martedì 4 ottobre 2011

The dark side of Pompei

Non è passata sotto silenzio la grave condizione di disagio degli scavi di Pompei. I crolli, il commissariamento, la cordata straniera per gestirli, addirittura l'ultima voce di un rischio di chiusura nei giorni festivi. Quel che non si dice è che agli scavi si accede con una cifra decisamente bassa, 11 euro, bassissima se confrontata con quella di altri siti culturali europei.


Ora, non per fissarsi su Barcellona, spesso tirata in ballo a sproposito quando si parla di Napoli e dintorni (analogia su cui prima o poi bisognerà però soffermarsi, fatevene una ragione), ma l'ingresso a Casa Batllò ha un costo decisamente più alto (18 euro). Come è più alto il costo d'ingresso al più visitato museo catalano, il Camp Nou (19 euro e 50).
Agli scavi di Pompei inoltre l'ingresso è ridotto (sarebbe meglio dire dimezzato: 5 euro e 50) per i cittadini europei di età compresa fra 18 e 24 anni. Ed è gratuito per i minorenni: politica nobile, ma all'estero non è sempre così. E' gratuito a Pompei anche per gli over 65. Per la gioia dei tanti turisti americani e tedeschi di quella fascia.
Non c'è da meravigliarsi poi se all'interno molti dei siti sono in condizioni tragiche, oppure se sono non visitabili. Oppure se si parla di chiusura al pubblico nei giorni festivi, ulteriore contrazione degli introiti.
Perché tutto questo?
Ah, sì. Perché oggi sono quarant'anni che i Pink Floyd cominciarono a registrare il loro Live at Pompei. Se fossi un operatore del settore, un pensierino al bis ce lo farei. Ma anche i Coldplay vanno bene.

1 commento:

giardigno65 ha detto...

vuoi vedere che chiamano povia ?