lunedì 22 giugno 2009

Il meraviglioso mondo di Rezai


E' cominciato il torneo di Wimbledon. Tra un po' sul campo numero 12 scende in campo Aravane Rezai, una ragazza francese nata da genitori iraniani. Suo padre Arsalan era un meccanico. Oggi è il suo allenatore. Sua madre, Nouchine, le fa da fisioterapista. Ma Aravane preferisce che loro non vedano le partite. Nel 2001 e nel 2005 Aravane Rezai ha vinto la medaglia d'oro Giochi islamici femminili. Non ha tagliato le sue radici. Ha la doppia nazionalità. Dalla sua scheda sul sito Wta: il cibo preferito è il kebab, ama la poesia persiana, il suo giocatore preferito è Agassi.
Fino a poco fa, la famiglia Rezai viaggiava e dormiva a bordo di un pullmino perché non potevano permettersi aerei né hotel. L'avversaria di oggi è la giapponese Ayumi Morita.

Quel che c'è da capire è se Aravane va in campo con qualcosa di verde, ripetendo così uno dei gesti più coraggiosi tra quelli mai visti su un campo di calcio, e cioé il polsino indossato da alcuni calciatori della nazionale di calcio dell'Iran durante la partita con la Corea del sud per la qualificazione al mondiale 2010. Sono Mehdi Mahdavikia, il solo che si sia rifiutato di toglierlo nell'intervallo; Javad Nekounam, che ha tinto di verde la sua pagina Facebook; e poi Ali Karimi, Hossein Kaabi, Masoud Shojaei, Mohammas Nosrati. I giornali iraniani filogovernativi scrivono che sono stati pagati. AzinTn su Twitter racconta che saranno espulsi dalla nazionale.

Un'altra cosa va detta.
Un posto dove appendere il cappello di Lorenzo Cairoli e l'account friendfeed di Ezekiel sono i due luoghi in cui vale la pena fermarsi a ogni ora del giorno per sapere quello che sta succedendo a Tehran.

Nessun commento: