venerdì 26 novembre 2010

Cose cretine imparate dai social network

Che se spegni il computer senza chiudere la pagina Facebook, la prossima volta la trovi aperta
Che se spegni il computer senza chiudere la pagina Twitter, la prossima volta la trovi chiusa.

martedì 23 novembre 2010

In diretta dal risorgimento/2

"Le nostre ferrovie vanno come Dio vuole, e tutti lo sanno. Ormai le ferrovie di Napoli sono peggiori di quelle che sono costruite sulle coste d'Africa. La linea S. Severino va come una tartaruga. L'orario è attaccato al muro per una semplice forma. Guai a chi ci fa i conti sopra. Si arriva sempre qualche ora più tardi! Il servizio poi è pessimo. E notate che vennero aumentati i prezzi promettendosi mari e monti. Si dovevano illuminare meglio i vagoni, mettere le lastre ai terzi posti, ecc. Di tutto questo non se ne è fatto nulla. Si paga di più. Ecco tutte le novità. L'altra sera tra Casalnuovo e Napoli il treno uscì di rotaia, con pericolo gravissimo dei viaggiatori. Vi furono donne che ne ebbero una paura da morire. E così andiamo innanzi sui trampoli su tutta la linea".
(L'Italia, ripresa da La Stampa del 23 febbraio 1867)

fate presto - trent'anni dopo

lunedì 22 novembre 2010

In diretta dal risorgimento

La Stampa ha digitalizzato tutto il suo archivio e l'ha messo in rete. Tutta la storia del giornale dal 1867 a oggi. Una cosa immensa, una cosa che farebbe (che farà) la gioia - per esempio - di chi dovesse aver bisogno di ricerche per una tesi di laurea.
Tutta la storia del giornale, e tutta la storia del Paese.
Per esempio. Ora si può buttare un occhio sul Risorgimento.
Fatto.
Ricerca. Napoli.
La prima volta che c'è scritta la parola "Napoli" è il 9 febbraio 1867.
E' la traccia di quelle che - ricorderete - sono chiamate leggende nere.
In sostanza c'è notizia, a 6 anni dall'Unità d'Italia, di due lamentele del sud. La prima: sottrazioni di denaro. La seconda: il malumore per il trattamento dei funzionari meridionali.

Leggesi nell'Italia di Napoli: "Abbiamo sempre nuove sottrazioni a danno dell'erario pubblico. Un ricevitore di dogane di Reggio è stato arrestato per essersi verificato un vuoto di 150 mila lire nella cassa da lui amministrata! La baraonda è completa".
Noi diremo: poveri contribuenti, vedete con quanta prudenza è amministrato il vostro denaro!
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Dappertutto così: Abbiamo dice l'Italia di Napoli, una nuova tempesta di traslocazioni nella pubblica sicurezza: tanto nel personale della Questura che nelle sezioni. E' una specie di tarantola obbligata, fatta tutta a vantaggio dei ladri. Il moto perpetuo eretto a sistema: in guisa che non appena un funzionario comincia a prender paese è sbalzato in un'altra sezione.
E' un nuovo sistema di amministrare che produrrà i suoi frutti!

L'elenco di Maroni

[da metilparaben]

Visto che stasera il ministro Maroni sarà da Fazio e Saviano per difendere la Lega, gli consiglio di leggere l'elenco che ho preparato apposta per lui. Chissà, magari già che c'è riesce a spiegarci in che modo dobbiamo interpretare le perle che ci sono scritte dentro.

* Gli immigrati bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
* Meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne, che quelli del centrosinistra che vanno con i culattoni. (Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo)
* Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe e li rispediremo a casa a calci nel culo! (Mario Borghezio, europarlamentare)
* Per i negri bisognerebbe usare pallottole di gomma e prendergli le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù. (Erminio Boso, europarlamentare)
* La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
* Gli omosessuali devono smetterla di vedere discriminazioni dappertutto. Dicano quello che vogliono, la loro non è una condizione di normalità. (Flavio Tosi, sindaco di Verona)

[continua a leggere su metilparaben]

sabato 13 novembre 2010

Buuuuu

Questa di Balotelli è la storia vera. O quasi vera. È una parabola. È la sua biografia camuffata e parallela, raccontata per spiegare cosa sia il razzismo da Luigi Garlando, creatore della serie per ragazzi sulle Cipolline, la squadra di calcio che ha per motto "Chi si diverte non perde mai": 22 titoli, un milione di copie in Italia negli ultimi 4 anni, una serie tv in arrivo per il mercato argentino. Garlando è l'idolo di bambini e pre-adolescenti che l'hanno spinto a inventarsi sul web i Cipo-twit, aggiornamenti dagli stadi, frequentati per lavoro (prima firma del calcio alla Gazzetta dello Sport). Stavolta in "Buuu" (Einaudi Stile Libero, 224 pagine, 16 euro) al posto delle Cipolline c'è Mario, l'attaccante della nazionale. Gioca ancora nell'Inter e non come nella realtà in Inghilterra, dove l'ha spinto anche l'odio che appesta i nostri stadi (il coro "Se saltelli muore Balotelli"). Balotelli è la traccia per parlare di razzismo ai ragazzi. È la versione-calcio di Tahar Ben Jelloun.

mercoledì 10 novembre 2010

Quei feroci secessionisti del sud/3

I vostri leader che oggi chiedono soldi allo Stato per soccorrere la vostra economia si sono immaginati un federalismo punitivo verso il Sud. "Fate come noi, fate da soli", ci avete detto nei convegni accademici e nelle parole dure dei comizi leghisti. Eppure oggi scoprite che da soli non si può, da soli non si va da alcuna parte, che senza l’Italia il Veneto è piccola cosa. (...) Eppure quella terribile parola, "Arrangiatevi!", mi muore in gola. Non la posso dire, non la so dire. Vorrei spiegarvi che siamo figli dello stesso paese che non sa difendere le “pietre” di Pompei, le vostre fabbriche e le vostre case. Che quegli uomini politici che vi incitano a odiarci sono i nostri nemici e i vostri nemici. (...) Siamo una nazione di popoli soli che sta smarrendo anche la coscienza di essere una comunità costruita con fatica e sacrifici, che vive dei rancori del Sud e del Nord, delle paure che spingono i vostri sindaci leghisti a negare persino le panchine agli extracomunitari.

(Giuseppe Caldarola, nato a Bari, da Il Riformista)

martedì 9 novembre 2010

Quei feroci secessionisti del sud/2

(AGI) - Cosenza, 9 nov. - "Egregio Signor Presidente, con la presente Le voglio esprimere la solidarietà mia e dei miei concittadini per la situazione difficilissima in cui versa la Sua regione per i danni prodotti dalle intemperie atmosferiche di questi giorni".
Inizia così una lettera aperta che Giovanni Manoccio, il sindaco di Acquaformosa, piccolo centro della provincia di Cosenza, autodefinitosi "comune deleghistizzato", ha inviato oggi al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
"Ho visto in TV molte scene di devastazione e di difficoltà: imprese, agricoltori, semplici cittadini e famiglie che hanno subito danni ingenti e che conserveranno in futuro il ricordo atroce di questi giorni. Spero vivamente che il popolo Veneto si rialzi presto da questo momento difficile. Signor Presidente, ho voluto scrivere questa lettera perchè nell'estate di due anni fa Lei ebbe una polemica con me sulla scelta fatta dal mio consiglio comunale di dichiarare il territorio del comune di Acquaformosa, di cui sono Sindaco, "Deleghistizzato"; Lei non ebbe parole simpatiche nei miei confronti, mostrando un atteggiamento poco rispettoso. Il Sud è una parte d'Italia dove i sentimenti di solidarietà sono costantemente  vivi e presenti, noi soffriamo quotidianamente e siamo vicini a chi subisce la nostra stessa sorte in ogni parte del mondo, figurarsi se la sofferenza avviene in una parte della nostra nazione, come per appunto il Veneto", continua la missiva. "Per esserle vicino nei fatti e non solo a parole, ho lanciato fra i miei cittadini una sottoscrizione "pro-alluvionati del Veneto" a cui io personalmente aderirò devolvendo la mia indennità mensile di Sindaco. Mi auguro, ma di questo sono certo, che le istituzioni "Romane" siano al Suo fianco in questo momento, per darle un aiuto anche in termini economici, in quanto credo che se dovesse fermarsi il Veneto ne soffrirebbe la Nazione intera", continua la lettera di manoccio. (AGI)

sabato 6 novembre 2010

Cattivissimi voi

Come deve sentirsi il povero Steve Carell. Uno si costruisce una più che dignitosa carriera comica, fa la spalla a Jim Carrey e recita con Woody Allen. Infila qualche perla da box office e una piccola gemma come Little Miss Sunshine. Viene giustamente ingaggiato dal "vocificio" dei cartoon, e alla fine scopre che in Italia lo trattano così. Cioè. Già gli avete dato quel po' po' di schiaffo facendolo doppiare da Pupo ne La Gang del Bosco. Non contenti, ora per Cattivissimo Me gli date Max Giusti? Ma che vi ha fatto?

venerdì 5 novembre 2010

Quei feroci secessionisti del sud

NAPOLI (4 novembre) - Le celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia e delle Forze armate hanno avuto inizio al Mausoleo di Posillipo dove le autorità locali hanno deposto le corone commemorative, alla presenza dei vertici delle forze dell'ordine. In piazza del Plebiscito hanno sfilato i reparti delle Forze dell'ordine e i gonfaloni della Regione Campania, del Comune e della Provincia di Napoli.
"Con queste celebrazioni - ha detto Francesco Tarricone, a capo del presidio interforze militari del Meridione - vogliamo ricordare il difficile cammino che ha portato all'unità nazionale e rendere omaggio a quanti, anche a costo della vita, hanno permesso a tutti noi di vivere in un Paese libero e democratico".
È stato lo stesso Tarricone a leggere i messaggi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Ministro della Difesa, Ignazio Larussa. Per il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, "c'è bisogno di unità e coesione". 

[qui]

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La leggenda rosa del sud secessionista
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giovedì 4 novembre 2010

La leggenda rosa del sud secessionista

Ci risiamo. Sotto il titolo "L'altra secessione", oggi il professor Angelo Panebianco torna a parlare di Sud contro Nord.
Appunti da tenere in tasca nel caso di una discussione in treno.
Là dove Panebianco  scrive: L’esasperazione della frattura Nord/Sud che sperimentiamo da un ventennio ha la sua causa nella fine della Dc e del sistema di scambi mutualmente soddisfacenti (ampiamente finanziato con l’indebitamente pubblico) che la Dc garantiva fra i diversi territori. Quel sistema aveva assicurato per molti anni una certa tranquillità di superficie.
Ricordarsi di obiettare: - E' un premessa che mi è oscura, oltre che storicamente non vera. I cartelli "Non si affittano case ai meridionali" e i cori negli stadi "Colera colera", oppure "Vesuvio bruciali tutti", risalgono anche agli anni di potere Dc.
Ma poniamo che la storia della Dc-garanzia sia autentica. Non è proprio il cosiddetto assistenzialismo dell'era Gava-Pomicino-Cassa del mezzogiorno-eccetera eccetera che viene spesso rimproverato al sud?
E inoltre: ma i soldi non spesi/sprecati/malversati per opere pubbliche al sud sono una responsabilità politica/penale dei singoli o una responsabilità collettiva di una comunità?