Forse è stata la vita tra le piante a infondergli quel flusso con cui trasforma ogni sconcio in virtù, giacché le piante sono esseri superiori, hanno imparato "ad accogliere ciò che non puoi cambiare". Ha qualcosa di Chance, il Peter Sellers di Oltre il giardino. Il suo flusso è usato e guidato da un' entità misteriosa: i "quelli". Che provano a imporre una dittatura etica. Sono "quelli" a inviarlo di qua e di là, si fanno sentire, ordinano e dispongono che lui vada alla presentazione di un libro affinché le banalità di uno scrittore siano smascherate; in Parlamento perché una richiesta d' arresto d' un deputato sia accolta; in un centro di produzione tv così che i partecipanti al solito reality possano scapparsene felici a casa, nell'anonimato. Giovanni *** viene insomma piazzato "come un ordigno". E' così involontariamente sovversivo da diventare pericoloso. "Quelli" gli danno una scorta, un certo Granchio, un pregiudicato che tante ne ha viste e altrettante ne ha fatte, "il suo diavolo custode", parlante di una lingua farcita di neologismi o vocaboli rimescolati, il più bello di tutti è forse nizzicare (che sta più o meno per indugiare). Presta tesse l' impossibile elogio della mitezza e della bontà eversiva alla sua maniera. Impasta l'indignazione con l'umorismo. E' un devoto di Ennio Flaiano, e si vede. Lancia Giovanni on the road, in fuga dai servizi segreti, seminando descrizioni e ragionamenti gonfi di paradossi. "I gusti del gelato la dicono lunga sui cambiamenti che una società subisce nel corso degli anni. Un tempo eri un tipo stravagante se ti piaceva la stracciatella. Oggi la gente trova normale leccare un abbinamento cardamomo-zenzero". La fuga di Giovanni *** macina le istituzioni e fa polpette del mondo dell'informazione. Tutto si complica quando per mezz'ora il vivaista dall'energia misteriosa sfiora il palazzo della Borsa, tempio impermeabile ai radicali cambiamenti almeno quanto uno stadio di calcio, dove stanno per giocare la piccola squadra della città contro "il grande club costretto da anni a subire con dignità e un certo stile il sostegno arbitrale". Ecco. Poniamo che esista una persona così. Un uomo che ha il potere di cambiare il mondo, si domanda Presta, con l' Italia che cosa c'entra? Su un piantagrane del genere, Wes Anderson in America ci farebbe un grande film.
(la Repubblica, 15 novembre 2012)
(la Repubblica, 15 novembre 2012)
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