giovedì 30 novembre 2006

Musella Baiano e i Palloni d'oro mancati

Gaetano Musella
I brasiliani imparano sulla sabbia. Quando t'inventi un dribbling a Copacabana, lo sai ripetere ovunque. «Noi giocavamo in strada». Noi, i napoletani. I sogni sull'asfalto. C'è chi parte da lì, si arrampica fino al Pallone d'oro e dice che «tutti possono farcela, come me». Prendete Fabio Cannavaro. C'è pure chi poteva farcela e invece s'è fermato prima. Come Ciro Caruso, il fenomeno di Bagnoli a cui il Napoli spalancò le porte della prima squadra a 16 anni e mezzo. «Potevamo fare la stessa strada insieme». Lui e Cannavaro, intende dire. Succede che gli saltano un menisco e un legamento crociato. Torna, e l'anno dopo si sfascia l'altro ginocchio. «Operazioni sbagliate», mormora Caruso.

mercoledì 8 novembre 2006

Vico San Liborio, a casa di Filumena

Dove non c'è luce a mezzogiorno, d'estate non si respira e d'inverno il freddo fa battere i denti. Così scriveva Eduardo. Questo era nel '46 vico san Liborio, casa Marturano, la Pignasecca di qua, i Quartieri di là. «Case buie e strette, ci vivevano anche dodici o tredici persone. Un letto matrimoniale per le donne, un altro per gli uomini», racconta Giuseppe Bartoli, 77 anni, interamente vissuti qui. Tra i bassi di Filumena. San Liborio comincia con un palazzotto rosso bruno e finisce con la macelleria di Giovanni Paduano, che all'epoca lavorava in trattoria, "da Gennaro", civico 8, oggi un laboratorio di pasticcieri. La trattoria degli artisti. «Quelli che dormivano all'hotel Regina in via Toledo. Il più grande di tutti era Aldo Fabrizi. Una sera entra, saluta col vocione e urla ai tavoli: siete ospiti miei. Il conto, chi se lo scorda, fu di 85 mila lire». Giovanni Paduano è una specie di Virgilio del vicolo, disposto a giurare che Filumena non fu un'invenzione. «Più su, sessanta metri, trovate casa sua».
Come, casa sua?
«Esisteva, certo. Io non l'ho conosciuta, forse mio padre».
Più su, allora, sessanta metri. Donna Carmela presidia il basso al numero 74.


lunedì 6 novembre 2006

Le vite parallele di Napolitano e Bassolino


Sentenza cinese. "Si possono fare sogni diversi dormendo nello stesso letto". Dicono sia tra i proverbi preferiti di Giorgio Napolitano. Se ne possono fare anche di molto diversi, restando per decenni nel letto del Pci, poi Pds, oggi Ds, domani chissà. Il partito antagonista e riformista, così lo immaginava Antonio Bassolino nel momento dello strappo dalla storia. Riformista sì, ma antagonista a cosa, si domandava invece Giorgio Napolitano. L'ala destra e l'ala sinistra. La logica e il comizio. La diplomazia e la diffidenza. Il Quirinale e Santa Lucia, eccoli qua, adesso in trincea, in questi giorni, "tra i peggiori di Napoli che io ricordi da lungo tempo", l'angoscia confessata dal presidente della Repubblica.