venerdì 25 novembre 2016

Che fine ha fatto il pugilato

Bisogna arrampicarsi fino a Santa Maria degli Angeli, quattro chilometri da Assisi, per vedere cos'è stato il pugilato e cosa non sarà mai più. A febbraio nascerà qui il suo museo, nell’ex area Montedison riqualificata. Una teca con la medaglia olimpica di Nino Benvenuti, una per la cintura mondiale di Gianfranco Rosi, un archivio di trentottomila fotografie. Ma la casa che deve celebrare i cent'anni di vita della federazione, ora rischia di diventare il simbolo di un corpo privo di respiro. Vuole essere memoria e assomiglia a un testamento. La quinta potenza di sempre sui ring dei Giochi - dietro Usa, Cuba, Gran Bretagna e Russia - ha vinto un solo oro dal 1992 e da Rio è tornata senza neanche una medaglia, come non succedeva da vent’anni, chiudendo il cerchio di questo disperato 2016 senza avere un campione mondiale tra i professionisti. Giovanni De Carolis, l’ultimo rimasto, la settimana scorsa ha lasciato il titolo dei medi in Germania, a Tyron Zeuge. La gloria è finita, andate in pace.

domenica 13 novembre 2016

Il mare di Enzo Maiorca


Mare ora inquieto ora cheto, ora torbido. Onde tra il limaccioso e il pastello. Flutti di mare negli occhi. Colori cangianti, che giocano a nascondino come le emozioni. Il mare come amore, il mare come ossessione. La passione tra l'acqua ed Enzo Maiorca, 69 anni, 28 volte recordman di apnea, è antica.
«A due anni a causa della mia salute cagionevole miei genitori andarono a vivere in riva al mare, a Grottasanta, 3 chilometri da Siracusa. Il primo ricordo che ho della mia vita è una distesa di acqua delineata dal contorno delle finestre che si affacciavano tutte sul mare. Le onde sbattevano negli infissi e lasciavano sui vetri scaglie di sale che si animavano con la luce. Quando tornava il sereno mi abbagliavo con tutto quel luccichio. Vedevo cento soli, cento lune, migliaia di stelle, tanti arcobaleni. E fantasticavo su cosa ci fosse al di là dell'orizzonte dell'acqua, dentro le onde». Maiorca parla con una voce da tenorino, flebile, delicata. E dire che ha polmoni infiniti, capaci di resistere senz'aria per sette minuti abbracciato agli oceani, e il coraggio di sfidare l'ignoto degli abissi e l'ignoto dentro il suo cuore.

sabato 12 novembre 2016

Fatelo voi, l'allenatore


Quando Vialli si alzò dalla panchina all'ultima giornata, battuto per 3-2 dal Gillingham, in cuor suo sapeva già come sarebbe andata a finire. Elton John non era più presidente del Watford da diciotto giorni e quelli dopo di lui gli avrebbero fatto pagare le diciannove partite perse in un anno. Contratto risolto. I giornali italiani scrissero che gli offriva un posto la Reggina. Vialli rispose come Bartleby lo scrivano, preferisco di no, sono passati quattordici anni e il momento giusto non è tornato ancora. Si sta più comodi sulla sedia che nel frattempo gli ha dato Sky: undici allenatori di serie A su venti guadagnano meno di lui e non c'è sconfitta che possa fargli del male.