Galli: «Sui clandestini non può accadere che una famiglia dorma sotto il piazzale Michelangelo. Non avevano documenti. È questa la Firenze che vuoi? Se è così te la lascio. Io non ci sto in una città così, me ne vado».
Renzi: «Io sto qui anche se vinci tu».
Galli: «Tu non ci sei mai a Firenze, sei sempre a Pontassieve».
Renzi: «Non ti conviene metterla sul piano della provenienza geografica, te lo dico in amicizia».
Galli: «Perché stai a Pontassieve allora?»
Renzi: «Perché io ho tre figli e le coppie che hanno il terzo figlio, com´è il mio caso, vanno dove stanno i nonni».
Galli: «Anche io ho tre figli».
Renzi: «Ma tu hai fatto il calciatore e prendevi stipendi milionari che io non ho preso».
Galli: «Ma tu hai l´azienda di famiglia».
Renzi: «Ho iniziato a lavorare in un´azienda che stava in crisi, perché alle piccole aziende fiorentine come quella di mio padre capita di essere in crisi: cinque dipendenti, mutuo in Ecu. Cosa che forse tu non conosci, perché non hai mai vissuto la quotidianità di una famiglia in difficoltà».
Galli: «Vengo dalle case popolari...»
Renzi: «Sono andato a distribuire gli elenchi telefonici, sono andato a distribuire i volantini perché c´erano delle difficoltà. Ho fatto l´università lavorando. Poi ringrazio la Provvidenza per quello che ho. E non faccio la polemica quando ci sono 100 mila persone che scappano da Firenze...».
Galli: «Grazie a Domenici, di cui tu rappresenti la continuità».
Renzi: «Vogliamo dire che queste coppie non sono fiorentine? Sono nato a Careggi, non a Pisa».
Galli: «Tu sei nato qui perché a Rignano non c´era l´ospedale e ti hanno portato a Firenze. Sempre questa storia del pisano...».
Renzi: «Il mio bisnonno ha fondato la cooperativa di Legnaia, mia mamma abitava in via Venezia».
Galli: «Senti io non sono fiorentino doc ma neppure tu lo sei».
Renzi: «Io a Firenze ho vissuto, tu hai fatto il portiere di pallone, facendo grandi risultati ma non conoscendo la vita di chi si alza alle 6 di mattina per fare la coda all´Asl».
Galli: «Ci sono stato cinque mesi fa, quando mia suocera si è rotta il femore».
Che poi s'io fossi Renzi, lo slogan e il manifesto per il ballottaggio ce li avrei.
Vi fidereste di un sindaco che decide così?
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