lunedì 22 agosto 2011

Con questa bocca che berrà da ogni fontana che vedrà

Ha un berretto in una mano. Di quelli con la visiera. Lo tiene capovolto, così dentro ci mette le monete. Quando gliele danno. All'uscita dal supermercato è più facile passargli accanto e fingere di perdersi dietro un pensiero, o di cercare le chiavi della macchina in tasca. Lo straniero che tende il cappello ha la pelle butterata come Cassano. Però nera. Oggi s'è acceso quando un quarantenne ha posato il carrello, ha riempito il bagagliaio dell'auto dei sacchetti di plastica e gli ha portato pane con il prosciutto, perché quand'erano bambini ai quarantenni le mamme dicevano di non dare soldi ai mendicanti, va a finire che si comprano le sigarette oppure la troca, meglio comprargli direttamente qualcosa da mangiare. Lui, lo straniero, non lo può sapere. Avrà trent'anni. Forse meno. Afferra il panino e china il capo per ringraziare. Chiede Do you speak english? L'uomo dice Yes, e tutt'e due parlano di città da cui si deve andare via, e che si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, like leaves on the trees during the autumn, you mean. Poi lo straniero chiede se l'uomo conosce qualcuno che possa dargli un lavoro, Mi informo si sente rispondere mentre dà un morso al panino, e dice che lui spera di sì, spera proprio di sì, perché parla l'inglese, e invece tanti di quelli che escono dal supermercato non lo capiscono, non gli rispondono mai, eppure un lavoro qua in Italia ce l'hanno lo stesso.

domenica 21 agosto 2011

Le anteultime / Mine vaganti

I film visti quando li hanno già visti tutti


Una volta smaltita tutta l'ammirazione per Ennio Fantastichini e per il mussillo che sfoggia lungo tutto il film; una volta rivissuto attimo per attimo tutto l'innamoramento provato per Elena Sofia Ricci alla quale non si sa perché non propongano tutti i ruoli possibili e immaginabili del cinema europeo occidentale; una volta ammirata la capacità di Ozpetek di intrecciare facce e smorfie degli attori ai tantissimi non-detto di cui è pieno il copione; e una volta ammirata pure Nicole Grimaudo - ecco, la cosa che rimane fra le pagine chiare e le pagine scure del film è la figura del cognato. Quel coglione napoletano, come lo chiama Fantastichini.
A parte il fatto che la figura del cognato da tempo e tempo ha un suo perché. Ma è bello immaginare che Ozpetek abbia pensato Mine vaganti per metterci sotto gli occhi il vero grande pregiudizio indemolibile (si dice indemolibile? forse è meglio indistruttibile) nella nostra società. Ce lo sbatte in faccia all'improvviso in una scena con la violenza di un rovescio di Nalbandian.

sabato 20 agosto 2011

L'uomo con il Messaggero sotto al braccio

L'uomo con Il Messaggero sotto al braccio porta lenti scure a goccia e tutta la vita stampata sulla faccia. Fa su e giù ogni mattina, quando lascia il garage dove lavora. Dice che sta qui da cinquant'anni, che der quartiere San Giovanni conosce tutto, potrebbe pure ddì quanti sanpietrini ce stanno, anche se nun li ha contati mai. Il garage è il regno dove ha scelto di far brillare il suo tramonto. Forse è qui dopo la pensione. O forse da sempre, magari un lavoro non ce l'ha avuto mai. Oltre la discesa, laggiù, inchioda le sue mattinate da ultrasettantenne dentro il box del guardiano, ma guardiano non è, l'uomo con il Messaggero sotto al braccio dice solo buongiorno buongiorno, e fa sempre un sorriso. Un monumento al garbo. Si trattiene due ore, a volte tre. Poi va via, e riappare nei paraggi quand'è sera. Torna per chiudere il portone della chiesa. Gli hanno dato le chiavi pure di quella. Dice che tanto tempo ormai è passato, lo dice senza amarezza, mentre stringe la mano e un po' gli trema, ché in questo lui è uguale agli altri perché il tempo passa ppe' tutti, importa solo che sia passato bene. Cos'è che in tutto questo tempo l'abbia reso felice lo sa bene, non deve mica pensarci, e anzi ha voglia di dirlo con gli occhi che gli brillano dietro le lenti, lui guarda e dice So' felice che in cinquant'anni nessuno m'ha mai fatto un richiamo.

domenica 7 agosto 2011

Eboli and ivory

E' passato un anno. Ma non è cambiato nulla. L'Intercity che dal nord va giù a Taranto. Quando si arriva a Eboli, per scendere,
"i signori passeggeri delle carrozze dalla 4 in poi sono pregati di portarsi alla carrozza 3 per limitata capacità del marciapiede della stazione".

Altri post sul tema
Carlo Levi, e non era tutto

mercoledì 3 agosto 2011

anche i divani si fanno due bagni

[Washington, qui]

martedì 2 agosto 2011

Lamento di un assicurato napoletano

Lettera da Unipol Assicurazioni
Gentile cliente, Le comunichiamo che la nostra Impresa non intende rinnovare il contratto indicato in oggetto alla prossima scadenza annuale, fermo il disposto eccetera eccetera.
[sì, impresa lo scrivono con la lettera maiuscola]


***
- Pronto Sara Assicurazioni.
- Buongiorno. Vorrei delle informazioni su una polizza per un motociclo 200 cc.
- E' la prima polizza?
- No. La precedente compagnia mi ha disdetto il contratto?
- Forse ha fatto degli incidenti di recente?
- No.
- In passato?
- Mai in sei anni.
- Mmm...
- Eh sì. Mmm...
- Ha l'attestato di rischio?
- Certo. Posso mandarglielo in mail o per fax.
- Mi dia i suoi dati. Nome?
- Ottanta Cento.
- Residenza?
- Napoli.
- Ah, guardi allora le dico subito che non stiamo sotto i 1.600 euro.
- Ah, guardi allora le dico subito arrivederci.