sabato 20 agosto 2011

L'uomo con il Messaggero sotto al braccio

L'uomo con Il Messaggero sotto al braccio porta lenti scure a goccia e tutta la vita stampata sulla faccia. Fa su e giù ogni mattina, quando lascia il garage dove lavora. Dice che sta qui da cinquant'anni, che der quartiere San Giovanni conosce tutto, potrebbe pure ddì quanti sanpietrini ce stanno, anche se nun li ha contati mai. Il garage è il regno dove ha scelto di far brillare il suo tramonto. Forse è qui dopo la pensione. O forse da sempre, magari un lavoro non ce l'ha avuto mai. Oltre la discesa, laggiù, inchioda le sue mattinate da ultrasettantenne dentro il box del guardiano, ma guardiano non è, l'uomo con il Messaggero sotto al braccio dice solo buongiorno buongiorno, e fa sempre un sorriso. Un monumento al garbo. Si trattiene due ore, a volte tre. Poi va via, e riappare nei paraggi quand'è sera. Torna per chiudere il portone della chiesa. Gli hanno dato le chiavi pure di quella. Dice che tanto tempo ormai è passato, lo dice senza amarezza, mentre stringe la mano e un po' gli trema, ché in questo lui è uguale agli altri perché il tempo passa ppe' tutti, importa solo che sia passato bene. Cos'è che in tutto questo tempo l'abbia reso felice lo sa bene, non deve mica pensarci, e anzi ha voglia di dirlo con gli occhi che gli brillano dietro le lenti, lui guarda e dice So' felice che in cinquant'anni nessuno m'ha mai fatto un richiamo.

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