista e Juan. Nello scatolo iniziale esce pure una squadra con la maglia rossa, ma così rossa che potresti adattarla con un po' di fantasia e poche pretese a essere il Liverpool, il Benfica, il Perugia, ma che da catalogo è a tutti gli effetti la Svizzera. Ebbene, pure nella Svizzera ci sono due miniature dalla pelle di colore scuro.




Pure nella Svizzera.



Nell'Italia no. Non ci credete? Comprate l'Italia. Lo scudettino tricolore c'è.

L'azzurro è quell'azzurrino della nazionale anni '30, Combi Rosetta Monti, e dentro quell'azzurrino sono tutti bianchi. Tutti tristemente e desolatamente bianchi. Per l'Italia non vale quello che la ditta genovese Zeugo ha fatto valere per l'Everton, per la Roma, per la Svizzera.

Balotelli, nell'Italia del Subbuteo, non c'è. Balotelli, nell'Italia del Subbuteo, non può giocare. Allora ho controllato bene bene la pelle di tutti i giocatorini dell'Italia. Ci ho passato il dito sopra. Pelle bianca. Bianca e liscia. Molto liscia. E allora ho capito che non c'è nemmeno Cassano.

giovedì 24 dicembre 2009

Il dicembre di Gian Burrasca

Io preferisco a tutti gli altri mesi dell'anno quello di dicembre, perché c'è il Natale e Caterina fa sempre due bei budini, uno di riso e uno di semolino perché alla mamma piace quello di semolino e quello di riso non lo può soffrire, e il babbo va matto per quello di riso mentre quello di semolino l'ha a noia come il fumo agli occhi; io, invece, li preferisco tutti e due, e siccome anche il dottore dice che tra i dolci i budini sono i più igienici, ne mangio quanto mi pare e nessuno mi dice nulla.
[da il giornalino di gian burrasca]

martedì 22 dicembre 2009

Quando leggiamo le classifiche sulla qualità della vita

Mia cugina vive a Ravenna, al 12esimo posto nella classifica delle città in cui si vive meglio in Italia. Ha organizzato la festa di compleanno per la sua bambina, ma hanno dovuto annullarla perché dal locale li hanno avvertiti che a causa del maltempo il buffet non gli era arrivato. La bambina di mia cugina è scoppiata a piangere. Allora mia cugina ha chiamato tutte le amichette della sua bambina di 5 anni, e le ha invitate nella sua casa, la casa che possono permettersi con il loro stipendio di operai che hanno lasciato il sud per "andar su". 
"Dai, venite, la festa della Laura la facciamo in casa".
Sì, mia cugina adesso dice la Laura.
Ma alla festa sono andate solo in due, perché faceva freddo e c'era la neve in strada.

sabato 19 dicembre 2009

Lo scopriremo solo vivendo


Era previsto che incassasse di più. Molto di più. Invece 3 milioni di dollari con le proiezioni di mezzanotte e 27 milioni di dollari dopo il primo giorno. Avatar, il film di James Cameron che per Spielberg è destinato a cambiare la storia della fantascienza, sta slittando. Dicono che sia colpa della neve, che sta tenendo gli americani lontano dai cinema.
Però è piaciuto alla maggior parte dei critici, con qualche eccezione.
Tre le eccezioni bisogna inserire il cantautore John Mayer, che sulla sua pagina Twitter lascia intendere di non essersi entusiasmato.

Colpa vostra e delle vostre pretese


Per i ritardi di questi giorni sull'alta velocità al nord, l'ad delle Ferrovie dello stato Mauro Moretti dice di non sentirsi in colpa. Alla Stampa descrive come imprevisti le proteste dei pendolari torinesi, definendo tutto ciò una storia esilarante. Questa storia, seppure fosse esilarante, è tutt'altro che un imprevisto. Perché le stesse proteste, per gli stessi motivi, si ripetono da tempo sulla tratta Roma-Napoli e Napoli-Roma. Dunque le Ferrovie sapevano che il problema si sarebbe presentato, o che almeno poteva presentarsi. Aggiunge Moretti: io non sono obbligato né a fare questi treni né a prevedere la possibilità di fare gli abbonamenti. I miei conti devono quadrare.
A Repubblica lo dice, se possibile, in maniera persino più sprezzante.
Se fallisce questa azienda, alla fine si va tutti a piedi.

venerdì 18 dicembre 2009

Operazione off-side

La più potente docu-fiction mai passata sulle tv italiane l'ha prodotta La7 su Calciopoli e su quella che fu chiamata Operazione Off-Side.
Si può rivedere qui

E noi dormivamo

John Frusciante non solo conferma di aver ri-lasciato il gruppo.
Dice pure che è successo da un anno.

LIBRI
Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo (Baldini Castoldi)
Jeff Apter, Fornication (Arcana)
FILM
Jack Frusciante è uscito dal gruppo (regia Enza Negroni)
Reality & Stuff (regia Peter Paul Basler)
MUSICA
John Frusciante, The Empyrean
Red Hot Chili Peppers, Californication

giovedì 17 dicembre 2009

Né Massimiliano né Ugo né Ciro


Era il 1981, e nell'ultima scena di Ricomincio da tre Gaetano-Massimo Troisi aveva una discussione con Marta-Fiorenza Marchegiani, incinta, sul nome da dare al bambino.
Celebre scena. Massimiliano cresce scostumato perché il suo nome è troppo lungo, Ugo viene represso perché il suo nome è troppo breve. Sembrò che Ciro potesse essere il giusto compromesso fra un bambino che è già scappato mentre tu genitore lo stai ancora rimproverando (Mas-si-mi-lia-noooo) e un altro (Ugo/) che neppure riesce a muoversi, fulminato com'è dal richiamo.

Ti odio e poi ti amo poi ti odio e poi ti amo


Farefuturo web magazine, l'organo d'informazione online della fondazione di cui è segretario Fini, si fa due conti sulle campagne d'odio e vola col pensiero a Feltri e Il Giornale.
Un giornale che, tra l’altro, si è auto-investito di questa rappresentatività. Un giornale il cui direttore, un po’ come San Pietro, si ritiene il custode delle chiavi del Regno (tu entri e tu esci dal Pdl…), e il depositario della Dottrina. Un giornale che, con questa impostazione, non può non invitare allo scontro, con toni da Crociata o da Inquisizione. Un giornale che difende la Lega un giorno sì e l’altro pure, che intervista un’esagitata come Daniela Santanché almeno una volta al mese, quasi che con il suo movimento dello zero virgola possa essere considerata rappresentativa della linea di un grande partito. Un giornale che si diletta nella caccia all’untore, nella delazione del presunto traditore, nella scomunica e – quando serve – nel rogo mediatico degli eretici, o degli “scomodi”. Un giornale che troppo spesso, dal caso Boffo al caso Mussolini, si nutre di insinuazioni e di personalizzazioni.
Un meccanismo che rischia di andare fuori controllo. Una scheggia impazzita. Pagine piene di livore, in questo momento, sono inutili e dannose, per il paese.

Senza una donna come siamo lontani


Ora che la Corte costituzionale ha dato il via libera alla nuova legge elettorale della Regione Campania, mentre i promotori esprimono soddisfazione e la corsa al posto è cominciata, bisognerebbe ragionare sul perché questa non è realmente una legge dalla parte delle donne.
La legge prevede che ciascun elettore possa esprimere due preferenze sulla scheda per il consiglio regionale, a patto che si tratti di due preferenze di genere diverso. Un uomo e una donna. O una donna e un uomo. Altrimenti la seconda preferenza sarà cancellata.
Perché la legge penalizza le donne, lo capisce finanche un uomo.

lunedì 14 dicembre 2009

I blog degli altri


Stamattina volevo scrivere che più deludenti di quelli che sghignazzano vedendo la faccia di un vecchio coperta di sangue e tagli, sono quelli a cui pare il caso di dire che “però” e che “comunque”, e che anche oggi hanno centrale nella loro valutazione delle cose l’analisi di quel che dicono Emilio Fede o Bonaiuti. Avevo pensato che ci sono giorni in cui bisognerebbe imporsi di non scrivere “però”: di fermarsi subito prima, per un giorno.

Poi ho pensato che avrei dovuto spiegare come questo auspicio conviva con la mia riprovazione per i “senza se e senza ma”, che avrei dovuto spiegare che non basta che le cose siano vere per renderle degne o no di essere dette, e che alla fine avrei a mia volta detto cose fuorvianti, e ho lasciato perdere. Vedo che Mario Calabresi è andato invece dietro allo stesso pensiero.
(Luca Sofri)

venerdì 11 dicembre 2009

Invictus or not invictus


Per Usa Today, il film Invictus è un'altra vittoria di Clint.
Per Slate, se l'avesse diretto chiunque altro, staremmo qui a dire che è una palla.





Vecchie cose dette su Clint
Ci bastan poche briciole
Sbariare

I pendolari e il treno dei desideri


Ci risiamo. "Con l'alta velocità Roma e Napoli diventano un'unica area metropolitana. Si puo' quindi ragionare di una complementarità tra le due città e quindi sviluppare le vocazioni specifiche in ricerca, sviluppo e ruolo internazionale".
Stavolta non ne parla Moretti, ma Alemanno, a un convegno sul tema, e pazienza se Rosa Iervolino non c'era. A parte il fatto che queste parole danno l'idea di essere ormai formule un po' vuote e vaghe, pensate più per creanza verso chi ti invita al convegno che per indicare un'effettiva strategia, un progetto, un'idea; ma pur prendendole per buone, come si fa a immaginare che Roma e Napoli siano diventate un'unica area metropolitana, se il primo treno disponibile lo hanno cancellato?

mercoledì 9 dicembre 2009

La fidelizzazione del quarter back

Pare che l'Università del Tennessee mandi persone sue in giro sui campi di football americano, tra i ragazzi dei college, a caccia di giocatori giovani, forti e di talento, proponendogli l'iscrizione ai propri corsi e un posto in squadra, e provando a convincerli con un argomento forte. Venite da noi, che ci si diverte.
I dirigenti del campionato Ncaa hanno aperto un'inchiesta. Si sono insospettiti quando hanno scoperto che le persone mandate in giro sono delle hostess, e che le hostess sono molto carine.

sabato 5 dicembre 2009

Napoli, zona di guerra

Il New Yorker mette in fila i 10 film migliori del 2009, inserendo nella lista Gomorra di Garrone e definendo Napoli una nazione nella nazione.
One, from Italy, or, rather, from the nation unto itself that is Naples: Matteo Garrone’s “Gomorra” was a report from a war zone, yet the crimes and the cowerings of ordinary folk were laid forth without exaggeration and with an artful care that verged, amazingly, on elegance.

mercoledì 2 dicembre 2009

Come mi batte forte il tuo cuore

La nostalgia dell'abbraccio resta una ferita aperta. A volte in passato la mancanza si faceva sentire così forte da spingermi verso il pensiero-limite che avrei potuto ritrovarlo solo fuori dalla vita. Sulle scogliere slabbrate attorno al vuoto questo è il punto più insidioso, dove facilmente scivola il piede. Sono luoghi stranianti, dove non è piacevole posare lo sguardo. Qui si ode più nitido il canto della sirena e la morte si veste delle sembianze familiari e rassicuranti di un porto finalmente ritrovato, dove cessano la sofferenza e il freddo. Una tentazione, innominabile, di annullamento. Ma è solo un inganno pericoloso. Quella voce di sirena non aveva nulla della voce di mio padre.
[Benedetta Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore]

martedì 1 dicembre 2009

E le ronde dell'italiano?

I Verdi di Napoli con il loro infaticabile commissario Borrelli se ne sono inventata un'altra. Dopo le ronde contro i cani abbandonati in strada, le ronde anti pedofili, le ronde contro il teppismo a Carnevale e le ronde marine, sono arrivate a Napoli le ronde della movida. I City Angels. Cosa sono i City Angels?
Lo spiega proprio il commissario Borrelli:
"Con delle tecamere ieri notte abbiamo ripreso e documentato quello che è successo nei quartieri di Chiaia e San Ferdinando (oltre 300 infrazioni in tre ore nella notte tra sabato e domenica). E' stato tutto registrato con telecamere ed ovviamente il dvd con le riprese sarà consegnato al Comandante dei Vigili Urbani. Abbiamo ripreso le targhe di tutti i cittadini che nei pressi dei locali notturni avevano parcheggiato in spazi non consentiti o in doppia fila".
E' stato un successo, dice. Di qui la conclusione:
I Verdi ritorneranno l'esperimento anche nelle prossime settimane.



(nella foto le ronde di Borrelli mentre ritornano l'esperimento)

Vecchie cose dette su Borrelli
Come porti i capelli, bella ronda
Manco fosse l'assessore di Belluno

domenica 29 novembre 2009

E non mi danno neppure i guanti nuovi


"A Verdini e Berlusconi per candidarmi avevo chiesto tre cose: una squadra forte per vincere le elezioni e non l´ho avuta; l´autonomia politica rispetto al Pdl e di fatto non ce l´ho, avendo dovuto accettare dopo le elezioni di fare un gruppo unico Pdl-Lista Galli in consiglio comunale; la possibilità, se non fossi stato eletto, di riavere la mia indipendenza economica tornando a fare il lavoro di commentatore a Mediaset, e nemmeno in questo sono stato accontentato".

[Giovanni Galli, candidato sindaco a Firenze]

Vecchie cose dette su Giovanni Galli
E io mangio la bistecca e tu no
E comunque non le paravi mai

Per un po' meglio il rasoio elettrico

venerdì 27 novembre 2009

Xenosfera

Qualcuno ricorderà il giochetto di un anno fa del blog del vicino. Ora scopro attraverso Idefix che schiacciando il tasto in alto blog successivo, a noi italiani capitano solo blog italiani.

giovedì 26 novembre 2009

Roth, Baricco e la Fellatianschauung


Una si chiama Olivia, l'altra si chiama Andre. Con l'accento sulla A, "un nome che esiste solo per lei". La prima viene da un facoltoso sobborgo di Cleveland, è al secondo anno d'università, ce la raccontano pallida e snella, con capelli castani scuri "e con un modo di fare che m'intimidiva per come mi pareva distaccato e risoluto". Della seconda sappiamo che spunta da un mondo in cui suonano le corde della racchette da tennis quando colpiscono la palla, un mondo di case al mare o in montagna, fatto di lenzuola nere e volti abbronzati, di servitù, e poi sappiamo che è molto bella. Sappiamo che ha qualcosa di maschile. Porta i capelli lunghi, "con il furore di un indiano d'America" e "tutta la sua meraviglia è nel volto - il colore degli occhi, lo spigolo degli zigomi, la bocca".

mercoledì 25 novembre 2009

Non sanno quello che fanno


Non era un attacco a Tremonti. Ora Brunetta ce lo chiarisce. Quando gli dice, Tu non sei un economista, insomma non voleva fare polemica, ma soltanto ricordare che il ministro che si occupa di economia è un professore di scienza delle finanze e di diritto finanziario, e dunque un giurista; mentre lui, lui Brunetta che si occupa di pubblica amministrazione è un docente di politica finanziaria, e dunque un economista.
Brunetta voleva soltanto dire che se aggiungiamo questi due casi a un avvocato che si occupa di scuola, a una modella che si occupa di turismo, una soubrette che si occupa di pari oppurtunità, un laureato in giurisprudenza che si occupa di sanità, si fa fatica a trovare un ministro che stia al posto giusto. Questo voleva dire. Non era polemica.

lunedì 23 novembre 2009

L'insostenibile leggerezza di Trenitalia


Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, un giorno spalancò il cuore ai napoletani. "Il nostro obiettivo finale, quando l'Alta velocità andrà a regime, consiste nell'offrire un servizio che dia l'opportunità di andare a teatro a Roma e tornarsene a dormire a casa". Uau, pensarono i napoletani, che si appuntarono su un foglietto la promessa e la data della messa a regime, 13 dicembre 2009.

venerdì 20 novembre 2009

Dal fustino del Dash a Fazi Editore

In principio fu il fustino di detersivo. Signora io gliene offro due e lei mi dà il suo. Era un viaggio nel futuro, una ingenua sbirciata su quel che ci attendeva. Solo che sui fustini proposti nello scambio, veniva calata una patina anonima e bianca. Non si sapeva quali fossero. La signora della pubblicità alla fine si teneva il suo. Perché più bianco non si può.

mercoledì 11 novembre 2009

"Te lo stampi e te lo leggi in treno"

Sono terribilmente attratto dall'appena uscito Kindle e da certe sue possibili applicazioni, così come via via a ritroso sono stato terribilmente attratto da una lunga serie di oggetti che nei miei ricordi risalgono fino al Commodore 64, la tv a colori, il walk-man, il giochino delle due stecchette che tiravano la pallina da una parte all'altra dello schermo e Big Jim versione karate. Però ogni volta che proverò a spacciare come definitiva la supremazia del reading online, vi prego di ricordarmi queste 41 parole che compaiono sul Guardian in cima al pezzo su un vecchio match fra Ali e Inoki.

Warning: this piece is 4,000 words long. If you don't think you can get away with pretending to work while you read for that long, you might want to print it out and read it on the train home later
(in realtà secondo me le cose lunghissime si leggono meglio su schermo che su carta)

martedì 10 novembre 2009

Per nove ragazzi il muro cadde un anno dopo


Il muro non cadde per tutti, il 9 novembre dell'89.
Nove ragazzi tedeschi rimasero nel mondo in cui si trovavano per un anno ancora. Tutti insieme.
Thomas Bansch aveva 26 anni, oggi lavora nell'amministrazione penitenziaria della Germania. Hans Sennewald, 28 all'epoca, fa il commercialista. Thomas Woddow, ora che è quarantenne, si dedica come docente specializzato ai portatori d'handicap. Roland Schroeder vive ancora a Dresda, Andre Hache e Frank Pawlowski sono a Berlino. Michael Peters, che aveva 21 anni nel 1989, è titolare di un negozio di prodotti per surf e vela a Rostock. Lutz Thiede, 43, ingegnere del genio civile, da vent'anni non ha più contatti con gli altri 8 del gruppo d'allora. E poi c'è Peter Thiede, che nel giorno in cui cadde il muro salì sulla sua Trabant con la fidanzata Ines e l'amico Steffen per raggiungere la frontiera a Lubecca. "I doganieri ci diedero 100 marchi come regalo di benvenuto". Non erano lì per scappare all'ovest. "Facemmo un giro e tornammo a Rostock".

sabato 7 novembre 2009

Scusate, e Clint Eastwood dov'è?


A proposito delle liste di Eco, oggi il Times pubblica quella dei 100 film più belli degli anni Zero. L'ultima decade. Strampalata lista. Bello che ci sia uno 007 tra i primi 10, ma allora t'aspetti pure la giusta celebrazione dei gioielli d'animazione. Invece no. Ne scelgono pochi e li mettono in seconda fila, negli angolini di un elenco dove viceversa trovano il modo di inserire (sebbene al 100) il Diavolo veste Prada.
Gli italiani sono tre, tutti dopo il 50: La stanza del figlio, Le conseguenze dell'amore e Gomorra.
Ma certi buchi sono clamorosi.
In compenso stasera m'è venuta voglia di mettere a casa il dvd del film al numero 95.

> 90°: Brüno

Dopo il grande successo ottenuto al debutto con la recensione di Baarìa, torna Buildo, che apre una rubrica su questo blog. Ed essendo un angolo tutto suo, la rubrica si chiama Maggiore di 90 gradi.



Mi sforzo di capire qual è l’obiettivo di Sacha Baron Cohen. Non nella vita, non mi frega. Nel suo ultimo film: Brüno. Il primo – Borat – l’avevo visto e non visto. Solo tre quarti d’ora sbirciati su Sky Cinema, a film iniziato. E torno all’obiettivo di Sacha. Far ridere, e va bene. Poi? Disturbare? Ci riesce, con continuità ammirevole. Scandalizzare? Ci riesce meno, ma qui va perdonato: scandalizzare non è semplice. In fondo puoi scandalizzare con pochissimo alcuni, può non bastare praticamente nulla per altri. E poi che altro vuole? Spostare i confini del buon (o cattivo, come vi pare) gusto? Se Brüno saprà diventare un cult, può anche far suo qualche piatto del poker. Viceversa, lo scopo è ambizioso da morire.

venerdì 6 novembre 2009

Lucio Dalla, i rifiuti, i neoborbonici e Bassolino


L'ultimo disco di Lucio Dalla non è indimenticabile. Anzi è proprio brutto. Se si capisce come sia possibile che una vena si spenga, non è chiaro come accada che uno come lui stoni. Perché stona proprio: il disco si sente tutto qui. Il pezzo migliore sembra Broadway, che Dalla chiude con una frase in napoletano, Stateve ccà. E sempre a Napoli è dedicato il duetto con Toni Servillo, Fiuto, pezzo che gira intorno alla vicenda rifiuti. Ora. Lasciando perdere il delirio del movimento neoborbonico che invita a boicottare i concerti del bolognese che maggiormente ama Napoli, una cosa non è chiara: ma il Maramao della canzone è Bassolino?

top ten, ottobre







1. Kings of Convenience, Declaration of Dependence
2. Carmen Consoli, Elettra
3. Amy Millan, Masters of Burial
4. Rosanne Cash, The List
5. Memory Tapes, Seek Magic
6. Samuele Bersani, Manifesto abusivo
7. The Parlour Steps, Hidden Names
8. Russian Circles, Geneva
9. Editors, In this light and on this evening
10. Florence + The Machine, Lungs

E qui sotto la solita ottina di pezzi passati più spesso nell'emmepitre (tra cui Bear In Heaven e Bublé)

le twitter-lists del new york times


Il New York Times online ha dedicato un'intera sezione all'ultimo web-ingrippo, le liste di Twitter, che in sostanza - per come le vedo io - sono più o meno dei tubi dentro i quali ogni utente fa scorrere un flusso di twitter scelto in base al criterio che più gli piace.
Come dice Ezekiel possono essere usate come dei canali tematici. Infatti lui ne sta preparando una - attesissima - mettendo insieme, dentro lo stesso tubo-canale, i twitter degli utenti che danno notizie in tempo reale dall'Iran.
Il New York Times ne ha preparate a sua volta un bel po' su tutta una serie di argomenti.
E allora qui bisognerà attrezzarsi. Senza troppe pretese, eh. Per ora sono prove. State senza pensiero.

autobiografie: meandy

Le autobiografie più belle del web

In un aforisma di Chamfort, una madre offre al figlio della marmellata e il bambino dice "dammene troppa". No, non è il preludio di un' obesità infantile, in realtà è uno stile di vita. Bolognese quasi doc, eccelle nell'arte di fare le cose alla carlona.
[Meandy, Abaluus]

Non mi interessa vivere nel cuore degli italiani, preferisco vivere nel mio appartamento.
[la bio nel suo twitter]

giovedì 5 novembre 2009

Il calcio ai tempi del barone


Arrivò in Italia dicendo a suo padre che si sarebbe fermato un anno massimo due, invece è sepolto qui. Oggi sono due anni che Nils Liedholm manca al calcio. Fu il primo a comparire sulla copertina dell'album delle figurine dei giocatori. Aveva sposato una contessa e lo chiamavano Barone. Diceva cose che lasciavano a bocca aperta, figurarsi noi bambini. Una specie di Zeman prima di Zeman, e una specie di Boskov prima di Boskov. Ma più elegante. Fu lui a farmi innamorare di Antognoni senza neppure averlo visto giocare. Erano gli anni in cui allenava la Fiorentina. Al Guerin sportivo raccontò in un'intervista che aveva un giovane in grado di palleggiare in allenamento, attraversando tutto il campo da una porta all'altra, senza mai abbassare lo sguardo sulla palla. Liedholm lo chiamava il ragazzo che gioca guardando le stelle. Come oggi fa Montolivo.

Spostare lo sguardo

Tra le tante cose lette in giro sulla presenza del crocifisso in aula, quella in cui maggiormente mi specchio è stata scritta poco fa da Akille, che cerca di sforzarsi per ricordare se a suo tempo, nella sua scuola, il crocefisso ci fosse o no.
di certo non c'era la palestra

mercoledì 4 novembre 2009

ninì, lily e francesco

Un Lost al Sole. Riassunto delle puntate precedenti
I primi quattro episodi della seconda stagione >>>
Tutta la prima stagione >>>

Il quinto episodio della seconda stagione
Ninì o Lily, Lily o Ninì. Se è vero che Ott aveva affidato il suo libro da tradurre alla signora Cangiano, adesso l'incontro con madame Tirabusceaux rimetteva tutto in gioco. Alla fine Ott prese una decisione. Tornò nel laboratorio e si fece restituire il volume. Lily non c'era, il suo assistente Rocky Roberts mormorò sono tremendo e ordinò alla ragazza delle pulizie di arrampicarsi sugli scaffali. Rocky la chiamò: Adrianaaa, Adrianaaa. Ma Adriana aveva mal di schiena. Se salgo lassù, mi spiezzo in due. Ott allora fece da solo. Prese il volume e se ne andò. Voleva solo correre da Ninì. Giunse alla porta di casa sua, bussò, e aprì un uomo. Ott ne fu spiazzato. Lei è? Sono il marito della signora Tirabusceaux. Il turzo. Quello che si faceva cosere il vestito. Ma a sentir lui, la vera storia era un'altra. L'uomo cominciò a raccontare. Un lungo sfogo che fissava l'inizio della sua disgrazia nel giorno del loro incontro. La guardai e mi innamorai. Lei mi guardò e mi disse: piaci anche a me. Una menzogna. Se lei mi amasse davvero, non mi esporrebbe a certe figuracce. Non mi taglierebbe i bordi del cappello, non mi infilerebbe del pane secco nella tasca della giacca, non mi straccerebbe il collo della camicia. E' una infame. Abusa della mia mitezza. Se vedesse e se sapesse cosa c'è dentro il mio cuore, si chiederebbe cosa sta facendo. Ma sul cuore lei ha uno strato di peli. Se mi amasse davvero, non mi farebbe prendere in giro dalla gente, non mi tirerebbe i peli dalle orecchie, non mi infilerrebbe la neve nella giacca e non mi scioglierebbe la lacca in testa.
Giunse alla fine con gli occhi lucidi. Un'infame, lo ripeto. E poi? E poi l'altro giorno, che vergogna, torno a casa e la trovo spettinata, abbracciata con un altro uomo. Si giustificò tentando di farmi credere che lui fosse lì per una terapia di coppia. Se mi volesse davvero bene, non mi metterebbe la colla nel pantalone né mi scriverebbe con del gesso dietro al cappotto che sono fesso.

Si ricompose, si scusò e disse a Ott, Non mi sono neppure presentato, mi perdoni, piacere, mi chiamo Francesco Formaggio, per gli amici Ciccio.

Elettra e Carmen


Qui s'era detto che Samuele Bersani aveva tirato fuori il disco italiano più bello del 2009. Cancelliamo tutto. Reset. Era vero, adesso non più. Perché è arrivata Carmen Consoli. E' arrivato Elettra. Se questo disco giungesse dall'America, dall'Inghilterra o dal Canada, tutt'intorno ci sarebbe probabilmente un ruggito di consensi.

martedì 3 novembre 2009

Sindrome Timi

Filippo Timi ha dato un'intervista molto bella all'Espresso, dove peraltro su rivalità e competizione dice:
Non capisco quelli che pensano: se va bene a te, può andare male a me. Non mi metto in conflitto, però spingo in su. Sulla scena più il tuo partner è bravo, più tu sei bravo. Sprecare energia per dimostrare che sei il più bravo è una sciocchezza: se cade lui, cadi anche tu.

update L'intervista è ora online qui

lunedì 2 novembre 2009

Angelo, del rione Monti


Per una clamorosa coincidenza tra il post di Numero22 e certi commossi manifesti commemorativi visti nel rione Monti a Roma in memoria di un uomo che si chiamava come me, che dormiva nella zona in cui dormo io, morto nel giorno del mio compleanno, mi sono messo a saperne di più.
La straordinaria storia di Angelo Pagotto, il barbone del rione Monti, è raccontata sul blog di Luigi Accattoli:

domenica 1 novembre 2009

L'ultimo sogno

Se dovessi inventarmi il sogno
del mio amore per te
penserei a un saluto
di baci focosi
alla veduta di un orizzonte spaccato
e a un cane
che si lecca le ferite
sotto il tavolo.
Non vedo niente però
nel nostro amore
che sia l'assoluto di un abbraccio gioioso
[alda merini, sogno d'amore]

Una complessa questione teologica


- Papà
- Sì?
- I dinosauri si sono estinti, vero?
- Sì
- Come mai?
- Pare che un asteroide abbia colpito la Terra
- E li ha centrati tutti?
- No. Non per questo. Sono morti perché si modificò il clima del pianeta.
- E' successo prima che nascessi io?
- Be', certo, tu hai 5 anni. E' successo 65 milioni di anni fa.
- Cioè. Gesù non era ancora nato?
- No. Non era ancora nato.
- E Dio? Dio era nato?

venerdì 30 ottobre 2009

Che giorno è, che anno è

Escono cd di Mina, Michael Jackson, Kraftwerk e Rod Stewart.

giovedì 29 ottobre 2009

Battiato, inneres auge

Davide Riondino, che da un bel po' non si fa vedere, un tempo aveva un numero straordinario tra i suoi monologhi. Con delle forbici ritagliava a striscioline decine e decine di frasi tratte dalle pagine di un libro di terza elementare, quello che un tempo si chiamava sussidiario, le chiudeva in un sacchetto, le frullava, ne tirava fuori quattro o cinque, le metteva in fila e sul testo così uscito inventava una canzone in stile simil Battiato. Credibile. Prima ancora di Bollani.

And he really did it


Michael Beasley è un ragazzone di vent'anni che l'anno scorso fu chiamato a giocare tra i professionisti del basket americano dalla squadra di Miami, gli Heat. Non uno fra i tanti, ma il secondo - il secondo - tra i migliori universitari. Poi Michael s'è infilato in un tunnel. L'estate scorsa è finito in rehab a Houston quando sulla sua pagina Twitter ha cominciato a scrivere messaggi che hanno allarmato gli amici, e la pagina alla fine gliel'hanno pure chiusa, perché sullo sfondo di una foto postata per mostrare i suoi nuovi tatuaggi, si intravedeva della droga.
Beasley ha accettato il trattamento, condizione che consente di evitare sanzioni nella Nba, e a settembre è tornato ad allenarsi coi compagni. Qualche giorno fa, altre 7 foto di Michael sono state caricate su TMZ.com, e tra quelle ce n'era una in cui si vedevano diverse bottiglie di birra sul tavolino di una barca. Beasley ha giurato che lui non beve, e il capitano della nave gli ha fatto da garante: non ha toccato né consumato alcol durante la gita. Anche la squadra stavolta gli ha creduto, così il giovane Michael ha evitato nuovi guai.
All behind me. I'll do whatever I have to do.

mercoledì 28 ottobre 2009

Ott, chiamami Ninì

Un Lost al Sole. Riassunto delle puntate precedenti
I primi tre episodi della seconda stagione >>>
Tutta la prima stagione >>>

Il quarto episodio della seconda stagione
Ott camminava per via Toledo e ripensava alla lunga avventura vissuta per mettere le mani sul libro lasciato a Liliana Cangiano perché lo traducesse. Si fermò di colpo, preso da un pensiero improvviso, stravolto come se avesse appena sentito il nuovo singolo di Eros Ramazzoti, frase questa che porterà un po' di visite dai motori di ricerca. Frenò il suo passo a un semaforo pedonale rosso, e quando scattò il verde tamponò una donna dinanzi a lui, come faceva una volta Schumacher. Si scusò con un sorriso e le diede una mano per raccogliere il contenuto dei sacchetti di plastica rovesciati sull'asfalto.
Finirono in un lounge wine decor food drink vodka cocktail bar, che in realtà era un semplice bar ma così fa più effetto. Lei era bellissima e afflitta. Ott scoprì che aveva velleità artistiche e che era intenzionata a dare l'addio alla sua bella città, per non farvi mai più ritorno. Quel mammalucco del mio coniuge, diceva lei, ha sempre più spesso comportamenti che non riesco a sopportare, gli devo rammendare gli abiti, e fatto curioso mi chiede di cantare. Ma ora tutto è pronto, sto aspettando di firmare un contratto, appena arriva vado all'estero per il debutto. Ne conosco parecchie di ragazze che non sono migliori di me, e dai tour sono tornate con soldi e gioielli. Ormai ho compreso che il successo si raggiunge sul palcoscenico; sudando invece dietro un lavoro qualunque quale futuro si può pretendere di avere? Dovrò alzare la gonna, ballare, ma questi sono i tempi. Per cantare non occorre una grande estensione di voce, basta il fisico, si possono anche storpiare le canzoni, credimi, si fanno lo stesso bis a strafottere. E ai più ricchi fra gli spettatori affezionati, gliela puoi anche dare, ue' ue' che hai capito, volevo dire gliela puoi anche dare un po' d'attenzione, così le altre artiste che ti stanno davanti diventano delle mazze. E' questa la vera tattica. Ho scelto un nome eccentrico.
E da ciò che aveva ascoltato, Ott capì di avere dinanzi a sé la signora Tirabusceaux.
Titeaux, ammiccò lei, chiamami Ninì.

Autobiografie: la DonnAbitata

Le autobiografie più belle del web

Ho la testa tra le nuvole e troppi sogni nel cervello. Non so stare senza libri, senza vino e senza un viaggio da gustare.
[LaDonnAbitata, e il suo twitter]

La maglia rosa


Prima che Idefix si faccia sentire, bisogna pur dire qualcosa sul Giro del 2010.
La prima: oddio c'è la cronosquadre.
La seconda: inutile pensare a un favorito, tanto al Giro fino a gennaio/febbraio non si sa mai chi viene, raramente vengono i più forti e non sempre per vincere, e mai vengono tutti insieme.
La terza: non c'è Milano. Oh, non c'è Milano. La città della società che organizza. L'anno scorso, quando Milano c'era, scoppiarono polemiche perché non fu sede dell'ultima tappa (il Giro finì a Roma). Poi successe quello che successe, e stavolta le polemiche sono doppie. Però è anche un peccato che in Sicilia e in Sardegna il Giro non ci vada quasi mai.


Facce e bisogni

Il segretario Pd nelle Marche













Il segretario Pd in Campania

martedì 27 ottobre 2009

Con la scusa dei figli


Giacché in giro è tutto un mamma mia, e Up di qua, e Up di là, voglio fare come quelli che trovano un difetto a Sophie Marceau. Secondo me al film manca una colonna sonora che rimanga in testa (ad Up, non a Sophie Marceau, ché del resto altrimenti andava scritto: le manca una colonna sonora), e poi i titoli di coda non sono all'altezza di quelli a cui ormai siamo abituati.
Tutto qui? Eh sì. Tutto qui. Del resto Up è un grandissimo film. Ma Wall-E resta superiore. Per me.
Ora ci aspettano Astroboy, il seguito dei minimei, il terzo capitolo di Toy Story, le salamandre che si devono accoppiare ma si odiano (Newt), Cars 2, Kung Fu Panda 2, il quarto Shrek, il terzo Madagascar e il Gatto con gli stivali.
Tarantino e Clint Eastwood ce li vediamo su Sky. O ce li racconta Buildo.

Vecchie cose sulla Pixar
I vecchi sempre pieni di sputi e consigli
Ca-po-la-vo-ro

Once upon a time in geocities

C'è stato un periodo, un lungo periodo, prim'ancora che i blog si diffondessero, durante il quale in rete si costruivano rudimentali siti di ogni genere. Una banda di gloriosi nullafacenti partorì una specie di fantacalcio a base di ciclismo e tennis, era il marzo del '95. Nel '98 coi modem che giravano a 56 kb, quella banda - che dunque non era neppure larga - sbarcò in rete con un sito, dove si potevano trovare le classifiche, la pagina della posta, gli emoticon, le foto, i banner c'erano già, e poi i link alle corse di ciclismo e ai tornei di tennis, e poi i fotomontaggi, e alla fine persino i desktop da scaricare. Un totale delirio, come si può vedere. Ma c'era un mare di gente che chiedeva di entrare a far parte della casta.
Quel sito è rimasto in piedi una decina d'anni. Girò prima su un indirizzo che era iosono.com slash qualcosa, poi migrò su supereva e infine approdò al suo storico indirizzo, rimasto indelebile nei cuori e nelle menti del club: it.geocities.com/eccetera eccetera.
Perciò la cancellazione delle pagine Geocities decisa da Yahoo segna la fine di un'era. E fu così che senza più né bici né racchette, nacque qualche blog in più.










(nella foto l'ultima home page del sito)

Dire le cose come stanno

Nell'intervista a Wall Street Journal dopo l'ennesimo premio Nobel negatogli, Philip Roth racconta che "prima di morire" sta rileggendo gli autori scoperti a vent'anni e lasciati sugli scaffali per altri 50, Conrad, Turgenev, Faulkner e Dostoevski; che sente come suoi pari DeLillo, Doctorow, Price, Oates, Morrison, mentre non cita Franzen né Safran Foer né Easton Ellis; omaggia i tre giganti che se ne sono andati di recente (Bellow, Mailer, Updike); annuncia che dopo The Humbling (appena uscito in America) ci sarà tra un anno Nemesis; ci informa che su Internet ci va solo per comprare cibo e libri; e sistema con una frasetta piccola piccola il resto del mondo.

Is there something wrong with American literature today?
American literature today is the strongest literature in the world.

Vecchie cose dette su Roth
Spine coniugali
Se ne riparla il 2009
Ritorna
Non ci facciamo mancare niente


lunedì 26 ottobre 2009

Autobiografie: misskappa

Le più belle autobiografie del web

Sognatrice incallita, rivoluzionaria mai pentita, utopista nata, don Chisciotte consapevole ... insomma... una diversa non integrata, felice di esserlo! Dal 6 aprile 2009 nata a nuova vita, ché quella precedente è stata spezzata. Vita diversa la nuova. Vita da ultima.
[Anna, Misskappa]

domenica 25 ottobre 2009

Autobiografie: laura fujiko

le autobiografie più belle del web
Prima ero solo Laura. Poi qualche anno fa è nata Laura_aka_Fujiko, e non ci siamo più separate. Incredibile a dirsi ma…NO, Fujiko non deriva dal nome della fidanzata di Lupin. Non sono abbastanza fascinosa nè scaltra da poterla prendere ad esempio.
Nel corso del mio primo quasi trentennio di vita sono stata (in ordine sparso):
  • Laureata in Relazioni Pubbliche con l’improbabile titolo di Crisis Manager
  • Banchettara di magliette
  • Rollatrice di sigarette
  • Sollevatrice di pinte
  • Recruitment Specialist
  • Residente in 4 regioni differenti
  • Docente di alta formazione
  • Varie ed eventuali
Attualmente sono:
  • Innamorata
  • Ingrassata
  • Ferocemente sarcastica
  • Preda preferita della mia gatta
  • Cazzara
  • Impermeabile ad ogni tipo di blogstarata
  • Alcune delle cose su citate
Ah, qualora voi foste fautori di razzismo, reazionarismo, ineguaglianze sociali, maschilisti, leghisti, pessimisti cosmici, nevrotici senza scampo, lamentosi tout cour o iscritti all’Azione Cattolica, sappiate che io non sono come voi.
Sò cose che capitano.
[laura fujiko]

sabato 24 ottobre 2009

Bocca di Puglia

Un'ultima cosa sullo show di Checco Zalone. Qualche sera fa, da Victoria Cabello a La7, erano ospiti Gino e Michele, gli autori - non della canzone della D'Addario - ma del programma. E hanno rivelato che sì, ehm ehm, insomma, per un bel po' non era proprio così scontato che lo show andasse in onda su Canale 5, e che durante quei giorni Checco Zalone telefonava chiedendo: ma voi dite che ce lo fanno fare?
Tutto questo in risposta a chi si papariava per l'apertura mentale del premier.
Se è per questo, Gino e Michele hanno pure rivelato che inizialmente il pezzo non era pensato come rifacimento della Canzone di Marinella, bensì di Bocca di Rosa, e che la strofa più riferibile faceva così:
E quando scese alla stazione
del paesino di sant'Ilario
tutti si accorsero che non si trattava
non si trattava di Veronica Lario
Vecchie cose sul Checco Zalone show
La satira siamo noi
Le cose che abbiamo in comune

Autobiografie: ossimorosa

Le autobiografie più belle del web

Potrei essere una paranoica possessiva. Mi vanto del prestigioso titolo di Dominatrice Disperata, conferito dall'illustre Patafisico Dott. Ziggy Molino. Quando mi sento troppo intelligente ascolto i consigli di Azzeccagarbugli. Ciò che scrivo è attendibile quanto una puntata di Lucignolo. Ma io sono più bella, quindi ho ragione.
[Ossimorosa]

venerdì 23 ottobre 2009

Muti, Abbado, pubblico e privato


Renzo Piano ha annunciato di voler aiutare Abbado "a piantare i novantamila alberi che ha chiesto in cambio del suo ritorno alla Scala di Milano".
Effettivamente. E se la strada fosse questa? E se i grandi artisti che nulla devono aggiungere alla grandezza delle loro carriere e dei loro patrimoni, accettassero incarichi pubblici in cambio di un impegno verso la collettività?
La Scala chiama Abbado, e lui chiede 90 mila alberi. Il San Carlo vuole Riccardo Muti? Bene. Io Muti vengo per la metà del mio consueto cachet, ma tu Comune di Napoli devi far finalmente funzionare - che no so - le telecamere per proteggere le ztl e le isole pedonali. Piedigrotta ingaggia Elton John? Ok. Io Elton John porto il mio pianoforte in piazza Plebiscito non più per 850 mila euro più miele e gassosa, ma per 400 mila, ma tu Comune di Napoli ripari le buche nelle strade. You may say I'm dreamer.

giovedì 22 ottobre 2009

Croce, Gentile, Pareto e la voce

Alberto Asor Rosa scrive al Secolo d'Italia e dice la sua sui motivi che hanno rimpicciolito in Italia una cultura di destra
La mia tesi, com’è noto (com’è noto a quei pochi che mi leggono) è che questa grande cultura di destra, o per assimilazione o per una troppo tardiva contrapposizione, è stata uccisa dal fascismo, che ha reso impossibile a lungo, per qualsiasi intellettuale degno di questo nome, d’esser di destra. Quando si parla di una troppo lunga e, per certi versi, troppo semplice (e semplificata) egemonia della cultura di sinistra dopo la guerra e dopo la Resistenza, spesso si dimentica questo dato storico, preliminare e, come dice, ortativo.
[qui]

Quando spunta la luna a Walterchiari


C'è un canale digitale terrestre, Iris, che sta dedicando in queste mattine un ciclo di film a un attore sottovalutato.
No, bisogna correggersi.
I sottovalutati non esistono, perché se uno è bravo prima o poi il mondo se ne accorge. Esistono semmai i sopravvalutati.
Allora sarebbe meglio dire che Iris dedica un ciclo di film al più bravo fra gli attori meno valorizzati dal cinema italiano.
Walter Chiari.

La declaration of dependence dei Kings of Convenience


Senza girarci intorno, va bene? E' arrivato uno dei 10 cd capolavoro dell'anno. E' dei norvegesi Kings of Convenience e il titolo è Declaration of Dependence, che arriva dopo 5 anni di silenzio. La loro grande capacità, con un suono così fortemente caratterizzato e personale, chitarre e voci, voci e chitarre, senza neppure un colpo di batteria, sta nel non cadere dentro il manierismo. Un pericolo forte, che con qualche pezzo potrebbero correre, ma che allo stesso tempo i Simon and Garfunkel versione anni Zero dimostrano di saper scansare. Se 24/25 avesse un tappeto d'archi, sarebbe non più indimenticabile com'è già, ma perfetta. Boat Behind va sottobraccio a un contrabbasso e ha un riff di violoncello che è come un trapano nella testa. Rule My World è una piccola perla. Scars on Land di grande atmosfera.
Il cd lo sentite sulla loro pagina myspace. Meglio avvertire che i pezzi rendono meglio se ascoltati in cuffia, o quanto meno con un auricolare. Disco del mese: sicuro. Se anche dell'anno si vedrà.

mercoledì 21 ottobre 2009

Ott, Joe Di Maggio e Gegè Di Giacomo

Il terzo episodio della seconda serie di Un Lost al Sole

Ott lasciò nel laboratorio di Liliana Cangiano il suo tomo, e tomo tomo se ne andò. Indossava un jeans che sulla tasca posteriore teneva cucito uno stemma, e per il freddo avvertì l'esigenza di coprirsi la testa con un berretto acquistato in Sicilia. Tirò su la visiera, e s'incamminò per quella che durante il regime fascista a Napoli veniva chiamata via Roma. Vanitoso, sì. Gli piaceva sentire su di sé gli occhi della gente.
L'aria internazionale respirata chez madame Cangianò lo rese consapevole della sua inadeguatezza con le lingue. Se lui si fosse ostinato a parlare il solito inglese incerto, a metà, come avrebbe potuto essere compreso da una donna innamorata? Magari abbracciati al buio, con la luna alta nel cielo, qualche volta a Ott era venuto in mente di sussurrarle Ti amo proprio come l'avrebbe detto Hemingway.
Per tutte queste stravaganze, c'era chi lo rimproverava di assumere atteggiamenti tipici della cultura yankee e di condurre un'esistenza schiava di ciò che decidevano i guru del fashion & style. Ott aveva un punto debole. Si sentiva dannatamente male ogni volta che mandava giù un sorso di un qualunque long drink a base di whisky e soda. Non aveva mai messo da parte la sua vecchia passione per la dance acrobatica, alla quale ora accoppiava lunghissime partite di baseball alla Wii. Gli venne voglia di fumare, e frugandosi in tasca s'accorse di non avere né sigarette né soldi per scendere a comprarne. Recuperò delle monete sottraendole alla borsa di sua madre, sì, vero, era affascinato dal made in Usa, sebbene fosse nato in Italia, ma un po' alla volta cominciava a chiedersi chi glielo facesse fare. E quando giunse alla conclusione che ormai non ci fosse più alcun rimedio, si scosse; come per resettare disse a se stesso, okay, napulita', ed esclamò: diamine, ma questa è Tu vuo' fà l'americano.

Teche
I primi due episodi della seconda stagione >>>
Tutta la prima stagione >>>

Le cover di Barbra e Bublé


Tira aria di cover. Barbra Streisand è uscita a 67 anni con un album di standard (Love Is The Answer, prodotto da Diana Krall) che in America passa per una delle cose migliori del 2009. Quasi contemporaneamente Michael Bublé fa uscire il suo Crazy Love, con un pezzo inedito e alcune riletture alla sua maniera di classici. Tra un po', con un disco che pare si chiami proprio Cover, si aggiungerà anche Joan as Police Woman, 3 candidature 2008 ai Dsc Awards (canzone da ascoltare sul divano, canzone più struggente e interprete femminile). Per non dire dell'adolescente Jessica Brando, che con le cover è diventata il nuovo fenomeno della web-music.