domenica 28 maggio 2006

Platone e la legge del pallone

Chi crede che il calcio sia una cosa frivola, lasci stare. Così come chi crede che sia un affare serio. "Platone e la legge del pallone", un po' saggio, un po' racconto, si presenta come «ispirato ad Aristocle da Codro detto Platone, dedicato a Gianni Rivera, riconducibile a Baruch Spinoza, consacrato a Manoel dos Santos detto Garrincha, scritto in omaggio a Bruno Pesaola, e attribuito a Zap Mangusta». Ed è così dall'inizio alla fine, uno slalom senza fiato tra Giordano Bruno e Bruno Giordano, un filosofo e un centravanti; fra Borges e Marcuse, Matisse e i Sigur Ros. è per chi ha ricevuto in dono la curiosità. In una stessa pagina possono stare insieme Enrico Fermi e Claudia Cardinale, Pablo Picasso e Superman, il Vaticano e il boogie woogie. Senza stonare con i possibili rimbalzi infiniti di un pallone. «Perché questa è la vita». Zap Mangusta è un calciatore mancato, uno che racconta di aver superato la delusione sapendo che nei ritiri si respira aria filtrata dalle adenoidi del compagno di stanza.

lunedì 22 maggio 2006

Nicolais, il nonno ministro

È al cinema che ha capito com'è andata la sua vita. Al buio, davanti a "Match point" di Woody Allen, la scena della pallina da tennis che può cadere di qua o andare di là. La pallina di Luigi Nicolais, uno degli italiani più citati secondo la banca dati Isi, oggi ministro alla Funzione pubblica e all'Innovazione, è caduta di là. «Se quel giorno avessi avuto il cellulare spento, non sarei diventato assessore regionale, e oggi non sarei ministro». Quel giorno, quando cioè la politica cattura il professore, ordinario di tecnologia dei polimeri alla facoltà di Ingegneria della Federico II. Sei anni fa. «Vantarsi è da stupidi. Competenza e casualità vanno insieme. Una sola non basta mai. Tu puoi tenere sempre una valigia pronta, ma se il treno non passa.». Oppure il treno passa, e la valigia non ce l´hai.

sabato 6 maggio 2006

Le sette vite di Mimmo Pinto

C'era una volta un dubbio. «Tra un ex ministro dell'Interno democristiano e le questioni a cui si dice attento Rossi-Doria, io da che parte dovrei stare, con la mia storia?». La storia di Mimmo Pinto, ex leader storico dei disoccupati napoletani, un cammino con Lotta Continua e due volte in Parlamento negli anni Settanta, prima con il listone Pdup-Avanguardia Operaia-Lc, poi con i Radicali. Da che parte dovrebbe stare, alle comunali di fine maggio, una storia così? «C'è un rischio. Bisogna evitare che la rivincita del centrodestra parta da Napoli. Questa città già soffre. Il Malvano politico non lo conosco. Lo ricordo vicequestore a Portici, la città in cui vivevo, e ha lasciato molto a desiderare. Ecco perché voglio che vinca la Iervolino. Però sono preoccupato. Ho tanti amici che votano per Rossi-Doria».