La via Domiziana è la strada statale che dalle porte di Napoli si spinge fino alla via Appia. Attraversa Castel Volturno, città della strage degli immigrati africani del 2008, tornata sui giornali per le due donne uccise e sepolte da otto anni in un' intercapedine di 70 centimetri. È qui che Marco Ciriello ambienta la prima indagine del suo commissario debuttante, Claudio Valenzi, un trucido che fuma 56 sigarette al giorno, cita Malaparte e si intrattiene con prostitute per esorcizzare il cancro alla prostata, facendo sesso con le registrazioni dei discorsi del Duce in sottofondo. Accanto a lui una serie di personaggi che non si fanno dimenticare facilmente: un killer serbo, un divo del sottobosco del porno, il produttore che è pure un senatore. Valenzi si trova al cospetto di un pugno di delitti tra cui cercare un filo, e magari risolverli pure. Lui che odia tutti, e più di tutti i giornalisti. Ciriello, scrittore irpino, racconta ogni cosa in una lingua ispida, un italiano discorsivo impastato di dialetto casertano. Gioca con le convenzioni del noir e diverte con le sue memorabili figurine grottesche, impegnate a competere in fantasia con i personaggi reali proposti dall'attualità.
(Repubblica, 18 novembre 2012)
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