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Le puntate finivano, e s'andava a guardare sull'atlante dov'è che fossero esattamente quei paesini di quelle 7 Nazioni. Chi voleva, si preparava. Sorrisi e Canzoni faceva sapere con un po' d'anticipo paesi e città in corsa. Ogni tanto spuntava un luogo che a casa si conosceva già. Mi ricordo una volta Gaeta e una volta Amalfi, per non dire di quella sera di giugno del '77, quando tà-tà-tà tà-tà si manifestò in gara addirittura Solofra, il paese di mia nonna, dove ci presentavamo armi e bagagli due volte l'anno, agosto e novembre. Anguria e castagne.
Solofra non fece un figurone. Il fil rouge, quella sera, consisteva nel trasportare degli enormi pezzi di frutta finta, in gomma o in spugna, chi lo sa, lungo un ponticello sospeso sull'acqua, mentre quelli delle altre nazioni sparavano della schiuma contro come forma di contrasto. Eh sì, questi alla fine erano i Giochi senza Frontiere, 17 milioni di spettatori di media negli anni '70. Sul ponticello per Solofra salì tale Michele Vignola, professore di educazione fisica, si diceva, e dal ponticello cascò in acqua mentre cercava di trascinarsi dietro una mezza luna gialla che rappresentava una banana.
Da quel giorno a Solofra diventò per tutti Michele 'a banana.
Dieci anni fa, 31 agosto '99, tutto è finito.
(nella foto in cima la copertina del numero di Sorrisi in cui si parlava di Solofra ai Giochi, in vendita su EBay; nella foto sotto anche il Belgio gioca il suo jolly)
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