lunedì 20 luglio 2015

La pietà dell'acqua

Un delitto d'estate. Una lite con la propria moglie per la necessità di interrompere le ferie e tornare al lavoro, a indagare. L'inchiesta che gli viene sottratta. L'arrivo da fuori ( stavolta dalla Francia) di una misteriosa giornalista, a sua volta alle prese con una ricerca e con un mistero. Le grandi colonne portanti del noir sono tutte presenti nel ritorno in libreria del commissario Casabona (il nome è un omaggio al Casaubon di Eco) con La pietà dell'acqua , titolo alla Camilleri per Antonio Fusco, scrittore napoletano e funzionario di polizia in Toscana, un anno dopo l'esordio di Ogni giorno ha il suo male.
Fusco indaga all'interno del rapporto fra il potere e la verità, cerca una cornice filosofica dentro cui tenere l'azione e si dà ambiziosamente più piani, assecondando il gusto per i dettagli evidentemente figli della sua conoscenza reale del mondo delle indagini. "Il controllo è tutto", predica il suo Casabona. Meglio le atmosfere dei personaggi.

(la Repubblica, 19 luglio 2015)

venerdì 17 luglio 2015

Il 16 luglio di Ghiggia

IL 16 LUGLIO di Alcides Ghiggia è come il 23 aprile di William Shakespeare. Dentro c'è tutto. L'inizio e la fine. Per chi ama i simboli: è una ruota, un serpente che si morde la coda, il tempo circolare. Qualcuno direbbe: la perfezione.

mercoledì 15 luglio 2015

Mettete Napoli nei vostri docu-reality

Una volta era più facile. C’erano i film e c’erano i documentari. Non esisteva la minima possibilità di confondersi. Nei film si recita una storia, con i documentari si diffonde la conoscenza. A parte qualche incertezza teorica iniziale sui Lumière e sulle loro riprese dell’uscita degli operai dalle officine, la distinzione è stata presto netta: quelli di Murnau sono film, quelli di Flaherty sono documentari. Nel ’43 per i documentari l’Academy istituisce anche l’Oscar, e in corsa ne troviamo di firmati da John Ford e da Frank Capra, ma dubbi sulla loro natura non ce ne sono. Dovendolo spiegare a un bambino di cinque anni, in un documentario non ci trovi le attrici. Lo so, vi state chiedendo che cosa c'entra Napoli.

martedì 14 luglio 2015

Messi lo svedese

tup Io ero il genio, il talento, la fantasia. Io ero il mago, la pulce, il prodigio. Io ero l’ingegno, l’estro, il fenomeno. Io ero il capriccio, il miracolo, il sogno. Io ero l’Erede. Ora non più. Ora per tutti sono un pecho frío. Un cuore freddo. Sono senz’anima.

sabato 11 luglio 2015

La Napoli di Omar Sharif

"Compro un grande giocatore e lo regalo a De Laurentiis". Omar Sharif ha fatto un sogno, lui che al cinema ha fatto sognare, vestendo da Che Guevara o zar Nicola, Gengis Khan e dottor Zivago. Un calciatore che rifaccia grande il Napoli. "Perciò non serve un trentenne, ma un giovane". Non uno qualunque, Sharif parla come un manager esperto. "Magari un ragazzo di 22 o 23 anni che cresca qui e porti la squadra di nuovo in serie A. L'ideale sarebbe un centrocampista che sappia far gol. Diciamo un Platini più giovane. Bisogna spendere bene i soldi". Divertendosi. Come del resto Sharif ha sempre fatto. I cavalli, il bridge, il jet set. Ora un Platini più giovane da regalare al Napoli, se ce n'è uno.

martedì 7 luglio 2015

Cinquant'anni dopo il Tour di Astérix

Aspettando le montagne, il pavé ha partorito il topolino. Ma quanto ci stiamo divertendo, con questo Tour. Contador Froome Nibali e Quintana, battezzati da Gianni Mura “i quattro cavalieri”, a Cambrai sono arrivati insieme. Non era scontato. Un anno fa, sulle pietre verso Arenberg, Nibali si cucì addosso almeno una manica della sua maglia gialla dando due minuti e mezzo a Contador e vedendo finire fuori strada Froome. Era una tappa più adatta a lui che agli altri, la tappa se n’è andata senza lasciare tracce sulla classifica. Rispetto ad allora stavolta in strada c’era polvere e non fango. Poco non è. Per gli appassionati va detto che la speranza francese Pinot è fuori dai giochi. Ha preso altri 3’ e ora è dietro di 6’30”. Per chi dentro il ciclismo guarda non solo la corsa, va aggiunto che ricorrono i cinquant’anni dell’albo “Le Tour de Gaule d’Astérix”, in Italia tradotto solo nel 1978, ma pubblicato in originale nel 1965. La trama non era particolarmente elaborata. Visto il proprio villaggio recintato dal prefetto Fiordilotus, Astérix lo sfida promettendo di compiere il giro dell’allora Gallia portando a casa il cibo tipico di ogni città raggiunta. Nelle sue otto pagine dedicate al Tour, l’Équipe ogni giorno torna sui passi del guerriero di Goscinny e Uderzo: oggi nella striscia era proprio a Camaracum, vale a dire Cambrai, e mangiava bêtises.

lunedì 6 luglio 2015

I trucchi di Silvan

Questo è l'uomo che ha tagliato in due Raffaella Carrà e che ha indovinato quanti dollari aveva in tasca Reagan. Quanti anni siano trascorsi non importa. Se non li conta lui, perché dovremmo farlo noi. «Un mago non ha età». Di diverso c'è che adesso nel suo show le donne le taglia in otto parti, gli attrezzi di scena sono in titanio anziché in ferro e i soldi in tasca li conta col pensiero ai cardinali. «Sodano mi ha detto: "Tu sei il diavolo". Ravasi era ammirato». Invece è sempre uguale il pubblico di Silvan, che domani a Rimini apre con i suoi numeri il Festival internazionale della magia. «Finché sulla terra ci saranno due uomini, uno farà il prestigiatore per stupire l'altro. Essere mago significa creare l'impossibile praticando un'arte antica».

domenica 5 luglio 2015

L'Argentina e gli angeli senza la faccia sporca


Perdere due finali in due anni ammazzerebbe chiunque. Se la cosa succede all’Argentina, la squadra che vale 600 milioni di euro e che può permettersi tutti insieme Messi Agüero Di Maria Tevez Lavezzi e Higuaín - senza segnare neanche un gol nei 240 minuti (4 ore) delle due finali – bisogna provare a chiedersi che cos'è successo a Rio e a Santiago.

sabato 4 luglio 2015

Il giorno perduto

Bill Shankly è stato un meraviglioso signore scozzese. Prima calciatore, una mezzala, poi allenatore. Se un giorno la città di Liverpool è stata grande nel calcio, lo deve a lui. Quando i giornali inglesi compilano le loro liste con le venti, le cinquanta, le cento frasi più belle pronunciate nel mondo del calcio, ecco, Bill Shankly lo trovate di sicuro. Per esempio. «Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di questo».
Ma Bill Shankly era morto già da quattro anni la notte in cui il calcio si fece macello, corpi nel vuoto, fili di ferro nella carne, poliziotti smarriti che vomitavano a centrocampo. Perché «a volte il destino ti prende in bocca e salpa», come scrivono a quattro mani Anthony Cartwright e Gian Luca Favetto, inglese il primo, torinese l'altro.

mercoledì 1 luglio 2015

Masopust, campione del mondo per tre minuti


ERA domenica. Josef Masopust mise il Pallone d'oro dentro una busta di plastica, salì in tram e andò allo stadio. «I tifosi devono vedere il trofeo». Diventava così il primo campione simbolo dell'Est, prima di Jascin, più di Puskás che nel frattempo si faceva spagnolo. Di qua il calcio scopriva i guadagni, di là c'era il loro dilettantismo. Masopust e gli altri. France Football e una giuria di 19 giornalisti gli diedero il premio come miglior giocatore europeo dopo la finale mondiale del ‘62.