martedì 29 settembre 2009

Il prossimo sarà Gerry Scotti con Nicole Kidman

Qualcuno ricorderà la storia di Marilyn Monroe innamorata di Carlo Croccolo. Riuscì a soppiantare persino quella del feeling fra Sharon Stone e Pippo Baudo. Ora se ne viene Frizzi, e ci racconta:

Rimane storico l’invito a cena di Demi Moore, nel 1998, durante la mia conduzione di Domenica in. Le risposi da bacchettone: sono sposato, non posso. Grazie. Un’occasione volata via. Sarei stato felice di stare un po’ con lei e tra l’altro ero a un passo dalla separazione.

lunedì 28 settembre 2009

Picture yourself in a boat on a river

Non era Lsd. Lucy esisteva davvero nel suo cielo con i diamanti. Ora Lucy non c'è più.

sabato 26 settembre 2009

Il giorno dei giorni


Se da bambino mi avessero imposto di scegliere un solo avvenimento sportivo da guardare nell'arco di un anno, uno e uno solo, avrei scelto il campionato mondiale di ciclismo. E non ho cambiato idea. Il mondiale di calcio dura un mese, quello di ciclismo dura 6 ore. In tv non te le fanno vedere tutt'e sei, ma quasi. E' il più breve mondiale di tutti, tra gli sport individuali. Perché il ciclismo, che sembra sport individuale, in effetti non lo è. Giovanni, in casa sua, scrive che stavolta l'Italia ha una squadra forte ma non fortissima. Non ha Bettini, l'Italia. Ma la sensazione è che non vincerà un italiano. Così, a naso.
Però non è un dramma. Certo, da bambino ero tutto azzurro e Italia, specialmente se di mezzo c'era Saronni: che perdesse a Praga o che vincesse a Goodwood. Solo che negli ultimi anni - sarà una malattia - il tifo scappa pure per gli stranieri. Tipo lo spagnolo Olano che in Colombia vinse con la ruota bucata. Domani sarebbe bello se vincesse un australiano (Evans o Gerrans), un russo che si chiama Ivanov, un inglese di nome Millar o il figlio di Roche. Tra gli italiani Basso. Punterei un soldino sullo spagnolo Sanchez, sono curioso di vedere che fa Cancellara, mentre due sorprese possono essere il polacco Szmyd e il danese Fuglsang.
Negli ultimi 8 anni il Mondiale è sempre stato vinto da un ciclista reduce dalla Vuelta. E negli ultimi tre anni venivano dalla Vuelta tutt'e tre i piazzati sul podio.

Chiamatemi Ishmael

Il signor Fred Benenson è un web manager americano che ha lanciato un appello affinché si raccolgano 3.500 dollari. Con quei soldi intende assumere e pagare dei traduttori dall'inglese all'emoji. L'emoji è molto popolare in Giappone. Consiste in una serie di simboli e faccine, tipo emoticon, però statici, utilizzati sia negli sms sia nelle mail.
Benenson vuole tradurre con quelli il romanzo più americano tra tutti i romanzi americani, Moby Dick. Si chiamerà Emoji Dick.
Uno si domanda perché. Gliel'hanno chiesto quelli del New Yorker. Lui ha risposto

I’m interested in the phenomenon of how our language, communications, and culture are influenced by digital technology. Emoji are either a low point or a high point in that story, so I felt I could confront a lot of our shared anxieties about the future of human expression (see: Twitter or text messages) by forcing a great work of literature through such a strange new filter.
Finora ha messo insieme 641 dollari. O raccoglie la cifra entro il 19 ottobre, o non se ne fa niente. Intanto c'è l'incipit.

giovedì 24 settembre 2009

Vuoi mettere gli stringozzi al sugo d'oca?


Primo estratto: volo per 2 persone andata e ritorno per il Brasile

Secondo estratto: volo per 2 persone andata e ritorno per Cuba

Terzo estratto: week-end in hotel per 2 persone ad Assisi

Psicologia erotica di umberto tozzi


C’è un cantautore italiano che più di ogni altro ha un rapporto tormentato con le donne. Uno che nasce maschilista (“Io lavorerò, tu mi aspetterai”) e arriva fino allo stalking (“Io ti seguirò con quelli che uscirai”). Ma non è un uomo cattivo. E’ come se avesse bisogno di quest’autoritarismo da macho (“Roma Nord, cominciati a spogliare intanto”) per compensare una sua debolezza naturale nel prendere decisioni, dunque demandate al caso (“Se viene testa vuol dire che basta lasciamoci”); un vulnus probabilmente dovuto a evidenti disturbi della memoria a breve termine (“Vista da vicino tu sei più bella che mai, chi ti ha fatto entrare”). Un uomo complesso: fotofobico (“E sottane / sulla luce io ti / aaa-mo”), asmatico (“Nell’aria c’è / polline di te”), incline a compagnie di natura mitologica (“Apri la porta a un guerriero di carta igienica”), con singolari perversioni (“Fammi abbracciare una donna che stira cantando”), amante di giochi erotici estremi (“Abbracciami di mare dolce piovra, Eva”), un gusto ardito per i preliminari (“Fatti un po’ prendere in giro prima di fare l’amore”), e però spesso schiacciato dall’ansia da prestazione fino all’impotenza (“Con te nuda sul divano faccio stelle di cartone”), al punto da rifugiarsi nella pratica dell’onanismo (“Gloria, manchi ad una mano che lavora piano”).
Ecco, tremate. Questo cantautore qui ha fatto un disco nuovo dopo 6 anni.

giovedì 17 settembre 2009

Scomodi ma belli

Un sondaggio di Cosmopolitan ha scelto qual è la sex position più spinta.
Quella contro il muro.
Victoria Lucia racconta perché, quali sono le possibili variabili da adottare, e indica un modello cinematografico nella scena tra James McAvoy e Keira Knightley in Espiazione. Con tutti quei libri lì.

La fine della letteratura

Esiste una pagina web dove voi (ma volendo anche io) inserite l'ultimo libro che vi è piaciuto, e loro vi consegnano (ma volendo anche a me) una lista di titoli che di conseguenza potrebbero piacervi. Questo posto si chiama Book Seer.
Ah, vi avverto. Dopo Veltroni dice che non c'è più niente da leggere.

mercoledì 16 settembre 2009

Zapping Silvio


Sta passando un po' sotto silenzio il fatto che il regista di L'Onore e il rispetto Parte Seconda, la fiction che ieri sera ha fatto più spettatori di Berlusconi a Porta a Porta, è Salvatore Samperi. L'uomo a cui dobbiamo Malizia. Samperi è morto sei mesi fa. Sennò il Pd lo faceva segretario per acclamazione.
(I voti per Berlusconi alle europee furono 10 milioni. Dunque ci sono 7 milioni di elettori Pdl che ieri sera hanno cambiato canale)

Brad, Matt and George

Matt Damon va da Letterman e si fa due risate sulla storia di Clooney gay che tanto ci appassiona



[Francesco Costa chiama tutto questo Lost in Translation]

martedì 15 settembre 2009

Poi di colpo mi trattieni il bicchiere


Nel più puro e sperimentato stile di questo governo, che consiste nell'accennare a una proposta, amplificarla, ritrattarla parzialmente, considerarla malgiudicata, negarla del tutto, reintrodurla sotto mentite spoglie, ripomparla e re-imporla in un polverone ormai caotico (tipo il maestro unico), tornano le gabbie salariali. Chi non se lo ricorda? Le volevano, erano urgenti, necessarie, giuste, poi no, anzi non se ne era mai parlato, nessuno le chiedeva, non di quello si trattava ma di contrattazioni decentrate, in fondo pure i sindacati sono d'accordo, su questo si può siglare una pax, la firmiamo?, firmiamola, e poi alla fine tà-tà, servono le gabbie salariali perché la vita al sud costa meno.
Chi ne avesse voglia, scoprirebbe che i beni essenziali, tipo una cosuccia chiamata benzina, al sud costano di più. Agli esempi già noti al cortile, adesso va aggiunta un'altra cosetta trascurabile che è l'acqua.
Secondo i dati di Altroconsumo, la città con la bolletta meno cara d'Italia è Milano, dove 200 metri cubi di acqua, il consumo medio annuo per una famiglia di 3 persone, costano 110 euro. A Milano. E a Venezia costano solo un poco di più, 154. A Lecce e Bari si va sopra i 300, per fare un esempio.
Certo, Ferrara vive un gran bel paradosso. Ha la terza bolletta più cara d'Italia (388 euro) e la terza acqua peggiore d'Italia per qualità. Dietro Reggio Calabria e Lecce, se vi interessa, e davanti a Catanzaro. Ripeto: Reggio Calabria, Lecce, Catanzaro. E però servono le gabbie salariali.

Il numero 2 di New York


Non Murray, né Nadal. Ma a New York ha di nuovo vinto chi stava nella parte bassa del tabellone

lunedì 14 settembre 2009

Tradurre Walt Whitman

Quando qualche anno fa, mmm... diciamo sei o sette, per un po' non ebbi un lavoro, mi venne di dare un senso agli studi, compiuti come esponente di rango della "generazione saltata", la generazione scavalcata dal lavoro con un drop tipo rugby, noi che ci siamo iscritti all'università come se le università fossero strisce blu, parcheggiati lì dentro solo per rinviare il momento in cui si prendeva atto che non eravamo più studenti ma disoccupati. Anzi inoccupati. Ed eravamo tanti così. I miei amici facevano lezione nei cinema. E comunque. Uno dei seminari del corso di laurea aveva lasciato il ricordo che il verso libero di Walt Whitman fosse in qualche modo accostabile, per ragioni ormai oscure - adesso non state a chiedere troppi dettagli - all'endecasillabo della poesia italiana.

Tutto intorno a te

Il primo sms appena arrivato in vacanza, la settimana scorsa, me l'ha spedito l'azienda di telefonia a cui pago la scheda e la linea. L'azienda che prima c'era Megan Gale, poi Totti, poi la moglie di Totti, poi Gattuso. Un'informazione di servizio. Testo:
Benvenuto in Francia. Chiamate verso Italia ed Europa: 83cent/min, ricevute: 30
cent/min - tariffe da scontare come rpevisto da Piano. Invio Sms: 11 cent.
Navigazione: 1,075 euro per sessione. Internet e mail: 0,73 cent/KB, scatti max
100KB. Tariffe Iva escl. Chiamate d'emergenza in Europa: n. gratuito 112. Altre
info: n. gratuito 42042
Che carini. Informazione dettagliata e trasparente. Con un problema.
La Sardegna non è in Francia.

Martone, il dottore del rugby

TRENTADUE anni spesi a inseguire una palla storta. «Giocavamo al macello, dove ora ci sono quei grattacieli...». Quei grattacieli, il Centro direzionale. «Oppure dove c' era l'Inam...». A piazza Nazionale. «E al campo dell'Ilva di Bagnoli? Diamine, solo dei pazzi potevano pensare di giocare lì. Si sputava nero dopo ogni allenamento.E al Vomero, certo». È la mappa di Napoli attraverso la lente del rugby e dei ricordi, così come la racconta Marcello Martone, oggi ottantenne, due scudetti vinti nel '65 e nel '66 con la Partenope, un piccolo grande miracolo nella storia dello sport cittadino. Martone era il piedino d'oro della squadra, quello che calciava i drop, unico rugbista sull'album Panini "I campioni dello sport ' 66/67", figurina numero 397, dopo Don Fullmer e prima di Nicola Pietrangeli. Aveva cominciato che non era ancora maggiorenne, ha smesso che di anni ne aveva cinquanta. Come nel calcio è riuscito solo a sir Stanley Matthews, l'ala destra della nazionale inglese a cui un giorno chiesero: «Hai 32 anni, pensi di riuscire a giocare altri due campionati?». Altro che due. Nelle gambe gliene avanzavano altri 18.

mercoledì 2 settembre 2009

luglio e agosto, top ten

1. Portugal. The Man, The Satanic Satanist
2. Arctic Monkeys, Humbug
3. Destroyer, Bay of Pigs
4. Jj, Jj n. 2
5. Nurses, Apple Acres
6. Yacht, See Mistery Lights
7. Temper Trap, Conditions
8. Antlers, Hospice
9. As Tall As Lions, You Can't Take It With You
10. Jay Brannan, In Living Cover

Qui sotto la solita ottina di pezzi che ha girato più spesso nel lettore mp3 ottantacentesco [oltre che tracce dai cd top 10 ci sono Dodos, David Gray, Adamandevil; mancano purtroppo i Destroyer e un pezzo di Demi Lovato curato da John Mayer che troveremo sicuramente nei Dsc Awards a fine anno, state senza pensiero]