mercoledì 26 agosto 2009

Perché a Flushing Meadows è meglio essere #2


Lunedì cominciano gli Us Open a New York, il solo torneo che si vince più facilmente partendo dalla seconda metà del tabellone. Già vi sento: come? come? Lo so, è uno choc. Ricominciamo daccapo. Nel tennis esistono 4 grandi tornei, che si chiamano Slam. Due di questi Slam li chiameremo "estremi", Parigi e Wimbledon, perché si giocano rispettivamente su terra battuta e su erba, superfici cioè dove gli specialisti impongono la loro legge oltre le gerarchie "oggettive" del computer. Escludiamoli un attimo.
Restano Melbourne e New York, dove si gioca su cemento, cioè la superficie che da tanti viene ritenuta neutra, quella su cui si dovrebbe giocare un eventuale "campionato del mondo", quella sulla quale le gerarchie in termini di "valore assoluto" vengono fuori.


Dal '78 a oggi, da quando a New York ha adottato il cemento, si vince più facilmente se si viene sorteggiati nella parte bassa del tabellone: sono 13 i titoli dei giocatori della parte alta e 18 quelli della parte bassa. A Parigi invece ci sono 27 vincitori della parte alta e 13 nella parte bassa, a Wimbledon sono 24 nella parte alta e 15 nella bassa. Cosa significa? Un caso? O c'è un motivo?
Il motivo, secondo me, c'è. La tesi è: senza l'influenza delle superfici estreme, e dunque sul cemento, il sorteggio favorisce chi sta nella parte bassa del tabellone. Vediamo.
Intanto cosa significa parte alta e parte bassa. La parte alta, dall'inizio del tabellone fino alla sua metà, è quella in cui si trova il giocatore più forte, il numero 1 del momento. Il favorito. La parte bassa, dalla metà in giù, è quella dominata dal numero due. Poi esistono altre "teste di serie". Le teste di serie sono i giocatori più forti (a volte 16, a volte 32), che vengono posizionati in modo tale che non si incontrino subito fra di loro. Tolte loro, restano gli "altri". Fra gli "altri", ovviamente, ci sono i più forti e i meno forti.
Tolte le teste di serie, prendiamo allora i 10 più forti e chiamiamoli "mine vaganti". Ebbene. La tesi del mezzadro di codesto spazio web è che esistono maggiori possibilità per queste "mine vaganti" di finire nella prima parte del tabellone, anziché nella seconda, sfavorendo così il favorito.
Immaginate un sorteggio. Immaginate un'urna con - semplifichiamo - 100 palline dentro. Fra queste 100 ce ne sono 10 speciali, "le mine" vaganti, gli avversari più insidiosi. Se io sorteggio il tabellone e sistemo i giocatori procedendo dall'alto al basso, chi ha più probabilità di pescare quelle 10? Il numero uno o il numero due? Io dico il numero uno. Perché per una cinquantina di volte si pesca dalla sua parte, e ogni volta che si pesca si alzano le probabilità di prendere una "mina". Superata la boa di metà tabellone, è più probabile che un numero di "mine" sia già andato. Io prendo come testimonianza della bontà della tesi i risultati esposti sopra: e cioé il maggior numero di vittorie di chi è nella parte bassa a Melbourne e a New York, laddove gli specialismi (outsider di terra o di erba) non pesano. Se così non fosse e se io avessi sbagliato (non vi sorprendete, a volte ragiono anche per assurdo), avrei bisogno di sapere una cosa più difficile: perché proprio su cemento, la superficie più "neutrale", vincono più spesso le teste di serie numero 2 (13 titoli a New York e 13 a Melbourne) anziché le teste di serie 1 (11 titoli a New York e 12 a Melbourne).
C'è un punto debole. Non ho uno straccio di formula matematica con cui esprimere la teoria del sorteggio. Perciò spero che passi di qui un dotto. Per l'ultimo teorema di Fermat servirono 300 anni. Vi prego, fate prima.

2 commenti:

TuttoFaMedia ha detto...

Post fantastici.
Ti appoggio, a prescindere.

(Comunque Roger deve sfatare il tabù dei papà non vincenti: due gemelle, addirittura!)

Picasso ha detto...

Ecco perchè scrivevi di Murray. Teoria fantastica, alla quale, inutile rimarcarlo, non avevo minimamente pensato. Ed ovviamente non ho la formula matematica. Siamo i Tommasi/Clerici del 3000, e nessuno l'ha capito. =)
Però di mine vaganti ne vedo ben poche. Petzschner certo, ma finché non faranno giocare gli Us Open sulla Luna, la vedo dura, l'orridissimo Yeti Junqueira, se giocheranno sull'Himalaya.
Ciao, a presto.