domenica 10 dicembre 2006

Laura dei colori


Trentamila disegni realizzati in 22 anni vengono riconsegnati ai loro autori in 22 giorni. Sono i dipinti di chi da bambino, fra il '73 e il '95, frequentava il laboratorio di pittura "Centrobambini" al Vomero: Laura Mancini ha impiegato due anni per rintracciare gli ex allievi e invitarli a casa sua, dove le opere sono state conservate dopo l'elaborazione di un metodo sul "linguaggio del colore". Ieri sono arrivati a ritirare i vecchi fogli anche dall'estero. 

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Arrivano insieme, lettera a casa e scossa al cuore. Il mittente si chiama Laura Mancini, tra le fondatrici dell'associazione "Centrobambini", docente, scrittrice e studiosa dei linguaggi d'espressione. I destinatari sono i 700 piccolini che hanno frequentato il suo laboratorio di pittura in via Cimarosa. Ormai ex bambini. Sono stati lì fra il '73 e il '95, figli del Sessantotto prima e del Benessere poi; sono cresciuti colorando fogli e imbrattando pannelli con le mani impastate di tempera, e adesso - sorpresa - possono andare a riprendersi i loro disegni. Regalo di Natale. «Nulla in cambio, soltanto un bacio».

giovedì 30 novembre 2006

Musella Baiano e i Palloni d'oro mancati

Gaetano Musella
I brasiliani imparano sulla sabbia. Quando t'inventi un dribbling a Copacabana, lo sai ripetere ovunque. «Noi giocavamo in strada». Noi, i napoletani. I sogni sull'asfalto. C'è chi parte da lì, si arrampica fino al Pallone d'oro e dice che «tutti possono farcela, come me». Prendete Fabio Cannavaro. C'è pure chi poteva farcela e invece s'è fermato prima. Come Ciro Caruso, il fenomeno di Bagnoli a cui il Napoli spalancò le porte della prima squadra a 16 anni e mezzo. «Potevamo fare la stessa strada insieme». Lui e Cannavaro, intende dire. Succede che gli saltano un menisco e un legamento crociato. Torna, e l'anno dopo si sfascia l'altro ginocchio. «Operazioni sbagliate», mormora Caruso.

mercoledì 8 novembre 2006

Vico San Liborio, a casa di Filumena

Dove non c'è luce a mezzogiorno, d'estate non si respira e d'inverno il freddo fa battere i denti. Così scriveva Eduardo. Questo era nel '46 vico san Liborio, casa Marturano, la Pignasecca di qua, i Quartieri di là. «Case buie e strette, ci vivevano anche dodici o tredici persone. Un letto matrimoniale per le donne, un altro per gli uomini», racconta Giuseppe Bartoli, 77 anni, interamente vissuti qui. Tra i bassi di Filumena. San Liborio comincia con un palazzotto rosso bruno e finisce con la macelleria di Giovanni Paduano, che all'epoca lavorava in trattoria, "da Gennaro", civico 8, oggi un laboratorio di pasticcieri. La trattoria degli artisti. «Quelli che dormivano all'hotel Regina in via Toledo. Il più grande di tutti era Aldo Fabrizi. Una sera entra, saluta col vocione e urla ai tavoli: siete ospiti miei. Il conto, chi se lo scorda, fu di 85 mila lire». Giovanni Paduano è una specie di Virgilio del vicolo, disposto a giurare che Filumena non fu un'invenzione. «Più su, sessanta metri, trovate casa sua».
Come, casa sua?
«Esisteva, certo. Io non l'ho conosciuta, forse mio padre».
Più su, allora, sessanta metri. Donna Carmela presidia il basso al numero 74.


lunedì 6 novembre 2006

Le vite parallele di Napolitano e Bassolino


Sentenza cinese. "Si possono fare sogni diversi dormendo nello stesso letto". Dicono sia tra i proverbi preferiti di Giorgio Napolitano. Se ne possono fare anche di molto diversi, restando per decenni nel letto del Pci, poi Pds, oggi Ds, domani chissà. Il partito antagonista e riformista, così lo immaginava Antonio Bassolino nel momento dello strappo dalla storia. Riformista sì, ma antagonista a cosa, si domandava invece Giorgio Napolitano. L'ala destra e l'ala sinistra. La logica e il comizio. La diplomazia e la diffidenza. Il Quirinale e Santa Lucia, eccoli qua, adesso in trincea, in questi giorni, "tra i peggiori di Napoli che io ricordi da lungo tempo", l'angoscia confessata dal presidente della Repubblica.

domenica 22 ottobre 2006

Un Nobel a Cervinara

Sei righe in francese viaggiano via fax da Stoccolma e si arrampicano fino a Cervinara. E' la "mention honorable" del Nobel per Carlo Bianco, «philosophe et poète de renomance mondiale», uno dei candidati finali al premio per la letteratura del 2006. Quelli che la Fondazione non comunica mai pubblicamente. Non prima che siano trascorsi cinquant'anni. Per non dare l'idea del concorso. Era lui uno dei nomi italiani. Per la seconda volta. Come nel '59. «Quella volta andai». Quella volta era in Svezia solo per stringere la mano al vincitore, Salvatore Quasimodo. «Perché idolatravo la sua poesia». Stavolta no. «Davvero l'hanno dato a uno scrittore turco? Addirittura».

Il suo studio profuma di legno e libri. Carlo Bianco sfoggia 95 anni di incantevole magnetismo. Il patio di casa si apre sabato prossimo all'omaggio di rettori, docenti universitari, magistrati, arcivescovi, politici. E' atteso pure Rubbia. Da un Nobel a un quasi. La Svezia gli ha attribuito la "mention" come creatore della scuola filosofica chiamata "concretismo". «Concretismo perché la filosofia non è astrazione. E' scienza delle possibilità. I grandi filosofi, figlio mio, dicono grandi fesserie. Cogito ergo sum. Falso. Puoi esistere senza pensiero. Come un serpente. L'esistenza è fisica, non è spirituale».

venerdì 29 settembre 2006

La seconda vita di Carlo

Dedicato a chi dice che non se ne esce. «Se avessi saputo che lavorare è così bello, non avrei sbagliato mai». La sveglia in casa di Carlo Marieniello suona prima che arrivino le cinque. Un autobus lo porta da Volla fino a piazza Garibaldi, un treno fino a Roma. Lì c' è un altro pullman che lo accompagna tra la Casilina e la Prenestina, al lavoro, centralinista in un ospedale. «Madre Vannini, buongiorno». La sua seconda vita. La prima è finita nel '95. «Ero un ragazzo attivo». Cioè? «Fesso non ero». Uno finito nella zona grigia. La sua zona grigia.

lunedì 31 luglio 2006

Cesare Moreno, maestro


Un lungo viaggio in mezzo a fiocchi e coccarde, la scuola al tempo dei grembiuli. «È stato un errore buttare via i vecchi simboli. Un bambino che non possedeva niente di niente, poteva almeno mettere il fiocco blu e sentirsi cresciuto, più importante, per il solo fatto di essere stato promosso in terza elementare o in quarta. Aveva un senso, ecco». Il maestro che inseguiva i grembiulini, ora corre dietro a ragazzini vestiti comunque tutti uguali. «Poi ci lamentiamo se seguono le mode. Abbiamo abolito dei riti senza trovare nulla con cui sostituirli». Cesare Moreno cura "Chance", il progetto pubblico di lotta alla dispersione scolastica.

sabato 1 luglio 2006

Gli ultimi caschi gialli


L'uomo che non voleva cedere si chiama Gaetano Ferrante. Era in cockeria dal 77. «Non voglio smettere, non voglio andare in pensione», la sua risposta iniziale all'offerta della società di trasformazione urbana che ha preso il posto della fabbrica. Lui, l'ultimo dei 18 caschi gialli in servizio a Bagnoli, il quartiere in cui vive, «dove il cielo era rosso e i panni stesi ad asciugare diventavano neri», confessa che «vorrei continuare a lavorare».

venerdì 2 giugno 2006

Il ciclone Emilio M.

Berlusconi, e dopo viene lui. Il più votato del centrosinistra. «Lavoro enorme. Un segreto non esiste. Ho fatto campagna elettorale alla vecchia maniera: girando per le case». I cattivi dicono che erano case di cura. Emilio Montemarano mette piede per la prima volta in Consiglio comunale a 25 anni: su 7.457 schede c'è scritto il suo cognome. Lo stesso di papà Angelo, assessore regionale alla Sanità. Un boom, un trionfo, tutto fuorché una sorpresa. «Voti miei, raccolti tra gli studenti universitari, e altri ricevuti dagli amici di sempre». Tra i medici. Il ciclone è passato soprattutto lì. «Ma da soli i medici non garantiscono tutte queste preferenze».

domenica 28 maggio 2006

Platone e la legge del pallone

Chi crede che il calcio sia una cosa frivola, lasci stare. Così come chi crede che sia un affare serio. "Platone e la legge del pallone", un po' saggio, un po' racconto, si presenta come «ispirato ad Aristocle da Codro detto Platone, dedicato a Gianni Rivera, riconducibile a Baruch Spinoza, consacrato a Manoel dos Santos detto Garrincha, scritto in omaggio a Bruno Pesaola, e attribuito a Zap Mangusta». Ed è così dall'inizio alla fine, uno slalom senza fiato tra Giordano Bruno e Bruno Giordano, un filosofo e un centravanti; fra Borges e Marcuse, Matisse e i Sigur Ros. è per chi ha ricevuto in dono la curiosità. In una stessa pagina possono stare insieme Enrico Fermi e Claudia Cardinale, Pablo Picasso e Superman, il Vaticano e il boogie woogie. Senza stonare con i possibili rimbalzi infiniti di un pallone. «Perché questa è la vita». Zap Mangusta è un calciatore mancato, uno che racconta di aver superato la delusione sapendo che nei ritiri si respira aria filtrata dalle adenoidi del compagno di stanza.

lunedì 22 maggio 2006

Nicolais, il nonno ministro

È al cinema che ha capito com'è andata la sua vita. Al buio, davanti a "Match point" di Woody Allen, la scena della pallina da tennis che può cadere di qua o andare di là. La pallina di Luigi Nicolais, uno degli italiani più citati secondo la banca dati Isi, oggi ministro alla Funzione pubblica e all'Innovazione, è caduta di là. «Se quel giorno avessi avuto il cellulare spento, non sarei diventato assessore regionale, e oggi non sarei ministro». Quel giorno, quando cioè la politica cattura il professore, ordinario di tecnologia dei polimeri alla facoltà di Ingegneria della Federico II. Sei anni fa. «Vantarsi è da stupidi. Competenza e casualità vanno insieme. Una sola non basta mai. Tu puoi tenere sempre una valigia pronta, ma se il treno non passa.». Oppure il treno passa, e la valigia non ce l´hai.

sabato 6 maggio 2006

Le sette vite di Mimmo Pinto

C'era una volta un dubbio. «Tra un ex ministro dell'Interno democristiano e le questioni a cui si dice attento Rossi-Doria, io da che parte dovrei stare, con la mia storia?». La storia di Mimmo Pinto, ex leader storico dei disoccupati napoletani, un cammino con Lotta Continua e due volte in Parlamento negli anni Settanta, prima con il listone Pdup-Avanguardia Operaia-Lc, poi con i Radicali. Da che parte dovrebbe stare, alle comunali di fine maggio, una storia così? «C'è un rischio. Bisogna evitare che la rivincita del centrodestra parta da Napoli. Questa città già soffre. Il Malvano politico non lo conosco. Lo ricordo vicequestore a Portici, la città in cui vivevo, e ha lasciato molto a desiderare. Ecco perché voglio che vinca la Iervolino. Però sono preoccupato. Ho tanti amici che votano per Rossi-Doria».

domenica 26 marzo 2006

Il Caimano visto da Forza Italia


Il Caimano con gli occhi di Forza Italia. «Ma no, non gli somiglia». Ah, no? «Berlusconi non porta cravatte rosse». Il Caimano con gli occhi di Fulvio Martusciello, 34 mila e 700 preferenze alle elezioni regionali di un anno fa. «Sicuro. All'epoca metteva le regimental». All'epoca. Autunno ' 93, quando Forza Italia nasceva, e a Napoli si costruiva sui fratelli Martusciello.

venerdì 10 marzo 2006

La Ferrari napoletana


Quando Schumacher si ferma ai box, Michele sa cosa fare. In un angolo ha già preparato il treno di gomme, quello tocca a lui, e a lui tocca pure sistemare la ruota anteriore sinistra. Tutto sul filo dei secondi, lungo i brividi che la Formula 1 si concede ai pit stop. Michele Emozione, 32 anni, da Scampìa a Maranello. Uno che non gira intorno alle parole. «La Ferrari mi ha salvato. Se non avessi avuto questo pallino in testa, forse ci sarei cascato anch'io». Cascato nelle tentazioni dannate che hanno inghiottito le vite dei suoi amici.

sabato 25 febbraio 2006

Lady Mastella e i listini

«Sarà solidarietà fra mogli, ma io non vedo qual è il problema». Parla Sandra Lonardo, la moglie di Clemente Mastella. La donna approdata in consiglio regionale attraverso il listino blindato di Bassolino, la donna che del consiglio è diventata il presidente e che ora vede la sua storia allo specchio nella vicenda della candidatura al Senato di Annamaria Carloni stabilita dai Ds.
Signora Lonardo, non sono scenari inopportuni?
«Tutta la mia solidarietà ad Annamaria Carloni. Questa si chiama discriminazione».

lunedì 13 febbraio 2006

Il peso dei cognomi

Ma quale sconvenienza. «Vuol dire che avrà grande fiducia in suo fratello. Se Alfonso Pecoraro candida Marco Pecoraro, se si assume tutte le responsabilità politiche della scelta, se il suo partito accetta e non obietta, allora lo scandalo dov'è?», si chiede Sandra Lonardo, la signora Mastella. «Non lo dico per autodifesa». Ci mancherebbe. Mentre a sentire Fulvio Martusciello, fratello di Antonio che fu tra i fondatori di Forza Italia, il vizio d'origine di Marco Pecoraro Scanio è un altro. «Per causa sua, un anno non sono riuscito a completare l'album delle figurine». I calciatori Panini.

mercoledì 11 gennaio 2006

La donna che camminò sul burrone per andare a partorire

Un ponte di ferro lungo trenta metri. Quelli dell'Anas stanno andando a smontarne uno a Campobasso per portarlo in settimana a Positano. E' la toppa da sistemare sul vuoto di Tordigliano, sulla frana al chilometro 9 della statale 163. Dove per ora si arriva solo in pullman: si ferma in uno sterrato a 500 metri dalla strada perduta, per l'inversione, apre le porte e signori si scende, tutti a piedi. Il ritorno della diligenza. Gli studenti con gli zaini in spalla. Un fruttivendolo con i carrelli riempiti al mercato. La casalinga salita all'alimentare di Sant'Agnello. I turisti e loro valigie a rotelle. Tutti a piedi lungo il solo mezzo metro d'asfalto rimasto in piedi, una striscia, un sentiero sottile con cui andare oltre l'isolamento, tra una roccia imbrigliata nella rete sulla sinistra e il vuoto che ingoia la strada a destra.