mercoledì 17 giugno 2009

Dialogo tra un ottantacento e un non so


- Ho visto il video.
- Terribile vero?
- Impressiona, sì. E poi ho letto il tuo post.
- E non sei d'accordo, giusto?
- Non ho capito tu come la pensi.
- Io credo che Napoli si sia incattivita. Lo vedi con Petru, con i campi rom bruciati, con la donna immigrata che partorisce e viene denunciata. Continuo?
- E credi che in un non meglio identificato "prima" non ci fosse tutto questo?
- Forse custodisco ricordi legati a un'era fatta d'ingenuità.
- L'hai visto bene il video?
- Tu sì, mi pare di capire.
- Vediamolo insieme.
- Vediamolo.


- Il primo che scappa è il povero Petru.
- Be'. Certo. L'hanno colpito. Che doveva fare?
- Giusto. Anche la moglie scappa.
- E cosa doveva fare la moglie?
- Dunque stiamo assumendo per buono il fatto che dinanzi a degli spari si possa scappare.
- Rispondimi: che doveva fare la moglie?
- Ok. Ricordati la domanda che mi fai, e io vado avanti. Qualcuno potrebbe risponderti che la donna non è rimasta all'esterno della stazione a soccorrere un quattordicenne a terra, ferito in strada.
- Ma sei matto? Tu dici che non doveva seguire suo marito, ma doveva soccorrere un estraneo?
- Non lo dico io. E' quello che stiamo rimproverando agli indifferenti.
- Stai barando. Non è la stessa cosa.
- Seguimi. Se scappa uno, in un posto scappano tutti.
- Sì. Ma poi Petru casca a terra. E nessuno lo soccorre.
- Guarda il video. Guarda cosa succede quando il povero Petru è a terra. Ci sono tre donne e tre ragazzine. Una delle ragazzine è già oltre il varco della biglietteria. E' spaventatissima. E' divisa dal resto della compagnia. Forse è la sua famiglia. Prova a scavalcare per tornare indietro. Per tornare da loro. Per non restare sola. E' panico purissimo. Le donne pensano a portar via bambine e ragazzine. Quella domanda di prima, ora te la faccio io: che dovevano fare? Dovevano lasciar perdere le figlie e soccorrere l'uomo a terra?
- Non mi convinci.
- La moglie di Petru si dispera. Nell'inquadratura si vede gente che arriva. Dall'interno della stazione. Dunque c'è gente che torna indietro e non resta ad aspettare la funicolare. C'è persino una ragazzina con lo zainetto che prova a oltrepassare i varchi. Un braccio (la madre?) la tira indietro.
- Non è indifferenza, questa?
- Della ragazzina non direi.
- E' una ragazzina. E' una sola.
- Non è vero. C'è stata una mobilitazione nei giorni successivi.
- Sì. E in quel momento?
- La ragazzina voleva aiutare. Perché deve valere solo l'atteggiamento della madre che preoccupata la tira indietro?
- Così è facile. Nel video ti scegli quello che vuoi vedere.
- Come tutti. Come sempre. Ti sei mai trovato in mezzo a degli spari? A una sassaiola allo stadio? A una rissa? C'è chi fugge. Chi pensa a mettersi al riparo. Non siamo addestrati alla guerra.
- Dai, stavolta le immagini sono chiare.
- E quello che non si vede? Poniamo che fuori dall'obiettivo della telecamera ci siano tot persone che stanno chiamando ambulanze, cercando medici, inseguendo killer. Poniamo che dentro l'obiettivo, tra le persone che vediamo e che ci sembrano indifferenti, ce ne siano di calme, lucide, che non si sbracciano, non sbraitano, ma hanno già silenziosamente chiamato un'ambulanza o un medico?
- Tu credi che è andata così?
- Non lo so. Io credo che non devi stabilire ciò che è accaduto in base a un video. Anche un video è una ricostruzione parziale. Per esempio non mostra l'arrivo di un'ambulanza.
- Soccorre il ragazzino, non Petru.
- Lascia perdere. Se un'ambulanza arriva, vuol dire che qualcuno l'ha chiamata. Che qualcuno ha visto, s'è impaurito, e anziché soffermarsi sulla riflessione dio mio quanto è diventata indifferente o xenofoba questa città, ha preso un telefono e ha chiamato un'ambulanza. L'ambulanza è arrivata e ha soccorso chi era fuori la stazione. Chi era in strada.
- Ti arrampichi sugli specchi.
- Ascolta. Questa storia è di 3 settimane fa. I giornali non l'hanno taciuta né nascosta. Anzi. E' stata raccontata proprio come il video ci mostra.
- Allora? Che vuoi dire?
- Possibile che venga riscoperta adesso, per via di un video? Non è indifferenza pure questa? Indifferenza alle parole. Lo scandalo è creato dall'immagine. Se non ci fosse stato il video, oggi chi avrebbe avuto voglia di ricordare Petru?
- Tu vuoi solo difendere Napoli e i napoletani.
- No.
- Sei come il sindaco Iervolino, che fa l'offesa e lascia intendere che si sarebbero regolati allo stesso modo in tutte le città.
- Può darsi che si sarebbero regolati tutti così. Ma non mi importa. Se anche fosse, non assolverei comunque Napoli e i napoletani. Anzi. Io dico che la prima gigantesca indifferenza non è verso il povero Petru che muore, ma verso le moto dei killer che arrivano e sparano. Verso quella cultura. Un'indifferenza che ti entra dentro. E lì rimane. Non è già grave? In alcuni diventa paura. Diventa una spinta a scappare. In altri fiorisce in ammiccamento, collusione, arruolamento.
- Stai cambiando discorso.
- Sei tu che non vuoi cambiarlo. Io dico che allargo le braccia dinanzi a una paura che può passare per indifferenza. Io mi scandalizzo per un'indifferenza che muta in omertà. Lascia perdere il video e chiediti una cosa più importante: esiste un testimone in tutta questa vicenda?

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