sabato 20 agosto 2016

L'ossessione di Mourinho per Guardiola (e viceversa)


Lui è il capodoglio bianco, l’inseguito, quello che si sottrae. Lui cerca l’equilibrio, sfugge la schiuma, gelido, mai trabocca. Il Buono della storia è questo uomo senza più capelli. Gli ultimi li ha persi per lo stress di una navigazione col vento in faccia, il vento che gli gettava addosso Quello Lì. Chiamatemi Pep: ogni verità è un abisso. Guardiola è uomo di spazi e di linee, panorami e prospettive. È uomo di confini da spostare e mappe da riscrivere. Il silenzio attorno gli è indispensabile. La bava e la spuma che l’altro agita, sono effervescenze da cui scappare. Tutto è curato dentro il suo mondo, tutto è placido e pacato. Anche la barba sfatta ha una sua armonia. Il look racconta la vocazione alla misura. I maglioncini dal collo a V di colore rosso o grigio. La mano che si accarezza il mento. Una bottiglietta d’acqua sempre con sé, in panchina o nel fine partita, perché sorseggiare aiuta a prendere tempo.

domenica 14 agosto 2016

Mónica Puig e le lacrime per Porto Rico

La terra dove son nato è un florido giardino. È la figlia del mare e del sole. È la figlia del mare e del sole. Il signor José Puig ieri mattina ha aperto la mail e ha scritto le parole dell'inno nazionale a sua figlia Mónica, nel dubbio che lei non le ricordasse. Nessun portoricano le aveva mai cantate su un podio olimpico e non le ha cantate nemmeno Mónica, perché il primo oro della storia non l'ha mai fatta smettere di singhiozzare.
Mónica non era fra le prime cento giocatrici al mondo a inizio anno e in vita sua aveva battuto solo una delle prime dieci. Non ha mai vinto uno Slam e neppure si è mai avvicinata: zero finali, zero semifinali, zero quarti di finale.

giovedì 11 agosto 2016

I centesimi di Federica Pellegrini

Provate a dire a voce alta la parola "cinquemila".
Cinquemila.
È passato un secondo.
Prendete questa briciola di tempo e dividetela a metà. È lo spazio che passa tra la Federica Pellegrini di Rio e quella che avremmo voluto vedere: la Federica di giugno che al Sette Colli di Roma aveva nuotato 200 metri da medaglia olimpica.

domenica 7 agosto 2016

Good morning, sport del Vietnam

Ha ragione il colonnello Hoang Xuan Vinh a non voler più sentir parlare di guerra, di Francis Ford Coppola e Michael Cimino. Non adesso che è in cima a un podio olimpico. La guerra di casa sua era la linea d'ombra della dignità umana. La parola Vietnam non pareva compatibile con l'idea di sport.

Essere in Vietnam significava dover smettere. Succedeva agli americani, successe a Rocky Bleier, running back dei Pittsburgh Steelers arruolato dopo una stagione da matricola, ferito a una gamba, giudicato dai medici inadatto a un ritorno al football, e poi però quattro volte vincitore del Super Bowl. Bob Kalsu, attaccante e miglior rookie 1968 dei Buffalo Bills morì da primo tenente a Thua Thien.

giovedì 4 agosto 2016

Cosa succede al Brasile nel calcio

Il nome è lo stesso, la maglia non è cambiata, ma dire Brasile oggi significa parlare di un guscio vuoto, di uno scrigno pieno di niente. I re del pallone non sanno più giocare. Divertivano e vincevano, ora perdono e sono pure noiosi. Sono nel calcio quasi da estranei, respinti, sono gli antichi coloni cacciati dalla terra conquistata. Non solo hanno smesso di incantare e regalare stupore. Hanno smesso finanche di produrre normalità. È come svegliarsi una mattina in Svizzera e scoprire che hanno chiuso le fabbriche di cioccolata.

lunedì 1 agosto 2016

Loretta Goggi e il diario di una sola pagina

Lo sguardo obliquo di due Telegatti da una mensola. Cappelli, libri, foto alle pareti. Loretta Goggi si china su un tavolino al centro del suo studio ai Parioli e fruga nella collezione di copertine. «Playboy devo averlo a casa. È del 1979. Non nacque per caso. Non andai a propormi, ma quando chiamarono non rifiutai. Alcuni amici erano impazziti per un numero dedicato in precedenza a Nastassja Kinski. Fu una specie di sfida. Volevo dimostrare che potevo starci anch’io, pur senza l’immagine della “bona”. Ero appena tornata dal mare, la facemmo con un tanga e dei veli: i patti con la redazione erano questi. Non sono mai stata una che ammicca al mistero. Se mi frequenti, dopo un mese di me sai tutto. Non ero la ragazza della porta accanto, casomai ero la
signora del piano di sopra».