martedì 23 ottobre 2012

Il ritorno di Giuseppe Abbagnale


Stempiato, la giacca, la cravatta. I riccioli sono spariti, chissà dov'è la canottiera azzurra. «L'ultima volta in barca sarà stata sei mesi fa, una domenica mattina. C'erano dei ragazzini sul pontile, ho visto un canoino attraccato e ho fatto un giro». Giuseppe Abbagnale è il colosso che era. Galleggiava su una buccia di legno, 35 colpi di remo al minuto, lui capovoga e Carmine prodiere. I fratelloni. Conserva una mano morbida come un cuscino. Quando saluta, ci si affonda dentro. Puff. «Carmine invece esce in mare tre volte a settimana. Solo che non ci incrociamo mai, e io un altro compagno non so trovarlo. Ma ogni mattina del 1° gennaio ci facciamo gli auguri e prendiamo la barca. Noi due, in quattro, in otto. Dipende. A volte viene pure Peppino». Cioè Peppiniello Di Capua, il timoniere dei 2 titoli olimpici e dei 7 titoli mondiali.

martedì 9 ottobre 2012

Il calcio d'Armenia


Era sabato a Erevan. I turchi arrivarono a torso nudo con la mezzaluna bianca, la bandiera nemica, ed erano migliaia. Non entravano in Armenia da decenni, eppure quella sera lo fecero senza visto e senza biglietto per lo stadio. Ingresso gratis, erano ospiti, ospiti per davvero. Altrimenti non la puoi chiamare la partita della pace. Coi tifosi da Istanbul viaggiò il presidente della repubblica, Abdullah Gül. S'andò a sedere in tribuna accanto a Sarksyan: loro che tenevano le frontiere e le ambasciate chiuse, che non s'erano parlati mai, vicini per una partita di calcio. Armenia-Turchia, qualificazioni per i mondiali del 2010, la prima volta in cui i due Paesi si guardarono negli occhi, un secolo dopo le uccisioni di massa. Un milione e mezzo di morti armeni sotto l'impero ottomano fra 1915 e 1917, l'annientamento di un'etnia, Ankara che ne ammette 300mila e nega il resto, nega il genocidio, anzi quella parola nei documenti non vuole scriverla e non vuole nemmeno sentirla pronunciare. Però quel sabato si parlano, si stringono la mano, alla fine si scambiano pure le maglie.

venerdì 5 ottobre 2012

Il Napoli e il curvone in Olanda

Il belga Mertens del Psv Eindhoven
- Pa'.
- Mmm.
- Mi spieghi una cosa?
- Dimmi. Però poi finisci gli esercizi di matematica.
- Che significa che il Napoli ha fatto il curvone?
- Cosa ha fatto il Napoli?
- Il curvone.
- Il curvone?
- L'ho sentito oggi. Hanno detto che il Napoli ha sbagliato a fare il curvone.
- Il curvone?
- Sì. Perciò ha perso in Olanda. Perché ha sbagliato a fare il curvone.
- Aaaah... macché curvone... forse vuoi dire turnover...
- Forse.
- Ma sì, pensaci bene.
- (...) Sì. (...) Turnover.
- Eh, lo vedi.
- Pa', e che significa il turnover?