Categoria principale: miglior canzone da ascoltare sul divano
[main category - best tracks 2011: song to be listened on a sofa]
Radiohead - Lotus Flower
Fleet Foxes - Helplesseness Blues
Danger Mouse e Daniele Luppi - The Theme of Rome
Decemberists - This Is Why We Fight
Beirut - The Rip Tide
Girls - Vomit * per me pezzo dell'anno
St. Vincent - Cruel
Broken Records - Let Me Come Home
Miglior interprete maschile
[Best male vocalist]
Paul Simon - Love and Hard Times *
Bon Iver - Calgary
Peter Gabriel - San Jacinto
Tom Waits - Bad as me
Stephen Malkmus - No One Is (As I Are Be)
Raphael Saadiq - Stone Rollin'
Butch Walker - Pretty Melody
Paul Simon - Rewrite
[si ascoltano qui]
venerdì 30 dicembre 2011
giovedì 29 dicembre 2011
I duetti del 2011
Tony Bennet feat. Amy Winehouse, Body And Soul *
Semplicemente il pezzo che ci ricorda che cosa non saremo più, da quando Amy non c'è.
Danger Mouse & Daniele Luppi feat. Norah Jones, Season's Tree
La voce di Norah Jones che arriva e ingioiellisce (si può dire ingioiellisce?) quello che già era il cd dell'anno (Rome) anche senza di lei.domenica 25 dicembre 2011
e va bene: i miei 10 film di natale preferiti
1) La vita è meravigliosa, di Frank Capra
2) La carica dei 101, di Wolfgang Reitherman
3) The Nightmare Before Christmas, di Tim Burton
4) Il Grinch, di Ron Howard
5) Elf, di Jon Favreau
6) Harry ti presento Sally, di Rob Reiner
7) La fabbrica di cioccolato, di Tim Burton
8) Love Actually, di Richard Curtis
9) Edward mani di forbice, di Tim Burton
10) Regalo di Natale, di Pupi Avati
auguri a tutti
2) La carica dei 101, di Wolfgang Reitherman
3) The Nightmare Before Christmas, di Tim Burton
4) Il Grinch, di Ron Howard
5) Elf, di Jon Favreau
6) Harry ti presento Sally, di Rob Reiner
7) La fabbrica di cioccolato, di Tim Burton
8) Love Actually, di Richard Curtis
9) Edward mani di forbice, di Tim Burton
10) Regalo di Natale, di Pupi Avati
auguri a tutti
martedì 20 dicembre 2011
I ragazzi di Scorsese
Newsweek ha chiesto a Martin Scorsese - il cui nuovo film Hugo negli Usa è già uscito e in Italia no - quali siano i suoi film preferiti che abbiano dei ragazzi per protagonisti. Scorsese ha fatto un elenco di 11 kids' film. Sono questi qui:
lunedì 19 dicembre 2011
La migliore canzone italiana del 2011
Caparezza, Kevin Spacey *
Lo spoiler cantato, l'ultima geniale invenzione di Caparezza. Più cattivo di Kaiser Soze. E se non sapete chi è Kaiser Soze, con questa canzone lui vi toglie tutto lo sfizio di vedere I soliti sospetti. La moglie del soldato ha il pisello e Bruce Willis muore in Armageddon.
Lo spoiler cantato, l'ultima geniale invenzione di Caparezza. Più cattivo di Kaiser Soze. E se non sapete chi è Kaiser Soze, con questa canzone lui vi toglie tutto lo sfizio di vedere I soliti sospetti. La moglie del soldato ha il pisello e Bruce Willis muore in Armageddon.
Dente, Saldati
La erre moscia più arguta della canzone italiana. Che poi non è proprio moscia, ma rotante. Portami a vedere il cielo questa notte anche se è nuvolo.venerdì 16 dicembre 2011
"Napoli è una città triste, gli somigliava"
Oggi avrebbe compiuto settant'anni Vittorio Mezzogiorno.
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giovedì 15 dicembre 2011
La scienza nel pallone
Non è stata colpa di Rocchi. Lui è innocente. Va assolto. Se domenica ha visto male sulla caduta di Ibrahimovic nell'area del Bologna, la colpa è della sua maestra elementare che gli ha insegnato a leggere. Da sinistra a destra, come in tutte le lingue occidentali, consegnando così al cervello il tragitto delle informazioni "corrette". Per questo gli arbitri sono più vulnerabili sull'altro lato, per questo Rocchi e i suoi fratelli continueranno tutta la vita a fischiare più spesso fallo quando l'azione si svilupperà da destra verso a sinistra. Anche se il fallo non c'è. Come del resto sbagliano i portieri a tuffarsi in anticipo sui calci di rigore. È un gesto che va contro il regolamento, soprattutto va contro la logica. Magari non lo sanno. Quando il portiere si lancia prima che il tiratore colpisca la palla, sottraea se stesso il 15% delle possibilità di parare. Se aspettasse di vedere la direzione del tiro, la sua percentuale crescerebbe del 33%. E c'è una legge per il colpo di tacco, per il colpo di testa, per il fallo laterale, per la rovesciata.
La faccia e il metodo Spielberg
Un paio d'anni fa, di questi tempi, uscì un nuovo film del grandissimo John Woo, e non si poté fare a meno di notare che avrebbe dovuto rinunciare almeno quella volta alla sua scena preferita, ricorrente in ogni lavoro: un uomo che punta una pistola contro un altro uomo che a sua volta gli punta una pistola.
lunedì 5 dicembre 2011
Le catene all'albero di natale che scioglie il sangue dint''e vvene
Dunque succede questo. Qualcuno pubblica sul suo profilo Facebook un link a una notizia: a Napoli hanno rubato come già altre volte negli anni scorsi l'albero di Natale dalla Galleria Umberto.
Il link viene ripreso. Viene condiviso. Viene diffuso. Viene commentato. "Poteva non succedere a Napoli?". Siamo gente di merda, siamo la sfaccimma della gente. Ironia, sarcasmo, vergogna. Finché arriva la scoperta. Colpo di scena. Il link è vecchio, risale all'albero di Natale 2006, a uno dei furti già noti.
Il nuovo furto non c'è. Non è mai esistito.
Il link viene ripreso. Viene condiviso. Viene diffuso. Viene commentato. "Poteva non succedere a Napoli?". Siamo gente di merda, siamo la sfaccimma della gente. Ironia, sarcasmo, vergogna. Finché arriva la scoperta. Colpo di scena. Il link è vecchio, risale all'albero di Natale 2006, a uno dei furti già noti.
Il nuovo furto non c'è. Non è mai esistito.
venerdì 2 dicembre 2011
La scomparsa della fanciulla e altri misteri femminili
La soave Mimì aveva il dolce viso di mite circonfuso alba lunar, mentre Violetta custodiva in sé un candido e trepido desire. Traviata o ricamatrice di fiori finti che fosse, un sogno femminile così si sporgeva dagli spartiti di Verdi e Puccini fin dentro le pagine di Marcel Proust e Matilde Serao. La chiamavamo fanciulla, e ovviamente non c’è più. Svanita, sfumata, insieme alla parola stessa, al massimo sopravvissuta fra qualche riga di Alda Merini. “Un buon matrimonio era il coronamento dell’impegno assunto mettendo al mondo una figlia, nei tempi in cui il telefono pubblico a gettoni era un oggetto sufficientemente losco per fare battere il cuore: entrava nella casistica del peccato. Sono passaggi della società”.
giovedì 1 dicembre 2011
Ginulfi, l'italiano che ha parato un rigore a Pelé
Il rigore parato da Ginulfi a Pelé |
martedì 29 novembre 2011
Le barriere di Zico
Mondiali 1978. Una punizione di Zico contro la Spagna |
Tutta la vita ad aggirare barriere. «Una volta segno una punizione fuori casa, e la gente allo stadio mi chiede il bis. Gli avversari mi guardano e fanno: come possiamo batterti se pure i nostri fanno il tifo per te?». Adesso si chiama Iraq l' ultima barriera di Arthur Antunes Coimbra, l' uomo che non ha mai smesso di essere Zico. «Quando mi hanno offerto la loro nazionale, mi è parsa la sfida che da tanto desideravo. Portare una squadra che tre anni fa neppure esisteva ai mondiali 2014 in Brasile, casa mia».
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venerdì 25 novembre 2011
Sior capitano mi stia a sentire ho belle e pronte le mille lire
Le nostre madri e ancora di più le nostre nonne avevano una certezza.
Sapevano che i treni avevano la prima classe, la seconda, ai loro tempi la terza. Sapevano che biglietto chiedere, sapevano che avrebbero speso di più in prima, un po' meno in seconda, pochissimo in terza.
Qualcuno dovrà prendere il coraggio a due mani, oggi, e spiegarglielo che d'ora in avanti esistono i livelli, e piano piano scandire loro che i livelli si dividono in standard, premium, business ed executive, Mammà tu quale vuoi?
E' 'na parola. Perché quasi sempre mammà vuole quello che si può permettere, e se in seconda classe poteva ambire al posto singolo, in fondo al corridoio, dove poteva poggiare il bastone al finestrino e nessuno la obbligava a tirarsi le ginocchia al petto manco fosse Tania Cagnotto in doppio carpiato con avvitamento a destra, ecco, adesso quel posto coi nuovi treni mi sa che non lo avrà più.
Sapevano che i treni avevano la prima classe, la seconda, ai loro tempi la terza. Sapevano che biglietto chiedere, sapevano che avrebbero speso di più in prima, un po' meno in seconda, pochissimo in terza.
Qualcuno dovrà prendere il coraggio a due mani, oggi, e spiegarglielo che d'ora in avanti esistono i livelli, e piano piano scandire loro che i livelli si dividono in standard, premium, business ed executive, Mammà tu quale vuoi?
E' 'na parola. Perché quasi sempre mammà vuole quello che si può permettere, e se in seconda classe poteva ambire al posto singolo, in fondo al corridoio, dove poteva poggiare il bastone al finestrino e nessuno la obbligava a tirarsi le ginocchia al petto manco fosse Tania Cagnotto in doppio carpiato con avvitamento a destra, ecco, adesso quel posto coi nuovi treni mi sa che non lo avrà più.
domenica 20 novembre 2011
L`ultima noche del presidente
E allora buenas noche Espana, domani mattina ti sveglierai e io non sarò più il capo del tuo governo. Laura, Alba, raccogliete le vostre cose che si va, togliete i poster di quel gruppo rock dai muri della vostra camera alla Moncloa, lo so che otto anni sono tanti, ma è ora di tornare a casa. L`avete studiato a scuola, figlie mie, si chiama principio dell`alternanza, ed è uno dei pilastri delle democrazie occidentali. Si spendono inni di gloria per questo strumento che ci rende così diversi dai cittadini di altre zone del mondo, eppure andatelo a magnificare al cospetto di quelle coppie gay che in queste ore corrono a sposarsi prima delle elezioni, spaventate dall`eventualità che il prossimo governo Rajoy cancelli la loro conquista civile.
sabato 19 novembre 2011
Ciao Dusan, gigante di Posillipo
Era molto semplice scherzare con Dusan. Uno di quei ragazzi venuti dall'Est e che negli occhi portano la voglia di mangiarsi un mondo che all'improvviso scoprono più colorato, più ricco. In acqua giocava da centravanti, nella pallanuoto è un ruolo massacrante, hai sempre un uomo addosso, dietro, ti sovrasta, ti affonda, tu spalle alla porta devi suggerire il tempo giusto del passaggio ai tuoi compagni, e se non sei tu a suggerirlo devi essere bravo a coglierlo. Ai centroboa - si chiamano così perché stanno lì immobili e zavorrati - viene chiesto di prendere falli, cioè di guadagnarne: ogni fallo grave manda fuori un avversario e la tua squadra gioca 20 secondi con un uomo in più. Le partite si vincono così, e Dusan Popovic tante ne ha fatte vincere, alla sua Jugoslavia (un campionato mondiale) e poi al Posillipo (scudetto e Coppa dei Campioni).
venerdì 18 novembre 2011
Il vago Lamela
Erik Lamela dice che ogni tanto gli manca il suo mondo. «Un po'. Il mio quartiere». Il sinistro a cui la Roma lega il suo futuro ha un gol in serie A e soprannomi da bambino. Pelle da adolescente, una vita consegnata al pallone come una suora il cuore a Cristo. L'Oceano e l'Argentina sono alle spalle, i distacchi condannano a crescere.
Lamela, che soprannome è Coco?
«Mio fratello non sapeva dire Erik. Faceva: Coco, Coco.E sono rimasto Coco».
In Argentina la chiamano pure Manolito. Perché? «Come mi chiamano?».
Manolito.
«Ah, sì, Manolito. L' ho sentito una volta alla tv. Boh, mica so perché».
Ha già scoperto quanto è matta Roma per il pallone?
«Molto. Per fortuna in strada non tutti mi riconoscono. Se mi fermano per una foto, non mi dà fastidio. Diciamo non ancora».
È più matta Roma o la sua Buenos Aires?
«Eeeeh, sono diverse ma uguali».
Lamela, che soprannome è Coco?
«Mio fratello non sapeva dire Erik. Faceva: Coco, Coco.E sono rimasto Coco».
In Argentina la chiamano pure Manolito. Perché? «Come mi chiamano?».
Manolito.
«Ah, sì, Manolito. L' ho sentito una volta alla tv. Boh, mica so perché».
Ha già scoperto quanto è matta Roma per il pallone?
«Molto. Per fortuna in strada non tutti mi riconoscono. Se mi fermano per una foto, non mi dà fastidio. Diciamo non ancora».
È più matta Roma o la sua Buenos Aires?
«Eeeeh, sono diverse ma uguali».
lunedì 14 novembre 2011
Non siamo mai abbastanza
Marco è un bambino che a tre anni conosce il teorema di Pitagora, e quando arriva in prima media sa di Chernobyl e di Ali Agca, mentre i suoi coetanei imparano le battute di Drive In. Non va a spiare nello spogliatoio delle femmine, non scende a giocare per la strada. Cresce e matura in un' Italia che declina, sarà un eterno fuori corso. Trentasei anni di vita, tappe scandite tutte dalle partite della nazionale italiana di calcio ai mondiali, una a capitolo, dal concepimento avvenuto durante Italia-Haiti del ' 74 al colpo di scena finale che sa di Tennessee Williams nel bel mezzo di Italia-Slovacchia 2010. Il romanzo Non siamo mai abbastanza di Dario De Marco è il ritratto di una generazione condannata alla marginalità, le vicende del pallone fanno da sfondo alle grandi tragedie di Napoli e d'Italia, e spesso le soverchiano. De Marco riproduce bene il cono buio dentro cui passa l' infanzia, quando rimbombano parole che paiono misteriose come comunisti e ipotenusa. E ci ricorda che a Pasadena, finale del ' 94 col Brasile, il rigore lo sbagliò anche Franco Baresi, mica solo Robibaggio.
(Repubblica, 13 novembre 2011)
giovedì 10 novembre 2011
Le anteultime / Salt
[I film visti quando li hanno già visti tutti]
Cento minuti. E dentro questi cento minuti Angelina Jolie, l'agente Cia Evelyn Salt, costruisce uno spara fiamme con le gambe di una sedia girevole, salta da un cavalcavia dell'autostrada sui camion in corsa, si cala nella tromba di un ascensore, fa saltare un rifugio anti atomico, si tuffa da un elicottero, copre le telecamere di sorveglianza con gli slip, uccide non meno di 25-30 persone usando fucili, mitra, gas e armi da taglio.
Ora.
Poiché dietro tutto questo pare di capire che ci sia un trauma legato a un uomo che lei ama.
Io mi chiedo.
Ma chiediamocelo un po' tutti.
Ma se un giorno in cucina Brad Pitt fa bruciare i fagioli sul fuoco?
Figurarsi se Angelina incontrava Saviano a Hollywood
Un lost al sole [4]
Le altre anteultime
Cento minuti. E dentro questi cento minuti Angelina Jolie, l'agente Cia Evelyn Salt, costruisce uno spara fiamme con le gambe di una sedia girevole, salta da un cavalcavia dell'autostrada sui camion in corsa, si cala nella tromba di un ascensore, fa saltare un rifugio anti atomico, si tuffa da un elicottero, copre le telecamere di sorveglianza con gli slip, uccide non meno di 25-30 persone usando fucili, mitra, gas e armi da taglio.
Ora.
Poiché dietro tutto questo pare di capire che ci sia un trauma legato a un uomo che lei ama.
Io mi chiedo.
Ma chiediamocelo un po' tutti.
Ma se un giorno in cucina Brad Pitt fa bruciare i fagioli sul fuoco?
Post dove si incontra Angelina Jolie
Arzano e i bambini che se la volevano cavareFigurarsi se Angelina incontrava Saviano a Hollywood
Un lost al sole [4]
Le altre anteultime
martedì 8 novembre 2011
Le regole di Sandro Campagna
Certo mise ko Ali, ma Joe Frazier c'era pure la sera di Rocky-Apollo
Quando vide quella scena, mia madre sussultò e disse Guarda, quello è Joe Frazier. La prima e l'unica volta che le ho sentito parlare di boxe.[dai commenti su YouTube]
lunedì 7 novembre 2011
Manualetto pratico di vita a Roma/13: la risposta affermativa ed enfatica
Ho risposto Nientedimeno.
Ho risposto così, Nientedimeno, e il mio amico romano ha fatto Ecchevordì?
Ho risposto Nientedimeno alla sua domanda Ma mmo' toho magneresti 'n piatto de carbonara?
Però lui non ha capito.
Le nostre pop-culture sono distanti poco più di 200 chilometri.
In sostanza: niente.
Però lui non ha capito.
Allora ho cercato di tradurgli quel napoletano Nientedimeno (meglio se con tre e: Nientedimeeeno) in un lemma romanesco.
Ma un lemma non c'è.
Per riprodurre la risposta affermativa ed enfatica, un lemma non c'è.
C'è una locuzione.
Nientedimeeeno, a Roma, si dice Hai voja.
Ho risposto così, Nientedimeno, e il mio amico romano ha fatto Ecchevordì?
Ho risposto Nientedimeno alla sua domanda Ma mmo' toho magneresti 'n piatto de carbonara?
Però lui non ha capito.
Le nostre pop-culture sono distanti poco più di 200 chilometri.
In sostanza: niente.
Però lui non ha capito.
Allora ho cercato di tradurgli quel napoletano Nientedimeno (meglio se con tre e: Nientedimeeeno) in un lemma romanesco.
Ma un lemma non c'è.
Per riprodurre la risposta affermativa ed enfatica, un lemma non c'è.
C'è una locuzione.
Nientedimeeeno, a Roma, si dice Hai voja.
giovedì 3 novembre 2011
Elegia della Cumana
Si prendeva la Cumana da ragazzi per andare al mare, anche se il mare ce l'avevamo pure dentro la città. Ma era acqua proibita, quella di via Caracciolo (dove ora ci si bagna) oppure quella di Bagnoli (dove ancora non ci si bagna).
Si prendeva la Cumana e si scendeva a Torregaveta, un pullmanino ci portava a Capo Miseno, meglio ancora quando scoprimmo la sabbia di Miliscola, più fina, meno riparata dal vento, certo, ed era lì che sdraiavamo noi stessi e le nostre marenne.
Si prendeva la Cumana e si scendeva a Torregaveta, un pullmanino ci portava a Capo Miseno, meglio ancora quando scoprimmo la sabbia di Miliscola, più fina, meno riparata dal vento, certo, ed era lì che sdraiavamo noi stessi e le nostre marenne.
martedì 1 novembre 2011
La guerra del calcio al futuro
L'ultimo cinguettio è stato del portiere. «Adios prima del nuovo regime». Lee Camp ha tirato giù la saracinesca al suo Twitter quando ha sentito puzza di guai. Rischiava una multa di mille sterline per ogni parola online su fatti e persone della squadra, il Nottingham Forest, serie B inglese, campione d'Europa fine anni '70. Vietato parlare di quanto succede nello spogliatoio. «Parlino delle macchine, di quello che vogliono, non di noialtri», la regola imposta dal manager Steve Cotterill qualche giorno fa. Non gli è piaciuto che un attaccante criticasse i tifosi per i fischi dopo la sconfitta con il Coventry. Così, nella sua eterna guerra contro quel vecchio nemico chiamato futuro, il calcio aggiorna la lista degli eretici e degli oggetti da mandare al rogo.
Si sono appena aggiunti l'iPad e l'iPhone, la Fifa del settantacinquenne Blatter sta per vietarne l'uso in panchina, l'ha deciso una commissione guidata da Beckenbauer e Pelé. Certo, saranno pure utili agli allenatori smanettoni alla Luis Enrique, ma tra i custodi del tempio-calcio prevale il timore che tablet e smartphone spezzino il sacro divieto di portare le immagini in campo.
Si sono appena aggiunti l'iPad e l'iPhone, la Fifa del settantacinquenne Blatter sta per vietarne l'uso in panchina, l'ha deciso una commissione guidata da Beckenbauer e Pelé. Certo, saranno pure utili agli allenatori smanettoni alla Luis Enrique, ma tra i custodi del tempio-calcio prevale il timore che tablet e smartphone spezzino il sacro divieto di portare le immagini in campo.
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giovedì 27 ottobre 2011
I Maya di Grottaferrata
I Maya sono arrabbiati con noi. Molto. Da quando ci siamo presi la libertà di ridurre a paccottiglia apocalittica le loro profezie, quella sul 2012 sopra ogni altra. "No hay fin del mundo". Quetza Sha agita le sue mani grandi, gli anelli gli serrano i mignoli. È in missione nel nome dei suoi antenati mesoamericani e del Superiore Ordine Solare cui appartiene. Professione sciamano. "Non stregone". L’uomo mandato dai Maya a smentire la fine del mondo dice di sedere in un consiglio di 27 anziani dei diversi gruppi etnici delle Americhe. Il fatto che abbia 47 anni è un trascurabile dettaglio: "E’ un consiglio di anziani giovani". Gira l’Italia presentandosi come custode dei sigilli sacri della tradizione azteca e decifratore di antichi codici spirituali. Le locandine che lo precedono, ammiccano al 2012. Annunciano l’avvento del portatore dei "veri messaggi dei Maya", in risposta all'asteroide che cade, la rotazione della terra che si ferma per 72 ore, i poli magnetici che si invertono. Perciò Quezta Sha raduna persone e distribuisce la verità. "Tanti fenomeni naturali si verificheranno tra l’11 novembre del 2011 e il 21 dicembre del 2012. Ma non è l’apocalisse. Sarà il battesimo cosmico di una nuova era. Guardate cosa sta già succedendo all’economia". Dice cose così: "E’ un cambio vibratorio di frequenza, una direttrice di conoscenza, la chiusura della catena del dna in cui è presente tutta l’informazione umana".
mercoledì 26 ottobre 2011
L'amica geniale
E' uscito il nuovo romanzo di Elena Ferrante
La volta che Lila e io decidemmo di salire per le scale buie che portavano, gradino dopo gradino, rampa dietro rampa, fino all'appartamento di don Achille, cominciò la nostra amicizia.[un estratto è qui]
sabato 22 ottobre 2011
Io da grande faccio il vip
- Pa'.
- Mmm...
- Ti ricordi quando ti ho detto che da grande volevo fare il pilota di motocross?
- Veramente no, non lo ricordo.
- Come noooo? Il pilota di motocross in Sicilia perché là fanno i cannoli.
- Ah sì, certo, come no.
- Ecco. Adesso ho cambiato idea.
- Mmm...
- Ti ricordi quando ti ho detto che da grande volevo fare il pilota di motocross?
- Veramente no, non lo ricordo.
- Come noooo? Il pilota di motocross in Sicilia perché là fanno i cannoli.
- Ah sì, certo, come no.
- Ecco. Adesso ho cambiato idea.
lunedì 17 ottobre 2011
Autobiografie: osvaldo o teresa
Torna la seguitissima e amatissima e popolarissima serie
Le autobiografie più belle del web / 14
[dal blog di elena marinelli]
Le autobiografie più belle del web / 14
elena marinelli quando scrive è Osvaldo. O Teresa, dipende. Quando non scrive sta su internet per lavoro. Quando non sta su internet per lavoro sta su internet per spasso. Poi spegne il computer e legge un sacco di libri e va al cinema più che può e ascolta la musica, ma quello anche davanti al computer. Strimpella col basso in casa sua e suonerebbe il contrabbasso, ma il contrabbasso non riesce ad abbracciarlo (il computer sì). Fa delle gran ciambelle ed è piuttosto brava a leggere ad alta voce, ma non lo ammetterà mai (è maniaca perfezionista). In generale, vorrebbe essere il quinto dei Radiohead (cit.). O degli Atoms for Peace, anche.
Se non hai una biografia in terza persona, non sei uno scrittore.
Infatti io me la sono fatta scrivere da uno scrittore.
[dal blog di elena marinelli]
Help, il rettore fa il rattuso
A Cambridge, intesa come Università, c'è un mezzo casino. Il principe Filippo non ne può più di fare il cancelliere, a 90 anni ha deciso di ritirarsi. Si tratta di una carica tutto sommato simbolica, il rettore è di fatto il vice cancelliere. Ma anziché risolversi in maniera pacifica, la successione è diventata una battaglia di voti. Anche via Internet.
Così per la prima volta dal 1847 si terranno elezioni per quel ruolo. I candidati sono un lord miliardario, un attore shakespeariano, un avvocato vegetariano e un macellaio immigrato. Ne ha scritto qualche giorno fa il Wsj, svelando i programmi dei quattro.
Così per la prima volta dal 1847 si terranno elezioni per quel ruolo. I candidati sono un lord miliardario, un attore shakespeariano, un avvocato vegetariano e un macellaio immigrato. Ne ha scritto qualche giorno fa il Wsj, svelando i programmi dei quattro.
domenica 16 ottobre 2011
Gli indignati di Stendhal
Prima di morire il signor di Campireali aveva avuto la gioia di vedere pubblicare in Roma la sentenza che condannava il Branciforte ad essere attanagliato per dure ore con ferri roventi nei principali crocicchi di Roma e poi bruciato a fuoco lento, e le sue ceneri gettate nel Tevere.
Gli affreschi del chiostro di Santa Maria Novella, a Firenze, mostrano ancor oggi come si eseguivano quelle crudeli sentenze contro i sacrileghi. Di solito, ci voleva un gran numero di guardie per impedire al popolo indignato di sostituirsi ai carnefici nel tristo uffizio. Ognuno credeva di essere l'amico intimo della Madonna.
[da La badessa di Castro]
giovedì 13 ottobre 2011
Le anteultime / Habemus Papam
[I film visti quando li hanno già visti tutti]
E insomma, sì, il disagio di un uomo che si sente inadeguato.
E la difficoltà di essere all'altezza delle aspettative degli altri.
E il bisogno per la chiesa di una guida spirituale che porti grandi cambiamenti.
E un grande, grandissimo, mostruoso Michel Piccoli.
E la frase più cattiva contro la chiesa che è quella sulla palla prigioniera.
E la colonna sonora, e Todo Cambia.
Si sa, si sa già tutto.
Però qui lo vogliamo dire chiaramente che si tratta di un film contro i vaticanisti del Tg2?
[dal minuto 4.25 qui]
Basta che funzioni
La verità è che non gli piaci abbastanza
The Reader
An Education
Lo spazio bianco
Quantum of Solace
Vincere
E insomma, sì, il disagio di un uomo che si sente inadeguato.
E la difficoltà di essere all'altezza delle aspettative degli altri.
E il bisogno per la chiesa di una guida spirituale che porti grandi cambiamenti.
E un grande, grandissimo, mostruoso Michel Piccoli.
E la frase più cattiva contro la chiesa che è quella sulla palla prigioniera.
E la colonna sonora, e Todo Cambia.
Si sa, si sa già tutto.
Però qui lo vogliamo dire chiaramente che si tratta di un film contro i vaticanisti del Tg2?
[dal minuto 4.25 qui]
Le altre anteultime
Mine vagantiBasta che funzioni
La verità è che non gli piaci abbastanza
The Reader
An Education
Lo spazio bianco
Quantum of Solace
Vincere
venerdì 7 ottobre 2011
La decadancing e l'addio di Ivano Fossati
Insomma è l'ultimo. Così ha detto lui stesso a Fabio Fazio (si rivede dal minuto 28), illuminando l'idea demodé che tutto debba finire, tutto debba avere dei titoli di coda. Perciò l'ultimo disco di Ivano Fossati, Decadancing, è carico dall'inizio alla fine di un clima che pare da distacco. Ha l'aria di essere non un disco sulla fuga, ma sulla separazione. Che è cosa assai peggiore perché meno brutale e dunque più intensa. E' un disco che si riprende una buona parte della leggerezza perduta negli ultimi - boh - cinque anni (sul percorso netto senza cadute né cali dal 1986 al 2003 ha scritto cose assai condivisibili Andrea Scanzi sul Fatto), anni durante i quali Fossati aveva comunque trovato il modo di infilare una perla del calibro de Il bacio sulla bocca.
martedì 4 ottobre 2011
The dark side of Pompei
Non è passata sotto silenzio la grave condizione di disagio degli scavi di Pompei. I crolli, il commissariamento, la cordata straniera per gestirli, addirittura l'ultima voce di un rischio di chiusura nei giorni festivi. Quel che non si dice è che agli scavi si accede con una cifra decisamente bassa, 11 euro, bassissima se confrontata con quella di altri siti culturali europei.
lunedì 3 ottobre 2011
L'uomo che palleggia al semaforo
Quando al semaforo scatta il rosso, scatta pure lui. Esce dall'ombra, chissà dove stava prima. Avanza con il pallone sotto il braccio destro e i piedi che segnano le 10 e 10, c'è gente che abbassa il finestrino per vederlo meglio. Lui piazza il pallone sulla testa e lo tiene là. Tunf, tunf, non sbaglia mai, e mai smetterebbe se non fosse che prima o poi arriva il verde.
L'uomo che fa i palleggi al semaforo sta lungo via Cavour, lo trovate all'altezza dei primi alberghi venendo dalla stazione Termini, più spesso è davanti al Massimo d'Azeglio, dove una volta si fermò a dormire Louis Armstrong, dove ospitavano Coppi e Pasolini.
L'uomo che fa i palleggi al semaforo sta lungo via Cavour, lo trovate all'altezza dei primi alberghi venendo dalla stazione Termini, più spesso è davanti al Massimo d'Azeglio, dove una volta si fermò a dormire Louis Armstrong, dove ospitavano Coppi e Pasolini.
venerdì 30 settembre 2011
Una storia d'anima
"E' incredibile la quantità di sentimenti che si possono far passare in una sola, medesima frase, e alle volte si scivola senza rendersene conto in modi sbagliati"
[Sophie Marceau]
venerdì 23 settembre 2011
Se sapessi dirti basta ti chiamerei
Gli Stati Uniti, scrive The Atlantic, sono un posto dove esiste una enorme differenza tra fattori demografici. A questi fattori adesso va aggiunta la tecnologia. Tipo i cellulari. O meglio gli smartphone. Che si differenziano dai cellulari di chi non ne possiede uno per il fatto che chi non ne possiede uno in genere chiede all'altro E dimmi dimmi: ti trovi bene?
Quelli di The Atlantic hanno avuto la pazienza di incrociare le mappe statistiche dei diversi Stati degli Usa (età media, percentuale di minoranze etniche, reddito medio, fattore peso, partito politico prevalente) con i dati di vendita di IPhone, Blackberry e dei cellulari con sistema operativo Android (Samsung, Motorola, Lg, Htc).
Quelli di The Atlantic hanno avuto la pazienza di incrociare le mappe statistiche dei diversi Stati degli Usa (età media, percentuale di minoranze etniche, reddito medio, fattore peso, partito politico prevalente) con i dati di vendita di IPhone, Blackberry e dei cellulari con sistema operativo Android (Samsung, Motorola, Lg, Htc).
mercoledì 21 settembre 2011
I gol di Paolo Rossi e la scaramanzia del lampadario di cristallo
[Il Napoli spiegato ai bambini]
C'è un signore con i capelli grigi che racconta la Champions in tv. Quel signore è stato un grande calciatore. Un grandissimo calciatore. Si chiama Rossi, proprio come il giocatore del Villarreal. Il Rossi attuale lo chiamano Pepito, quello di una volta lo chiamavano Pablito. Perché il suo vero nome è Paolo, e fece un po' di gol importanti per l'Italia al mondiale in Argentina. Poi li rifece in Spagna. Perciò Pablito.
L'anno dopo il mondiale argentino, il 1979, Pablito diventa il centravanti del Napoli. Per poche ore. Lo dissero alla radio una mattina. Si è risolta la grana Rossi, il centravanti della nazionale adesso è del Napoli. Così dissero mentre facevamo colazione, che voce che aveva Alberto Bicchielli. La grana era questa: il Vicenza di Paolo Rossi era retrocesso in serie B, e il numero 9 dell'Italia in B non ci poteva andare. Il suo presidente, che si chiamava Farina, cercava una squadra a cui darlo almeno in prestito. E c'era il Napoli.
C'è un signore con i capelli grigi che racconta la Champions in tv. Quel signore è stato un grande calciatore. Un grandissimo calciatore. Si chiama Rossi, proprio come il giocatore del Villarreal. Il Rossi attuale lo chiamano Pepito, quello di una volta lo chiamavano Pablito. Perché il suo vero nome è Paolo, e fece un po' di gol importanti per l'Italia al mondiale in Argentina. Poi li rifece in Spagna. Perciò Pablito.
L'anno dopo il mondiale argentino, il 1979, Pablito diventa il centravanti del Napoli. Per poche ore. Lo dissero alla radio una mattina. Si è risolta la grana Rossi, il centravanti della nazionale adesso è del Napoli. Così dissero mentre facevamo colazione, che voce che aveva Alberto Bicchielli. La grana era questa: il Vicenza di Paolo Rossi era retrocesso in serie B, e il numero 9 dell'Italia in B non ci poteva andare. Il suo presidente, che si chiamava Farina, cercava una squadra a cui darlo almeno in prestito. E c'era il Napoli.
lunedì 19 settembre 2011
san gennaro e il suo tesoro
Dio salvi la regina. Perché potrebbe prenderla male. Ma i gioielli della corona d'Inghilterra, coi diamanti più celebrati al mondo, il Koh-i Noor e la Grande Stella d'Africa, non sono i più preziosi sulla terra. C'è un tesoro di maggior valore, chiuso in un caveau del Banco di Napoli. Sono i gioielli del martire Gennaro, la faccia 'ngialluta insultata dalle vecchie perché il suo sangue si sciolga nel duomo di Napoli tre volte all'anno.[da Il Venerdì del 3 dicembre 2010]
sabato 17 settembre 2011
venerdì 16 settembre 2011
E che gli dici all'eleganza?
I pubblicitari che curano la campagna della Lancia hanno annusato l'aria e dato una bella sterzata ai loro slogan.
Era appena appena il mese di giugno quando Vincent Cassel sosteneva che il lusso è un diritto.
Nel frattempo sono venuti a farci visita spread e default, e allora lo spot è cambiato.
Era appena appena il mese di giugno quando Vincent Cassel sosteneva che il lusso è un diritto.
Nel frattempo sono venuti a farci visita spread e default, e allora lo spot è cambiato.
Gli sceriffi con il telefonino
Fanno impressione le immagini dell'autista milanese che alla guida di un autobus pubblico stacca entrambe le mani dallo sterzo e usa l'iPad. Fanno impressione perché sono l'upgrade di altre già viste in passato: l'autista dell'Atac a Roma che manda un sms guidando con i gomiti, oppure l'uomo che guida un autobus con due cellulari in mano.
Colpiscono per la scelleratezza delle persone cui è stato affidato un servizio pubblico, contenitore spesso retorico dentro il quale stavolta però ci sono vite di altre persone, messe a rischio da un comportamento pericoloso.
Colpiscono per la scelleratezza delle persone cui è stato affidato un servizio pubblico, contenitore spesso retorico dentro il quale stavolta però ci sono vite di altre persone, messe a rischio da un comportamento pericoloso.
mercoledì 14 settembre 2011
Il sorprendente disco d'esordio dei cani
C'è in giro un disco italiano con un titolo che non mente. L'ha inciso un gruppo romano, I Cani, e porta per titolo Il Sorprendente Disco d'Esordio dei Cani. Sulla loro pagina Facebook si definiscono "l'ennesimo gruppo pop romano", o una cosa del genere, e sulla loro identità pare che fino all'estate scorsa ci fosse un mistero che in casi del genere si definisce sempre fitto, dunque un fitto mistero. Leggende ferrotramviarie, perché non tutte le leggende hanno il degno status di metropolitane, davano per certo il fatto che dietro i Cani ci fosse Max Gazzé.
lunedì 22 agosto 2011
Con questa bocca che berrà da ogni fontana che vedrà
Ha un berretto in una mano. Di quelli con la visiera. Lo tiene capovolto, così dentro ci mette le monete. Quando gliele danno. All'uscita dal supermercato è più facile passargli accanto e fingere di perdersi dietro un pensiero, o di cercare le chiavi della macchina in tasca. Lo straniero che tende il cappello ha la pelle butterata come Cassano. Però nera. Oggi s'è acceso quando un quarantenne ha posato il carrello, ha riempito il bagagliaio dell'auto dei sacchetti di plastica e gli ha portato pane con il prosciutto, perché quand'erano bambini ai quarantenni le mamme dicevano di non dare soldi ai mendicanti, va a finire che si comprano le sigarette oppure la troca, meglio comprargli direttamente qualcosa da mangiare. Lui, lo straniero, non lo può sapere. Avrà trent'anni. Forse meno. Afferra il panino e china il capo per ringraziare. Chiede Do you speak english? L'uomo dice Yes, e tutt'e due parlano di città da cui si deve andare via, e che si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, like leaves on the trees during the autumn, you mean. Poi lo straniero chiede se l'uomo conosce qualcuno che possa dargli un lavoro, Mi informo si sente rispondere mentre dà un morso al panino, e dice che lui spera di sì, spera proprio di sì, perché parla l'inglese, e invece tanti di quelli che escono dal supermercato non lo capiscono, non gli rispondono mai, eppure un lavoro qua in Italia ce l'hanno lo stesso.
domenica 21 agosto 2011
Le anteultime / Mine vaganti
I film visti quando li hanno già visti tutti
Una volta smaltita tutta l'ammirazione per Ennio Fantastichini e per il mussillo che sfoggia lungo tutto il film; una volta rivissuto attimo per attimo tutto l'innamoramento provato per Elena Sofia Ricci alla quale non si sa perché non propongano tutti i ruoli possibili e immaginabili del cinema europeo occidentale; una volta ammirata la capacità di Ozpetek di intrecciare facce e smorfie degli attori ai tantissimi non-detto di cui è pieno il copione; e una volta ammirata pure Nicole Grimaudo - ecco, la cosa che rimane fra le pagine chiare e le pagine scure del film è la figura del cognato. Quel coglione napoletano, come lo chiama Fantastichini.
A parte il fatto che la figura del cognato da tempo e tempo ha un suo perché. Ma è bello immaginare che Ozpetek abbia pensato Mine vaganti per metterci sotto gli occhi il vero grande pregiudizio indemolibile (si dice indemolibile? forse è meglio indistruttibile) nella nostra società. Ce lo sbatte in faccia all'improvviso in una scena con la violenza di un rovescio di Nalbandian.
Una volta smaltita tutta l'ammirazione per Ennio Fantastichini e per il mussillo che sfoggia lungo tutto il film; una volta rivissuto attimo per attimo tutto l'innamoramento provato per Elena Sofia Ricci alla quale non si sa perché non propongano tutti i ruoli possibili e immaginabili del cinema europeo occidentale; una volta ammirata la capacità di Ozpetek di intrecciare facce e smorfie degli attori ai tantissimi non-detto di cui è pieno il copione; e una volta ammirata pure Nicole Grimaudo - ecco, la cosa che rimane fra le pagine chiare e le pagine scure del film è la figura del cognato. Quel coglione napoletano, come lo chiama Fantastichini.
A parte il fatto che la figura del cognato da tempo e tempo ha un suo perché. Ma è bello immaginare che Ozpetek abbia pensato Mine vaganti per metterci sotto gli occhi il vero grande pregiudizio indemolibile (si dice indemolibile? forse è meglio indistruttibile) nella nostra società. Ce lo sbatte in faccia all'improvviso in una scena con la violenza di un rovescio di Nalbandian.
sabato 20 agosto 2011
L'uomo con il Messaggero sotto al braccio
L'uomo con Il Messaggero sotto al braccio porta lenti scure a goccia e tutta la vita stampata sulla faccia. Fa su e giù ogni mattina, quando lascia il garage dove lavora. Dice che sta qui da cinquant'anni, che der quartiere San Giovanni conosce tutto, potrebbe pure ddì quanti sanpietrini ce stanno, anche se nun li ha contati mai. Il garage è il regno dove ha scelto di far brillare il suo tramonto. Forse è qui dopo la pensione. O forse da sempre, magari un lavoro non ce l'ha avuto mai. Oltre la discesa, laggiù, inchioda le sue mattinate da ultrasettantenne dentro il box del guardiano, ma guardiano non è, l'uomo con il Messaggero sotto al braccio dice solo buongiorno buongiorno, e fa sempre un sorriso. Un monumento al garbo. Si trattiene due ore, a volte tre. Poi va via, e riappare nei paraggi quand'è sera. Torna per chiudere il portone della chiesa. Gli hanno dato le chiavi pure di quella. Dice che tanto tempo ormai è passato, lo dice senza amarezza, mentre stringe la mano e un po' gli trema, ché in questo lui è uguale agli altri perché il tempo passa ppe' tutti, importa solo che sia passato bene. Cos'è che in tutto questo tempo l'abbia reso felice lo sa bene, non deve mica pensarci, e anzi ha voglia di dirlo con gli occhi che gli brillano dietro le lenti, lui guarda e dice So' felice che in cinquant'anni nessuno m'ha mai fatto un richiamo.
domenica 7 agosto 2011
Eboli and ivory
E' passato un anno. Ma non è cambiato nulla. L'Intercity che dal nord va giù a Taranto. Quando si arriva a Eboli, per scendere,
"i signori passeggeri delle carrozze dalla 4 in poi sono pregati di portarsi alla carrozza 3 per limitata capacità del marciapiede della stazione".
Altri post sul tema
Carlo Levi, e non era tutto
mercoledì 3 agosto 2011
martedì 2 agosto 2011
Lamento di un assicurato napoletano
Lettera da Unipol Assicurazioni
Gentile cliente, Le comunichiamo che la nostra Impresa non intende rinnovare il contratto indicato in oggetto alla prossima scadenza annuale, fermo il disposto eccetera eccetera.
[sì, impresa lo scrivono con la lettera maiuscola]
- Buongiorno. Vorrei delle informazioni su una polizza per un motociclo 200 cc.
- E' la prima polizza?
- No. La precedente compagnia mi ha disdetto il contratto?
- Forse ha fatto degli incidenti di recente?
- No.
- In passato?
- Mai in sei anni.
- Mmm...
- Eh sì. Mmm...
- Ha l'attestato di rischio?
- Certo. Posso mandarglielo in mail o per fax.
- Mi dia i suoi dati. Nome?
- Ottanta Cento.
- Residenza?
- Napoli.
- Ah, guardi allora le dico subito che non stiamo sotto i 1.600 euro.
- Ah, guardi allora le dico subito arrivederci.
Gentile cliente, Le comunichiamo che la nostra Impresa non intende rinnovare il contratto indicato in oggetto alla prossima scadenza annuale, fermo il disposto eccetera eccetera.
[sì, impresa lo scrivono con la lettera maiuscola]
***
- Pronto Sara Assicurazioni.- Buongiorno. Vorrei delle informazioni su una polizza per un motociclo 200 cc.
- E' la prima polizza?
- No. La precedente compagnia mi ha disdetto il contratto?
- Forse ha fatto degli incidenti di recente?
- No.
- In passato?
- Mai in sei anni.
- Mmm...
- Eh sì. Mmm...
- Ha l'attestato di rischio?
- Certo. Posso mandarglielo in mail o per fax.
- Mi dia i suoi dati. Nome?
- Ottanta Cento.
- Residenza?
- Napoli.
- Ah, guardi allora le dico subito che non stiamo sotto i 1.600 euro.
- Ah, guardi allora le dico subito arrivederci.
sabato 30 luglio 2011
Addio a Giuseppe D'Avanzo
Un giorno Giuseppe D'Avanzo tornò nella sua Napoli e rimase spiazzato dai ragazzi che parlavano di coltelli, ragazze e malavita. Lo facevano in una lingua che non riconosceva. Con parole che significavano altre cose. C en'era una che più di ogni altra gli pareva squadrasse da ogni lato il precipizio di Napoli. Pariare. E scrisse un pezzo bellissimo.
Nel dialetto napoletano dell' altro ieri, "pariare" aveva un solo significato: digerire. Oggi quell' unico, indiscutibile significato si è smarrito nell' impura neolingua della Napoli lazzara, che soltanto per il 12 per cento parla in italiano e per il resto impasta gerghi - il gergo della malavita e delle canzoni neomelodiche, soprattutto - storce il dialetto melodioso dei Salvatore Di Giacomo, degli Eduardo, dei Domenico Rea per farne uno slang che annega significati, scolora esperienza, scioglie nell' acido muriatico la memoria. Pariare ora significa, apparentemente, divertirsi, ma parla di un curioso divertimento.
[tutto qui]
Nel dialetto napoletano dell' altro ieri, "pariare" aveva un solo significato: digerire. Oggi quell' unico, indiscutibile significato si è smarrito nell' impura neolingua della Napoli lazzara, che soltanto per il 12 per cento parla in italiano e per il resto impasta gerghi - il gergo della malavita e delle canzoni neomelodiche, soprattutto - storce il dialetto melodioso dei Salvatore Di Giacomo, degli Eduardo, dei Domenico Rea per farne uno slang che annega significati, scolora esperienza, scioglie nell' acido muriatico la memoria. Pariare ora significa, apparentemente, divertirsi, ma parla di un curioso divertimento.
[tutto qui]
magari siamo in cento milioni, cento milioni di cuori, cento milioni di matti
Amazon ha firmato un accordo con Einaudi e Mondadori per gli ebook. Significa che una corposa massa di titoli italiani arriva su Kindle, il più celebre degli ereader. Significa che il mercato italiano degli ebook sta per decollare.
Altre cose sull'ebook
La 'nzìria dell'ebook (in 3 puntate)
venerdì 29 luglio 2011
mercoledì 27 luglio 2011
Riportami i miei occhi e il tuo fucile
C'è una cosa che con tutto lo sforzo di questo mondo, con tutta l'apertura mentale di questo mondo, con tutta l'adesione all'illuminismo racchiuso nella frase "non sono d'accordo con te ma sono pronto a dare la mia vita perché tu eccetera eccetera" - ecco c'è una cosa che nonostante tutto proprio non si capisce. Oggi il segretario milanese della Lega Salvini, proprio quello stesso Salvini là, definisce incomprensibile la posizione di Napolitano, preoccupato per le due scrivanie spostate al nord e battezzate ministero. Salvini dice una cosa sbagliatissima e una cosa che non si capisce. La cosa sbagliatissima è: "In democrazia vale tutto". La cosa che non si capisce è: "La Lega si chiama Lega Nord per l'indipendenza della Padania".
Ma se la Lega si chiama così perché vuole l'indipendenza della Padania, perché allora vuole i ministeri di un Paese che invece si chiama Italia?
E prende il treno per non essere da meno
Ma se la Lega si chiama così perché vuole l'indipendenza della Padania, perché allora vuole i ministeri di un Paese che invece si chiama Italia?
Altre cose su Matteo Salvini
Ode a Matteo Salvini caduto da cavalloE prende il treno per non essere da meno
martedì 26 luglio 2011
Appunti sulla prima donna al governo in italia
Andreotti aveva 32 anni ed era già al suo quarto incarico di governo. Segretario del consiglio dei ministri. Esisteva ancora il ministero dell'Africa, eredità del velleitario impero d'un decennio prima. De Gasperi convocò il nuovo governo alle 17 e 45 del 26 luglio 1951. Giusto sessant'anni fa. E per la prima volta ne faceva parte una donna. L'Italia ne aveva avuta una ai vertici mondiali dello sport (Ondina Valla, primo oro olimpico femminile nel '36) e della letteratura (Grazia Deledda, premio Nobel nel '26). Era anche stata appena approvata la prima legge che garantiva la conservazione del posto di lavoro per la lavoratrice madre (1950). Ma una donna al governo non c'era stata ancora. Eppure la donna italiana aveva già scoperto il seno al cinema, segno di emancipazione, almeno all'epoca, forse, se il primato se lo litigavano Doris Duranti (Carmela) e Clara Calamai (La cena delle beffe). "Il mio era ripreso in piedi, il suo da sdraiata: e fa una certa differenza", diceva la Duranti, sorvolando sull'antecedente seno di Vittoria Carpi, mostrato di sfuggita e da comparsa ne La Corona di ferro. E comunque. Tre seni nudi, e non ancora una donna al potere.
domenica 24 luglio 2011
L'ultimo mese di Amy Winehouse
C'è una frase che a rileggerla oggi fa impressione. L'ha detta un paio di settimane fa Tony Bennett. Erano passati quindici-sedici giorni dalla notizia dei fischi beccati da Amy Winehouse a Belgrado, dove s'era presentata ubriaca a un concerto. Tanto che subito dopo, il manager aveva dovuto annunciare la cancellazione di tutte le date successive, compresa quella di metà luglio a Lucca.
La frase di Tony Bennett si pesca dentro un'intervista rilasciata al Guardian una volta uscito dalla sala d'incisione del suo prossimo disco, una serie di duetti di classici. Uno con Bocelli. Uno con Lady GaGa. Con Norah Jones. Michael Buble. John Mayer. E con Amy Winehouse.
La frase di Tony Bennett si pesca dentro un'intervista rilasciata al Guardian una volta uscito dalla sala d'incisione del suo prossimo disco, una serie di duetti di classici. Uno con Bocelli. Uno con Lady GaGa. Con Norah Jones. Michael Buble. John Mayer. E con Amy Winehouse.
giovedì 21 luglio 2011
Oppure è tutto complotto del partito comunista
Sulla progressiva e felice integrazione dei cittadini cinesi in Italia, c'è un segnale assai più preciso di tante analisi socio-economiche sul modello Prato eccetera eccetera. Il segnale sta in queste due barzellette.
La prima) Ci sono un tedesco, un napoletano e un cinese in aereo. I tre scommettono su chi sia più bravo nel trattenere la pipì dopo aver bevuto tre litri d'acqua. Dopo cinque minuti il tedesco corre alla toilette. Dopo 10 minuti ci va il napoletano. Il cinese invece non si alza mai, e quando l'aereo atterra gli altri due gli dicono Bravo, ma come hai fatto? E lui risponde Cinesino no cletino avele pannolino.
La seconda) Ci sono un italiano, un francese e un cinese. I tre scommettono su chi sia in grado di afferrare un orologio al volo dopo averlo lanciato da una terrazza al settimo piano, scendendo lungo le scale. Ci prova l'italiano, lancia l'orologio, lui si precipita lungo le scale, ma l'orologio si frantuma al suolo. Ci prova il francese, uguale. Ci prova il cinese, lancia l'orologio, lui scende con flemma le scale, si ferma al secondo piano a prendere un caffé in casa di un amico, ritorna su perché ha dimenticato una cosa, scende di nuovo e quando è in strada afferra l'orologio. Gli altri due stupiti gli chiedono Ma come hai fatto. E lui risponde Cinesino no cletino avele messo un'ola indietlo.
Nella mia piccola esperienza personale ho scoperto che queste due barzellette girano in due diverse scuole elementari di due diverse grandi città italiane.
Che cosa raccontano?
La prima) Ci sono un tedesco, un napoletano e un cinese in aereo. I tre scommettono su chi sia più bravo nel trattenere la pipì dopo aver bevuto tre litri d'acqua. Dopo cinque minuti il tedesco corre alla toilette. Dopo 10 minuti ci va il napoletano. Il cinese invece non si alza mai, e quando l'aereo atterra gli altri due gli dicono Bravo, ma come hai fatto? E lui risponde Cinesino no cletino avele pannolino.
La seconda) Ci sono un italiano, un francese e un cinese. I tre scommettono su chi sia in grado di afferrare un orologio al volo dopo averlo lanciato da una terrazza al settimo piano, scendendo lungo le scale. Ci prova l'italiano, lancia l'orologio, lui si precipita lungo le scale, ma l'orologio si frantuma al suolo. Ci prova il francese, uguale. Ci prova il cinese, lancia l'orologio, lui scende con flemma le scale, si ferma al secondo piano a prendere un caffé in casa di un amico, ritorna su perché ha dimenticato una cosa, scende di nuovo e quando è in strada afferra l'orologio. Gli altri due stupiti gli chiedono Ma come hai fatto. E lui risponde Cinesino no cletino avele messo un'ola indietlo.
Nella mia piccola esperienza personale ho scoperto che queste due barzellette girano in due diverse scuole elementari di due diverse grandi città italiane.
Che cosa raccontano?
venerdì 15 luglio 2011
L'aranciata svedese
- Pa'.
- Mmm...
- Ti ricordi Andreas?
- Chi, il tuo compagno di classe svedese?
- Non è svedese, pa'. E' italo-svedese.
- Sì, volevo dire italo-svedese.
- Ecco. Andreas mi sta insegnando lo svedese.
- Mmm...
- Ti ricordi Andreas?
- Chi, il tuo compagno di classe svedese?
- Non è svedese, pa'. E' italo-svedese.
- Sì, volevo dire italo-svedese.
- Ecco. Andreas mi sta insegnando lo svedese.
case, auto, viaggi, fogli di giornale, e quella cosa che non so spiegare
Lei aveva una cartellina scura fra le braccia, la teneva poggiata al seno come le donne fanno coi neonati.
E negli occhi, glielo si poteva leggere agevolmente, custodiva uno spavento, un indicibile smarrimento dinanzi all'ipotesi raggelante che era ormai sul punto di verificare. Era impalata lì, presa dal suo lavoro di sondaggista davanti alla porta d'ingresso della libreria, e s'è accostata con lo sguardo basso all'uomo che le veniva incontro, dieci passi di distanza, poi cinque, poi un paio. Ha puntato i piedi a terra e si è piazzata lungo il suo cammino, fra le cose che l'uomo s'era lasciato alle spalle e l'avvenire che lo attendeva da quel punto della strada in poi. Annoiata, così pareva. Lei, e persino la cartellina. O forse si trattava di empatia per quella che gli pareva la terribile condizione dell'uomo. Lo ha affrontato, ha affilato le parole e ha abbassato lo sguardo, evidentemente imbarazzata per il dramma che gli leggeva negli occhi. Lo ha compatito e gli ha detto, Scusi lei legge libri?
E negli occhi, glielo si poteva leggere agevolmente, custodiva uno spavento, un indicibile smarrimento dinanzi all'ipotesi raggelante che era ormai sul punto di verificare. Era impalata lì, presa dal suo lavoro di sondaggista davanti alla porta d'ingresso della libreria, e s'è accostata con lo sguardo basso all'uomo che le veniva incontro, dieci passi di distanza, poi cinque, poi un paio. Ha puntato i piedi a terra e si è piazzata lungo il suo cammino, fra le cose che l'uomo s'era lasciato alle spalle e l'avvenire che lo attendeva da quel punto della strada in poi. Annoiata, così pareva. Lei, e persino la cartellina. O forse si trattava di empatia per quella che gli pareva la terribile condizione dell'uomo. Lo ha affrontato, ha affilato le parole e ha abbassato lo sguardo, evidentemente imbarazzata per il dramma che gli leggeva negli occhi. Lo ha compatito e gli ha detto, Scusi lei legge libri?
martedì 5 luglio 2011
venerdì 1 luglio 2011
Le vie del palio sono infinite
Un anno fa, nei giorni del Palio, a Siena il commesso di un negozio mi raccontò una tipica storia locale di rivalità e angherie, episodio a cui - lui della contrada del Montone - attribuiva la mal inghiottita sconfitta nell'ultima corsa (dava la colpa a quelli del Nicchio, nemici storici).
Poi aprì tutte le bandiere delle 17 contrade una a una, per mostrarle ai bambini che erano nel negozio, e una a una le richiuse, senza fare mai pressioni perché qualcuno comprasse quella del Montone, che peraltro non vince da una ventina d'anni.
Alla fine noi prendemmo quella della Tartuca. Boh. Chissà perché.
Ma se domani vincesse il Montone, ecco, un po' sarei contento.
aggiornamento Domani la Chiocciola non c'è. Il cavallo è morto in prova, e ci sono polemiche
Poi aprì tutte le bandiere delle 17 contrade una a una, per mostrarle ai bambini che erano nel negozio, e una a una le richiuse, senza fare mai pressioni perché qualcuno comprasse quella del Montone, che peraltro non vince da una ventina d'anni.
Alla fine noi prendemmo quella della Tartuca. Boh. Chissà perché.
Ma se domani vincesse il Montone, ecco, un po' sarei contento.
aggiornamento Domani la Chiocciola non c'è. Il cavallo è morto in prova, e ci sono polemiche
giovedì 30 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
Saranno forse quegli occhi profondi che arrivano al cuore
Si imparano un mucchio di cose dagli esiti di quei programmini che tengono sotto controllo i blog, e rilevano attraverso quali chiavi di ricerca arrivino i visitatori. C'è una buona dose di porno-ricercatori che capitano fra le maglie delle reti dei post, e ne scappano delusi. C'è una buona dose di navigatori catturati dalle parole d'attualità, quelle che su twitter si chiamano trend topic. E che oggi per esempio sono Imola, River Plate, Bet Awards, Ustica, Chiomonte (in Italia), o Geronimo Rauch e Monica Ocampo (in tutto il mondo).
C'è una fetta consistente di Kid Search, cioè ricerche fatte da/per bambini.
E poi ci sono cose che non si spiegano. Tipo oggi. Quando uno è arrivato qui digitando le seguenti parole:
quanto costa gigi finizio per un matrimonio
C'è una fetta consistente di Kid Search, cioè ricerche fatte da/per bambini.
E poi ci sono cose che non si spiegano. Tipo oggi. Quando uno è arrivato qui digitando le seguenti parole:
quanto costa gigi finizio per un matrimonio
domenica 26 giugno 2011
sabato 25 giugno 2011
e - mammà - innamorato son
Se la città in cui ha soggiornato a lungo uno dei più grandi pittori della storia dedica a quel pittore un museo, ci sono altissime possibilità che un turista si indirizzi verso quel luogo. Tipo il Museu Picasso di Barcellona. Dove però sono esposte alcune opere giovanili, tanti bozzetti e i lavori su Las Meninas di Velàzquez. Bello lo stesso. Ma in questi giorni ci sono più capolavori di Picasso in Palestina che a Barcellona. Città che un grandissimo museo forse non ha: la fila più lunga e il biglietto più caro si paga per il tour del Camp Nou. Dove per fortuna c'è pure la maglia col 10 che portava Maradona prima di venire a Napoli. Almeno questo.
Tovarish Colombo
[da Roberto Gritti, Post comunismo e media, ed. Meltemi]
"L'introduzione dell'intrattenimento di stile occidentale rispondeva dunque a due imperativi dei regimi comunisti: tentare di manipolare la cultura di massa capitalistica e rispondere a una diffusa domanda sociale in favore di una quotidianità più sopportabile. Ma nel lungo periodo l'introduzione sempre più massiccia dei programmi occidentali finì per elevare le aspettative sociali e ridurre al contempo le possibilità di manipolazione.
Esemplare fu quanto accadde in Bulgaria. Nel 1973 il programma di gran lunga più popolare nel Paese era "Il tenente Colombo", interpretato da Peter Falck. Improvvisamente la tv di Stato esaurì gli episodi disponibili sul mercato e si scatenò la protesta del pubblico.
Per porre rimedio alle contestazioni, la televisione di Stato dovette mandare in onda una dichiarazione in bulgaro letta da Colombo/Falck in cui si rassicurava il popolo che presto sarebbero stati disponibili nuovi episodi e che l'attuale vuoto non era dovuto alla "cattiva" volontà del governo comunista".
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venerdì 24 giugno 2011
Napoli, i figli di Eduardo e i figli di Leopardi
Poco più di un mese fa, in piena campagna elettorale per le amministrative, il direttore della biblioteca nazionale di Napoli Mauro Giancaspro auspicava attraverso il Corriere l'avvento di un sindaco promotore di un cambiamento radicale nella cultura della comunità.
Il titolo era bello: "Ora per la città meno Eduardo e più Leopardi". Un titolo così bello scava nella testa. Rimane dentro. Torna a galla appena può. Come in questi giorni, visto quel che succede. Ma proprio perché succede quel che succede, bisogna chiedersi cosa dicesse quel titolo. Perché e in che cosa Napoli dovrebbe provare a essere più figlia di Leopardi per diventare migliore?
Intanto: di quale Leopardi. Se è quello dello Zibaldone, siamo dinanzi a una concezione di felicità legata soprattutto all'illusione. L'uomo immagina piaceri inesistenti, il suo bene maggiore è la speranza. E' davvero questa la più auspicabile delle Napoli possibili?
Ma Giancaspro si riferiva ad altro. Per eredità virtuosa di Leopardi (poeta sepolto a Napoli, va ricordato), intendeva "la restituzione alla città di una passione lucida". Se è così, allora, il poeta è uno fra i tanti genitori adottivi possibili.
Più interessante diventa perciò sciogliere l'altra metà del nodo.
Perché Napoli dovrebbe provare a essere meno figlia di Eduardo?
Il titolo era bello: "Ora per la città meno Eduardo e più Leopardi". Un titolo così bello scava nella testa. Rimane dentro. Torna a galla appena può. Come in questi giorni, visto quel che succede. Ma proprio perché succede quel che succede, bisogna chiedersi cosa dicesse quel titolo. Perché e in che cosa Napoli dovrebbe provare a essere più figlia di Leopardi per diventare migliore?
Intanto: di quale Leopardi. Se è quello dello Zibaldone, siamo dinanzi a una concezione di felicità legata soprattutto all'illusione. L'uomo immagina piaceri inesistenti, il suo bene maggiore è la speranza. E' davvero questa la più auspicabile delle Napoli possibili?
Ma Giancaspro si riferiva ad altro. Per eredità virtuosa di Leopardi (poeta sepolto a Napoli, va ricordato), intendeva "la restituzione alla città di una passione lucida". Se è così, allora, il poeta è uno fra i tanti genitori adottivi possibili.
Più interessante diventa perciò sciogliere l'altra metà del nodo.
Perché Napoli dovrebbe provare a essere meno figlia di Eduardo?
mercoledì 22 giugno 2011
Una porta in regalo a Martin Palermo
Che regalo si potrà mai fare al centravanti che ha segnato più gol con la tua maglia sulle spalle? Quelli del Boca Juniors non ci hanno pensato neanche un attimo. Un pallone è scontato, dai. A Martìn Palermo regaliamo una porta, si sono detti con gli occhi che brillavano per la grande idea. Una delle porte dello stadio, e meno male che el Loco era lui. Così, nella notte in cui dava l'addio al calcio l'uomo che sbagliò tre rigori in una volta sola, ne hanno davvero sfilata una dal prato della Bombonera. «Vieni qui, c'è una cosa per te». E gliel'hanno consegnata. Con una piccola festa a sorpresa. Tappeto blu davanti ai pali, lui con la bandiera della vita annodata al collo, e ovviamente lacrime, tante lacrime. Palermo all'inizio neppure capiva. Ha cercato le parole giuste e gli sono uscite quelle sbagliate. Poteva abbozzare un "grazie, mi serviva proprio". Invece se n' è andato in pensione mormorando un'obiezione sincera: «A casa non mi entra». E nel cercare un posto dove metterla, ha chiesto alla gente del Boca di tenerla ancora un poco lì, nel deposito dello stadio. Poi ieri gli squilla il telefono, chi lo sa, forse lui stava prendendo le misure nel salone. E il vice presidente Crespi, mortificato, gli racconta che alla Bombonera hanno messo all'improvviso in programma un'altra partita. Gimnasia-Huracan. Domani. Chi se lo aspettava. «Non ce la facciamo a comprare una porta nuova in tempo, mica ti secca se rimontiamo la tua?». In fondo è il finale adatto a lui. Martìn l'ha presa bene. Ha detto solo: «Meno male che non l'avevo già portata via». Poi gli è venuto uno scrupolo. «Togliete almeno la piastrina col mio nome che avete avvitato lì. Non vorrei che il pallone ci urtasse sopra e finisse dentro». Sarebbe un autogol.
(la Repubblica, 21 giugno 2011)
(la Repubblica, 21 giugno 2011)
I 30 anni di you cannot be serious
Dall'altra parte della rete c'era Tom Gullikson, ma è un dettaglio. Perché poteva esserci chiunque. Primo turno del torneo, terzo set. A John McEnroe chiamano una palla fuori, lui fa il pazzo, se la prende col giudice di linea, poi va dall'arbitro Ted James e gli dà del pidocchio, fino a quando dice una cosa e si accorge che funziona.
Quella frase.
La frase.
Diventerà un tormentone per tutti gli arbitri da contestare. Diventerà il titolo della sua autobiografia.
You cannot be serious.
McEnroe la inventa lì, sul prato di Wimbledon. Oggi sono trent'anni esatti.
Quella frase.
La frase.
Diventerà un tormentone per tutti gli arbitri da contestare. Diventerà il titolo della sua autobiografia.
You cannot be serious.
McEnroe la inventa lì, sul prato di Wimbledon. Oggi sono trent'anni esatti.
martedì 21 giugno 2011
Sei ragazzo forte
Un giorno a New York scoprirono che una buona percentuale di reati veniva commessa da bande giovanili che scorrazzavano per la città senza fare il biglietto in metro. Dice che bastò mettere dei controlli alle stazioni per abbassare il numero degli scippi, e che in fondo cominciò così la troppo citata tolleranza zero.
A Barcellona non sono giunti allo stesso livello di allarme per quanto riguarda la micro delinquenza, ma qualche problema nell'evasione dal pagamento del biglietto devono averlo.
Per risolverlo il comune ha scelto la strategia della vergogna.
A Barcellona non sono giunti allo stesso livello di allarme per quanto riguarda la micro delinquenza, ma qualche problema nell'evasione dal pagamento del biglietto devono averlo.
Per risolverlo il comune ha scelto la strategia della vergogna.
lunedì 20 giugno 2011
L'aereo precipita e io non so cosa mettere
- Pa'.
- Mmm...
- Perché quella signorina fa quei gesti?
- Sta spiegando come ci si comporta in aereo in caso di problemi.
- Quali problemi, pa'?
- Ma no, niente.
- Perché sta mettendo quella maschera sulla faccia?
- Be'... mmm... cioè... lì c'è ossigeno: nel caso in cui una persona avesse bisogno di respirare meglio.
- Mmm...
- Perché quella signorina fa quei gesti?
- Sta spiegando come ci si comporta in aereo in caso di problemi.
- Quali problemi, pa'?
- Ma no, niente.
- Perché sta mettendo quella maschera sulla faccia?
- Be'... mmm... cioè... lì c'è ossigeno: nel caso in cui una persona avesse bisogno di respirare meglio.
venerdì 17 giugno 2011
Perché non è un Wimbledon come gli altri
A Parigi è finita con un'altra sconfitta contro Nadal. Un altro Roland Garros perso da Federer in finale contro lo spagnolo. Ed è il quarto in 5 anni. Peraltro una cosa semi storica, nel senso che si tratta del primo Roland Garros vinto dal numero uno al mondo dopo 10 anni.
Ora il bilancio complessivo dei loro confronti diretti è di 17 a 8 per Nadal.
Poiché Federer viene da un po' sospettato di essere il più grande tennista della storia (anche - ma non solo - perché ha vinto 16 titoli di Slam, più di tutti), un paio d'anni fa si ragionava sui motivi per cui se qualcuno volesse togliergli il titolo di greatest, potrebbe farlo solo attribuendolo a Nadal.
Perciò le domande da porsi adesso che sono noti i tabelloni del prossimo Wimbledon sono: com'è possibile che il più grande di sempre abbia perso 17 volte da un suo contemporaneo? E se uno perde 17 volte da un suo contemporaneo, più del doppio delle partite vinte contro di lui, può ancora dirsi superiore a lui? Ancora sì. Vediamo perché.
Ora il bilancio complessivo dei loro confronti diretti è di 17 a 8 per Nadal.
Poiché Federer viene da un po' sospettato di essere il più grande tennista della storia (anche - ma non solo - perché ha vinto 16 titoli di Slam, più di tutti), un paio d'anni fa si ragionava sui motivi per cui se qualcuno volesse togliergli il titolo di greatest, potrebbe farlo solo attribuendolo a Nadal.
Perciò le domande da porsi adesso che sono noti i tabelloni del prossimo Wimbledon sono: com'è possibile che il più grande di sempre abbia perso 17 volte da un suo contemporaneo? E se uno perde 17 volte da un suo contemporaneo, più del doppio delle partite vinte contro di lui, può ancora dirsi superiore a lui? Ancora sì. Vediamo perché.
mercoledì 15 giugno 2011
Le code di Wimbledon
Ogni torneo di Wimbledon (il prossimo inizia lunedì) porta con sé un evento che si tiene al museo. L'anno scorso, per esempio, ci fu l'omaggio alle creazioni di Ted Tinling nel centenario della sua nascita.
Personaggio fantastico, Tinling, il sarto del tennis. Giocatore inglese, viene mandato in Francia a curare l'asma, lì conosce Suzanne Lenglen e ne diventa amico, oltre che suo arbitro personale. Dichiaratamente gay, quando torna dalla guerra comincia a disegnare abiti per le giocatrici. E che giocatrici. Navratilova, King, Goolagong, Wade, Casals. Disegna pure l'abito delle nozze di Chris Evert. Vestitini che col tempo diventano sempre più eccentrici e colorati. Fu per colpa sua che Wimbledon dovette imporre il colore bianco sui campi.
Personaggio fantastico, Tinling, il sarto del tennis. Giocatore inglese, viene mandato in Francia a curare l'asma, lì conosce Suzanne Lenglen e ne diventa amico, oltre che suo arbitro personale. Dichiaratamente gay, quando torna dalla guerra comincia a disegnare abiti per le giocatrici. E che giocatrici. Navratilova, King, Goolagong, Wade, Casals. Disegna pure l'abito delle nozze di Chris Evert. Vestitini che col tempo diventano sempre più eccentrici e colorati. Fu per colpa sua che Wimbledon dovette imporre il colore bianco sui campi.
venerdì 10 giugno 2011
Su una cosa così tfm avrebbe scritto cose splendide*
Felicity Huffman, la Lynette Scavo delle Casalinghe Disperate (la più brava, va detto), è andata al festival della tv di Montecarlo, e lì candidamente s'è lasciata scappare che il prosieguo della serie è in discussione. Pare che il telefilm abbia perso il 50% dei suoi spettatori, le attrici hanno firmato un contratto per altri due anni, ma forse non si andrà oltre l'ottava stagione. Ora è in trasmissione la settima, ed effettivamente l'idea di mandare in dialisi Susan dà un po' il senso di una deriva Sentier-beautifulesca. Eventualmente, dice lei ai giornali francesi, mi metto a fare la casalinga. Sarebbe il primo caso in cui il ruolo inghiotte l'attrice. Come se De Niro si mettesse a guidare i taxi perché nessuno vede più i suoi film.
[Tfm è il mio spacciatore ufficiale di notizie su serial, tv, musica e ora anche su Fvance: e anche grande appassionato di tennis, giuro]
[Tfm è il mio spacciatore ufficiale di notizie su serial, tv, musica e ora anche su Fvance: e anche grande appassionato di tennis, giuro]
giovedì 9 giugno 2011
Gli stéggisti e Catherine Deneuve
Ora. E' evidente che il mainsound è proprio quello che avete in mente voi. Ma una trentina d'anni fa, ammettiamolo, si sentiva dire [steɪdʒ]. Anzi, bisognerebbe avere il coraggio di azzardare che una trentina-una trentacinquina d'anni fa si diceva proprio [steɪdʒ]. Un po' tutti, dai.
A ricordarlo oggi fa strano. Erano ancora tempi, quelli, in cui nelle scuole del nostro Paese come seconda lingua il francese si affermava sull'inglese. E però si diceva [steɪdʒ], all'inglese: io me lo ricordo bene che si diceva [steɪdʒ].
martedì 7 giugno 2011
L'Open di Agassi
Della autobiografia di Andre Agassi, Open, s'è parlato soprattutto a proposito del rapporto col padre, della droga, dei capelli finti e delle sue donne.
Ma tante altre sono le pagine belle. Il rapporto psicologicamente controverso con suo fratello. Quanta Italia c'è nei suoi giorni felici (Palermo, Roma). E i giudizi sugli avversari.
Becker. "Becker ha usato la conferenza stampa dopo l'incontro per lamentarsi che Wimbledon mi favorisce rispetto ad altri giocatori... Mi ha dato dello snob... In breve ha emesso una dichiarazione di guerra... A Brad non è mai importato niente di Becker, che ha sempre chiamato B.B. Socrate, perché pensa che si atteggi a intellettuale mentre è soltanto un contadinotto troppo cresciuto... Ce lo ritroveremo davanti questo bastardo... Ne ho conosciuti di tizi a cui stavo antipatico, ma questo... (...) Vinco il secondo set, 7-6. Adesso comincia a essere sulle spine, a cercare un appiglio. Prova a giocare con la mia mente. Mi ha già visto perdere la calma altre volte, perciò fa ciò che pensa possa farmela perdere di nuovo, la cosa che può indebolire un tennista più di ogni altra: lancia baci verso il mio angolo. A Brooke".
Ma tante altre sono le pagine belle. Il rapporto psicologicamente controverso con suo fratello. Quanta Italia c'è nei suoi giorni felici (Palermo, Roma). E i giudizi sugli avversari.
Becker. "Becker ha usato la conferenza stampa dopo l'incontro per lamentarsi che Wimbledon mi favorisce rispetto ad altri giocatori... Mi ha dato dello snob... In breve ha emesso una dichiarazione di guerra... A Brad non è mai importato niente di Becker, che ha sempre chiamato B.B. Socrate, perché pensa che si atteggi a intellettuale mentre è soltanto un contadinotto troppo cresciuto... Ce lo ritroveremo davanti questo bastardo... Ne ho conosciuti di tizi a cui stavo antipatico, ma questo... (...) Vinco il secondo set, 7-6. Adesso comincia a essere sulle spine, a cercare un appiglio. Prova a giocare con la mia mente. Mi ha già visto perdere la calma altre volte, perciò fa ciò che pensa possa farmela perdere di nuovo, la cosa che può indebolire un tennista più di ogni altra: lancia baci verso il mio angolo. A Brooke".
martedì 24 maggio 2011
Sarà andato a letto presto
I quotidiani napoletani di oggi raccontano del tour elettorale di Gianni Lettieri (candidato sindaco Pdl in città) nel suo quartiere d'origine, San Lorenzo-Vicaria. San Lorenzo è il cuore del centro antico, mentre la Vicaria, a Napoli, la chiamiamo anche Vasto. E allora diventa maschile. Il Vasto. Non è distante dalla stazione centrale, anzi direi che è proprio lì, a pochi passi. Via Carriera Grande, per esempio, è il luogo d'insediamento di una folta comunità cinese. Fino a 4-5 anni fa erano un migliaio di persone, ora saranno anche di più, titolari di circa 200 negozi, in prevalenza di abbigliamento, riuniti anche in un sindacato da quando le rapine ai loro danni erano aumentate. Qualche anno fa furono pure protagonisti di una protesta pubblica.
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