sabato 27 aprile 2013

Ingrao, De Sica e il miracolo a Milano



Si chiude domani all'Ara Pacis di Roma la mostra dedicata a Vittorio De Sica. Tra i documenti svetta un magnifico pezzo scritto nel febbraio del 1951 da Pietro Ingrao per l'Unità sul film "Miracolo a Milano", che aveva acceso polemiche nella parte avversa ai comunisti. Per chi alla mostra di De Sica non c'è andato, il pezzo di Ingrao è qui sotto. 
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Quando venne presentato Ladri di biciclette, "L'Osservatore romano" uscì con un aspro e insidioso attacco, che non è stato ancora dimenticato. Il film venne definito immorale, ne venne chiesto sfacciatamente il ritiro, con una aspra rampogna alla censura di De Gasperi, la quale ne aveva tollerata la circolazione.

giovedì 25 aprile 2013

Il Toro non può perdere

Quando lo scudetto era ancora un sogno per tutti, il pallone passava dai piedi enormi di Eraldo Pecci. Le doghe di fratel Grasso, come scriveva Gianni Brera. Ingenuo e sentimentale era quel calcio in cui si scendeva in campo dopo aver mangiato riso alla parmigiana e filetto di manzo. «L'aria del derby era bellissima». Toro-Juve valeva un campionato, e quella volta finì come dopo mai più. Quella volta significa stagione '75/76, l' ultimo titolo italiano di color granata. Cinque punti di svantaggio rimontati in 3 giornate (ogni vittoria all'epoca ne assegnava due), due derby su due vinti, una squadra che tornava a fare festa 27 anni dopo Superga. Non una squadra, un mondo. Perché il Toro è la sua gente, «non è piagnucolosa rievocazione ma cultura della memoria», per questo motivo Pecci ha messo in fila i ricordi di quell'anno in un libro, "Il Toro non può perdere" (Rizzoli). Lui, ventenne, appena arrivato dal Bologna con qualche nostalgia iniziale, figlio di comunisti nella città della Fiat, infuriato col "compagno" Sollier perché il Perugia aveva battuto il Toro operaio facendo il gioco dei padroni.

martedì 23 aprile 2013

Il cavaliere Richie

Richie Havens era quel cantante che salì per primo sul palco a Woodstock nel 1969. Ma forse noi a diciassette anni non lo sapevamo neppure. Non lo so, non me lo ricordo. Di certo Richie Havens era quel cantante che quando nel 1983 incise un pezzo con Pino Daniele, tutti noi dicemmo: azz, Pino Daniele ha fatto un disco con Richie Havens.
E il pezzo era questo qui.


venerdì 12 aprile 2013

Il cucciolo Elio

Se nella loro nuova canzone il verso di Elio e le storie tese sulla "musica balcanica che ha rotto i coglioni" vi ricorda qualcosa, ecco, tranquilli, non vi sbagliate. E' che 36 anni fa Lucio Dalla aveva sbrigato i conti con la musica andina.
Trentasei. Anni. Fa.

venerdì 5 aprile 2013

La Regina di Eduardo

Non c'è attrice che non abbia desiderato e non desideri di essere per un giorno Filumena Marturano. Filumena, nella testa di Eduardo, nacque ritagliata sulla figura di sua sorella Titina. In quei panni si sono infilate signore del teatro come Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Isa Danieli, Lina Sastri, Mariangela Melato, e in Inghilterra la grande Joan Plowright, che tanto piacque a Eduardo nell'allestimento del 1973 voluto da Zeffirelli. Ma nessuna, nessuna al mondo, è stata Filumena più di Regina Bianchi.


martedì 2 aprile 2013

D'Annunzio al treno del tocco

Una pagina, un giorno

Il 2 di aprile cadeva il secondo anniversario.
"Bisogna questa volta celebrarlo fuori di Roma", disse Ippolita. "Bisogna che noi passiamo una gran settimana d'amore, soli, dovunque, ma fuori di qui".
Giorgio disse:
"Ti ricordi, l'anno scorso, il primo anniversario?".
"Mi ricordo".
"Era di Pasqua, la domenica di Pasqua...".
"Io venni da te, la mattina, alle dieci...".
Stabilirono di partire il 2 di aprile, col treno del tocco. Si trovarono alla stazione, per l'ora stabilita, tra la folla, provando entrambi in fondo al cuore una gioia ansiosa.

(Gabriele D'Annunzio, Trionfo della morte, 1894)

lunedì 1 aprile 2013

Il furgone giallo Nabokov

Una pagina, un giorno

In una giornata col cielo coperto ma luminosa, qualche minuto prima delle 4 pomeridiane del 1° aprile 192... (un critico straniero ha fatto rilevare che molti romanzi, per esempio tutti quelli tedeschi, iniziano con una data, ma solo gli autori russi, in virtù dell'originale onestà della nostra letteratura, tacciono l'ultima cifra), all'altezza del n. 7 in Tannenbergstrasse, in un quartiere occidentale di Berlino, si fermò un furgone per traslochi molto lungo e molto giallo, aggiogato a un altrettanto giallo trattore affetto da ipertrofia delle ruote posteriori e con le forme impudicamente esposte. Sulla fronte del furgone si scorgeva la stella di un ventilatore.

(Vladimir Nabokov, Il dono, Adelphi, 1937)