Prima di morire il signor di Campireali aveva avuto la gioia di vedere pubblicare in Roma la sentenza che condannava il Branciforte ad essere attanagliato per dure ore con ferri roventi nei principali crocicchi di Roma e poi bruciato a fuoco lento, e le sue ceneri gettate nel Tevere.
Gli affreschi del chiostro di Santa Maria Novella, a Firenze, mostrano ancor oggi come si eseguivano quelle crudeli sentenze contro i sacrileghi. Di solito, ci voleva un gran numero di guardie per impedire al popolo indignato di sostituirsi ai carnefici nel tristo uffizio. Ognuno credeva di essere l'amico intimo della Madonna.
[da La badessa di Castro]
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