sabato 30 luglio 2011

Addio a Giuseppe D'Avanzo

Un giorno Giuseppe D'Avanzo tornò nella sua Napoli e rimase spiazzato dai ragazzi che parlavano di coltelli, ragazze e malavita. Lo facevano in una lingua che non riconosceva. Con parole che significavano altre cose. C en'era una che più di ogni altra gli pareva squadrasse da ogni lato il precipizio di Napoli. Pariare. E scrisse un pezzo bellissimo.

Nel dialetto napoletano dell' altro ieri, "pariare" aveva un solo significato: digerire. Oggi quell' unico, indiscutibile significato si è smarrito nell' impura neolingua della Napoli lazzara, che soltanto per il 12 per cento parla in italiano e per il resto impasta gerghi - il gergo della malavita e delle canzoni neomelodiche, soprattutto - storce il dialetto melodioso dei Salvatore Di Giacomo, degli Eduardo, dei Domenico Rea per farne uno slang che annega significati, scolora esperienza, scioglie nell' acido muriatico la memoria. Pariare ora significa, apparentemente, divertirsi, ma parla di un curioso divertimento.
[tutto qui]

magari siamo in cento milioni, cento milioni di cuori, cento milioni di matti

Amazon ha firmato un accordo con Einaudi e Mondadori per gli ebook. Significa che una corposa massa di titoli italiani arriva su Kindle, il più celebre degli ereader. Significa che il mercato italiano degli ebook sta per decollare.

Altre cose sull'ebook
La 'nzìria dell'ebook (in 3 puntate)

venerdì 29 luglio 2011

sono tornati i re spagnoli


mercoledì 27 luglio 2011

Riportami i miei occhi e il tuo fucile

C'è una cosa che con tutto lo sforzo di questo mondo, con tutta l'apertura mentale di questo mondo, con tutta l'adesione all'illuminismo racchiuso nella frase "non sono d'accordo con te ma sono pronto a dare la mia vita perché tu eccetera eccetera" - ecco c'è una cosa che nonostante tutto proprio non si capisce. Oggi il segretario milanese della Lega Salvini, proprio quello stesso Salvini là, definisce incomprensibile la posizione di Napolitano, preoccupato per le due scrivanie spostate al nord e battezzate ministero. Salvini dice una cosa sbagliatissima e una cosa che non si capisce. La cosa sbagliatissima è: "In democrazia vale tutto". La cosa che non si capisce è: "La Lega si chiama Lega Nord per l'indipendenza della Padania".
Ma se la Lega si chiama così perché vuole l'indipendenza della Padania, perché allora vuole i ministeri di un Paese che invece si chiama Italia?

Altre cose su Matteo Salvini
Ode a Matteo Salvini caduto da cavallo
E prende il treno per non essere da meno

martedì 26 luglio 2011

Appunti sulla prima donna al governo in italia

Andreotti aveva 32 anni ed era già al suo quarto incarico di governo. Segretario del consiglio dei ministri. Esisteva ancora il ministero dell'Africa, eredità del velleitario impero d'un decennio prima. De Gasperi convocò il nuovo governo alle 17 e 45 del 26 luglio 1951. Giusto sessant'anni fa. E per la prima volta ne faceva parte una donna. L'Italia ne aveva avuta una ai vertici mondiali dello sport (Ondina Valla, primo oro olimpico femminile nel '36) e della letteratura (Grazia Deledda, premio Nobel nel '26). Era anche stata appena approvata la prima legge che garantiva la conservazione del posto di lavoro per la lavoratrice madre (1950). Ma una donna al governo non c'era stata ancora. Eppure la donna italiana aveva già scoperto il seno al cinema, segno di emancipazione, almeno all'epoca, forse, se il primato se lo litigavano Doris Duranti (Carmela) e Clara Calamai (La cena delle beffe). "Il mio era ripreso in piedi, il suo da sdraiata: e fa una certa differenza", diceva la Duranti, sorvolando sull'antecedente seno di Vittoria Carpi, mostrato di sfuggita e da comparsa ne La Corona di ferro. E comunque. Tre seni nudi, e non ancora una donna al potere.

domenica 24 luglio 2011

L'ultimo mese di Amy Winehouse

C'è una frase che a rileggerla oggi fa impressione. L'ha detta un paio di settimane fa Tony Bennett. Erano passati quindici-sedici giorni dalla notizia dei fischi beccati da Amy Winehouse a Belgrado, dove s'era presentata ubriaca a un concerto. Tanto che subito dopo, il manager aveva dovuto annunciare la cancellazione di tutte le date successive, compresa quella di metà luglio a Lucca. 
La frase di Tony Bennett si pesca dentro un'intervista rilasciata al Guardian una volta uscito dalla sala d'incisione del suo prossimo disco, una serie di duetti di classici. Uno con Bocelli. Uno con Lady GaGa. Con Norah Jones. Michael Buble. John Mayer. E con Amy Winehouse. 

giovedì 21 luglio 2011

Oppure è tutto complotto del partito comunista

Sulla progressiva e felice integrazione dei cittadini cinesi in Italia, c'è un segnale assai più preciso di tante analisi socio-economiche sul modello Prato eccetera eccetera. Il segnale sta in queste due barzellette.

La prima) Ci sono un tedesco, un napoletano e un cinese in aereo. I tre scommettono su chi sia più bravo nel trattenere la pipì dopo aver bevuto tre litri d'acqua. Dopo cinque minuti il tedesco corre alla toilette. Dopo 10 minuti ci va il napoletano. Il cinese invece non si alza mai, e quando l'aereo atterra gli altri due gli dicono Bravo, ma come hai fatto? E lui risponde Cinesino no cletino avele pannolino.

La seconda) Ci sono un italiano, un francese e un cinese. I tre scommettono su chi sia in grado di afferrare un orologio al volo dopo averlo lanciato da una terrazza al settimo piano, scendendo lungo le scale. Ci prova l'italiano, lancia l'orologio, lui si precipita lungo le scale, ma l'orologio si frantuma al suolo. Ci prova il francese, uguale. Ci prova il cinese, lancia l'orologio, lui scende con flemma le scale, si ferma al secondo piano a prendere un caffé in casa di un amico, ritorna su perché ha dimenticato una cosa, scende di nuovo e quando è in strada afferra l'orologio. Gli altri due stupiti gli chiedono Ma come hai fatto. E lui risponde Cinesino no cletino avele messo un'ola indietlo.

Nella mia piccola esperienza personale ho scoperto che queste due barzellette girano in due diverse scuole elementari di due diverse grandi città italiane.
Che cosa raccontano?

venerdì 15 luglio 2011

L'aranciata svedese

- Pa'.
- Mmm...
- Ti ricordi Andreas?
- Chi, il tuo compagno di classe svedese?
- Non è svedese, pa'. E' italo-svedese.
- Sì, volevo dire italo-svedese.
- Ecco. Andreas mi sta insegnando lo svedese.

case, auto, viaggi, fogli di giornale, e quella cosa che non so spiegare

Lei aveva una cartellina scura fra le braccia, la teneva poggiata al seno come le donne fanno coi neonati.
E negli occhi, glielo si poteva leggere agevolmente, custodiva uno spavento, un indicibile smarrimento dinanzi all'ipotesi raggelante che era ormai sul punto di verificare. Era impalata lì, presa dal suo lavoro di sondaggista davanti alla porta d'ingresso della libreria, e s'è accostata con lo sguardo basso all'uomo che le veniva incontro, dieci passi di distanza, poi cinque, poi un paio. Ha puntato i piedi a terra e si è piazzata lungo il suo cammino, fra le cose che l'uomo s'era lasciato alle spalle e l'avvenire che lo attendeva da quel punto della strada in poi. Annoiata, così pareva. Lei, e persino la cartellina. O forse si trattava di empatia per quella che gli pareva la terribile condizione dell'uomo. Lo ha affrontato, ha affilato le parole e ha abbassato lo sguardo, evidentemente imbarazzata per il dramma che gli leggeva negli occhi. Lo ha compatito e gli ha detto, Scusi lei legge libri?

martedì 5 luglio 2011

fra un bavaglio e un pantano, nell'oscura prigione del potere inumano

C'è la notte della rete in diretta streaming


Online video chat by Ustream

venerdì 1 luglio 2011

Le vie del palio sono infinite

Un anno fa, nei giorni del Palio, a Siena il commesso di un negozio mi raccontò una tipica storia locale di rivalità e angherie, episodio a cui - lui della contrada del Montone - attribuiva la mal inghiottita sconfitta nell'ultima corsa (dava la colpa a quelli del Nicchio, nemici storici).
Poi aprì tutte le bandiere delle 17 contrade una a una, per mostrarle ai bambini che erano nel negozio, e una a una le richiuse, senza fare mai pressioni perché qualcuno comprasse quella del Montone, che peraltro non vince da una ventina d'anni.
Alla fine noi prendemmo quella della Tartuca. Boh. Chissà perché.
Ma se domani vincesse il Montone, ecco, un po' sarei contento.

aggiornamento  Domani la Chiocciola non c'è. Il cavallo è morto in prova, e ci sono polemiche