venerdì 30 novembre 2012

Al cuore fa bene far le scale

E dopo aver accolto tra le pagine dei libri di scuola i testi delle canzoni, dopo aver ammesso fra Silvia Laura e Fiammetta pure Alice Albachiara e Boccadirosa, ecco, una volta e per sempre, “le canzoni non sono la stessa cosa delle poesie”. Sappiatelo, cantautori, voi che ogni anno sperate nel Nobel al vostro capitano Bob Dylan. Sappiatelo, e andatene fieri, perché “scrivere quattro righe di una canzone è una fatica settanta volte più grande che comporre una poesia di tre pagine”. Parola di poetessa che ci ha provato e ha domato quel travaglio, Patrizia Cavalli, la curiosità incarnata dentro il corpo di una donna. Il suo nome adesso è stampato su un disco, ma un disco vero, purissimo pop, nato dall'incontro con la musicista Diana Tejera, autrice per Tiziano Ferro (E fuori è buio, Scivoli di nuovo), primo album da solista due anni fa. Che ci fanno insieme due mondi così? “Io non ho mai accettato, non le ho detto sì. Il disco si è creato attraverso dei no. Ma Diana è tenace. Faceva finta di niente, mi dava ragione, rideva”.

lunedì 19 novembre 2012

Il vangelo a benzina

La via Domiziana è la strada statale che dalle porte di Napoli si spinge fino alla via Appia. Attraversa Castel Volturno, città della strage degli immigrati africani del 2008, tornata sui giornali per le due donne uccise e sepolte da otto anni in un' intercapedine di 70 centimetri. È qui che Marco Ciriello ambienta la prima indagine del suo commissario debuttante, Claudio Valenzi, un trucido che fuma 56 sigarette al giorno, cita Malaparte e si intrattiene con prostitute per esorcizzare il cancro alla prostata, facendo sesso con le registrazioni dei discorsi del Duce in sottofondo. Accanto a lui una serie di personaggi che non si fanno dimenticare facilmente: un killer serbo, un divo del sottobosco del porno, il produttore che è pure un senatore. Valenzi si trova al cospetto di un pugno di delitti tra cui cercare un filo, e magari risolverli pure. Lui che odia tutti, e più di tutti i giornalisti. Ciriello, scrittore irpino, racconta ogni cosa in una lingua ispida, un italiano discorsivo impastato di dialetto casertano. Gioca con le convenzioni del noir e diverte con le sue memorabili figurine grottesche, impegnate a competere in fantasia con i personaggi reali proposti dall'attualità.

(Repubblica, 18 novembre 2012)

venerdì 16 novembre 2012

Il piantagrane

Poniamo che esista una persona così. Poniamo che un giorno sbuchi da qualche parte un uomo dotato dello straordinario potere di deviare gli eventi verso il Bene soltanto con la forza della sua presenza. Lui si fa vedere in un posto e ogni cosa svolta miracolosamente verso la moralità, verso l' approdo più onesto e limpido possibile, sovvertendo malcostumi e vizi secolari del Paese. Ecco, poniamo che esista. Come sarebbe in Italia la sua vita? Sarebbe un inferno, la risposta è chiarissima ed è il tema intorno a cui gira Il piantagrane (Einaudi, pagg. 250, euro 17,50), il nuovo romanzo di Marco Presta, romano, 51 anni, autore e voce della trasmissione cult mattutina di Radio 2 Il ruggito del coniglio. Il suo super eroe involontario si chiama Giovanni, per cognome ha tre asterischi, meglio evitare i dettagli che non si sa mai. È un vivaista, con la scoliosi, che è l' espediente per raccontarcelo ancora più innocuo e mite di quanto il suo lavoro vorrebbe dipingerlo.

sabato 10 novembre 2012

Napoli e il derby che non c'è

- Pa'.
- Mmm...
- Simone tifa per la Roma.
- ...
- Ingrid invece per la Lazio.
- ...
- A scuola si prendono in giro. Domani sono avversari.
- ...
- Pa', quando si gioca il derby?
- Be', me lo stai dicendo tu: si gioca domani.
- No, pa'. Io dico: quando si gioca il derby di Napoli?
- Eeeeeh. Nooooo. Il derby di Napoli non si gioca mai.

martedì 6 novembre 2012

Guida al pranzo ideale nella Sicilia orientale

Il Dream Team della tavola
Dove mangiare e cosa quando vi trovate fra Catania, Siracusa e Ragusa

1) Gli arancini al bar all'esterno dell'aeroporto di Catania (alle spalle del noleggio auto)

2) "I neonati" da Incognito, Acireale (via Verga 58)

3) Polpa di granchio al ristorante don Saro, Capomulini, Acireale (Lungomare Martinez 29)

4) Ravioli di pesce spada alla salvia, ristorante La Balata, Marzamemi (largo Balata 14)

lunedì 5 novembre 2012

Mimì

Jean-Pierre ha 5 fratelli, una madre che frigge patatine e un padre che la riempie spesso di botte, a cominciare dalla sera in cui la Francia perde la semifinale del mondiale di calcio 1982 contro la Germania. Abita una casa in cui si respira sopraffazione e intolleranza: verso i cinesi, gli omosessuali, i comunisti. C'è tanta confusione dentro la testa di JP, ci sono odio e violenza che lo consumano, più di quanto lui stesso desideri. Il suo disagio trova una vittima preferita a scuola in Barthélémy, detto Mimì perché si aggiusta i capelli biondi dietro l'orecchio, piagnucola, non gioca a pallone con gli altri e ascolta la lirica. Proprio una femminuccia, quel Mimì. Che viaggia, piace a professori e ragazzine. La storia di JP, fatta di privazione affettiva e sociale, diventa piena di ossessioni, eros compreso, e Mimì in cima a tutte. Anche dopo vent'anni. Sébastien Marnier guida in questo tour dentro la nausea e il disgusto con digressioni e salti temporali: è sceneggiatore, ma scrive come un montatore. Nell'originale francese la copertina era un sovratesto indispensabile: l'immagine di un crollo, l'esplosione di un bar e del personaggio. Nella versione italiana solo un braccio nudo e una piuma rossa.

(la Repubblica, 4 novembre 2012)