martedì 7 giugno 2011

L'Open di Agassi

Della autobiografia di Andre Agassi, Open, s'è parlato soprattutto a proposito del rapporto col padre, della droga, dei capelli finti e delle sue donne.
Ma tante altre sono le pagine belle. Il rapporto psicologicamente controverso con suo fratello. Quanta Italia c'è nei suoi giorni felici (Palermo, Roma). E i giudizi sugli avversari.
Becker. "Becker ha usato la conferenza stampa dopo l'incontro per lamentarsi che Wimbledon mi favorisce rispetto ad altri giocatori... Mi ha dato dello snob... In breve ha emesso una dichiarazione di guerra... A Brad non è mai importato niente di Becker, che ha sempre chiamato B.B. Socrate, perché pensa che si atteggi a intellettuale mentre è soltanto un contadinotto troppo cresciuto... Ce lo ritroveremo davanti questo bastardo... Ne ho conosciuti di tizi a cui stavo antipatico, ma questo... (...) Vinco il secondo set, 7-6. Adesso comincia a essere sulle spine, a cercare un appiglio. Prova a giocare con la mia mente. Mi ha già visto perdere la calma altre volte, perciò fa ciò che pensa possa farmela perdere di nuovo, la cosa che può indebolire un tennista più di ogni altra: lancia baci verso il mio angolo. A Brooke".


Sampras. "Porto la mia falsa Donnay a Roma e gioco con un ragazzo che riconosco dai campionati juniores. Pete qualcosa. Sampras, mi pare. Un greco della California. L'avevo battuto facilmente quando io avevo dieci anni e lui nove. Poi l'ho rivisto qualche mese fa, a un torneo, non ricordo quale (...) Si stava allenando sul campo dell'albergo e colpiva male quasi ogni palla. Ne sbagliava tre su quattro. Il suo rovescio era tremendo, e a una mano, il che era una novità. Qualcuno aveva armeggiato con il suo rovescio e questo gli sarebbe chiaramente costato la carriera. Questo tizio non entrerà mai nel circuito, ha detto Philly. Sarà già fortunato a qualificarsi per i tornei, ho aggiunto io. Chiunque ha fatto questo al suo gioco dovrebbe essere mandato alla gogna, ha commentato Nick. Li dovrebbero denunciare, ha concluso Philly. E' alto 1,85, si muove benissimo, ma qualcuno ne ha fatto un disastro. Qualcuno è responsabile di questa merda. E qualcuno dovrebbe pagarla".

Rafter. "Raggiungo gli ottavi e gioco con Rafter, che sta vivendo l'anno della svolta. Ha raggiunto le semifinali al Roland Garros ed è il mio favorito come vincitore di questo torneo. Il suo grandioso serve and volley mi ricorda Pete, ma ho sempre pensato che la rivalità tra me e Rafter sarebbe migliore da un punto di vista estetico, perché lui è più continuo. Pete può giocare trentotto minuti scadenti, poi un minuto micidiale e vincere il set, mentre Rafter gioca bene sempre. E' 1,89 e ha il baricentro basso, per cui può cambiare direzione come un'auto sportiva. E' uno dei più difficili da superare del circuito, ed è ancora più difficile prenderlo in antipatia. E' tutto classe, che vince o perda".

Federer. "Arrivo ai quarti, dove incontro la testa di serie numero uno, Federer. Non è l'uomo che ho battuto a Key Biscayne. E' cresciuto sotto i miei occhi, diventando uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. Si porta metodicamente in vantaggio, due set a uno, e io non posso che farmi indietro e ammirare le sue immense capacità, la sua magnifica compostezza. E' il tennista più regale che abbia mai visto (...) Mi li quida come un maestro con un allievo ottuso. Lui, più di ogni altro giovane che assume il controllo del gioco, mi fa sentire la mia età. Quando lo guardo, con la sua agilità garbata, la sua bravura nel colpire e i suoi movimenti fluidi che ricordano un puma, mi rammento che sono in pista dai tempi delle racchette di legno".

Nadal. "E' un bruto, un mostro, una forza della natura, il tennista più forte e mobile che abbia mai visto".

5 commenti:

Mario Piccirillo ha detto...

Sto finendo di leggerlo in questi giorni. Cioé non sono arrivato ancora a Federer e Nadal. Ma per chi come me (noi) è cresciuto tra anni 80 e 90 a pane (gluten free) e tennis, questo libro porta ufficialmente dipendenza. I retroscena dei match, i particolari più intimi, ma soprattutto quella teoria di trip mentali che assalgono tutti i tennisti nel pieno di una qualsiasi partita, dalla quarta categoria a Wimbledon... Beh, che dire: imperdibile.
Ps. Può dire quel che vuole di "BB Socrate", ma Boris resta semp' o' meglio!

ac ha detto...

Be', se amavi Becker, allora troverai strepitoso il finale.

Mario Piccirillo ha detto...

Se sei un tennista allora apprezzerai questo: http://marioplanino.blogspot.com/2011/06/preso-dalla-malinconia-in-un-quarto.html

giardigno65 ha detto...

vero e che dire del rapporto col padre ?

Mario Piccirillo ha detto...

Io ho un bambino di 6 mesi, e sto costruendo il DRAGO MANGIAPALLE... perché il DRAGO SI PUO' BATTERE!