giovedì 9 giugno 2011
Gli stéggisti e Catherine Deneuve
Ora. E' evidente che il mainsound è proprio quello che avete in mente voi. Ma una trentina d'anni fa, ammettiamolo, si sentiva dire [steɪdʒ]. Anzi, bisognerebbe avere il coraggio di azzardare che una trentina-una trentacinquina d'anni fa si diceva proprio [steɪdʒ]. Un po' tutti, dai.
A ricordarlo oggi fa strano. Erano ancora tempi, quelli, in cui nelle scuole del nostro Paese come seconda lingua il francese si affermava sull'inglese. E però si diceva [steɪdʒ], all'inglese: io me lo ricordo bene che si diceva [steɪdʒ].
Oggi invece se dico [steɪdʒ], anzi quando dico [steɪdʒ] - perché sia chiaro che per sentirmi giovane io dico ancora [steɪdʒ] - spunta sempre qualcuno che sorride, mi corregge, fa notare che si dice [staʒ]. Proprio ora che la supremazia dell'inglese come seconda lingua non è in discussione in un nessun posto al mondo, spunta questa pronuncia alla francese. Perché? Perché, aggiungono i miei correttori sorridenti, [steɪdʒ] in inglese significa proprio un'altra cosa. Eh-eh-eh, ma proprio un'altra cosa. Vuol dire palcoscenico.
E allora qui un poco mi scaldo. Mi dispiace per chi ci capita sotto, ma un poco mi scaldo. Palcoscenico, sì, lo so. Ma ho visto così tanto ciclismo sul divano, da sapere che in inglese [steɪdʒ] significa pure tappa. E dunque significa: fase, stadio, passaggio, momento. Esattamente quello che sarebbe poi un internship, la parola con cui gli anglofoni chiamano uno [steɪdʒ].
Perciò mi sono fatto questa idea qua. Che insieme alla pronunzia è cambiato lo [steɪdʒ]. Anzi che la pronunzia è cambiata perché lo [steɪdʒ] è cambiato. Una trentina-una trentacinquina d'anni fa, lo [steɪdʒ] era una fase alta della carriera, quasi esclusivamente riservata a super manager che neppure sapevano di esserlo perché si chiamavano ancora dirigenti. Un post-laurea. Un post-Master. Un post-post-qualcosa. Andavano in Inghilterra, forse un anno in America; e siccome nelle scuole si studiava in prevalenza il francese, e dunque un po' di francese lo sapevano un po' tutti, la loro fase alta della carriera, il loro passaggio alto della carriera veniva avvolto dentro questo misterioso [steɪdʒ]. Che alla fine negli anni '70 noi neppure sapevamo bene cosa fosse questo [steɪdʒ]. Forse era uno status symbol.
Oggi no. Oggi lo [staʒ] è spesso un'altra cosa. Non una fase alta, ma spesso una tappa che si muove dal basso. Può essere un primo passettino post diploma. Si fa anche da ventenni. Soprattutto da ventenni. Così finisce per essere un impiego che rasenta il volontariato. Può essere un periodo estivo in un ufficio, quando gli altri se ne vanno al mare. Oggi questa cosa che chiamavamo [steɪdʒ] è spesso lo sfruttamento di una fatica, a volte mal pagata, a volte gratuita. E allora mi immagino che a un certo punto uno stéggista abbia pensato Io sto qui a saltare le vacanze, a far spremere la mia voglia di imparare, lo stesso non mi pagano, almeno vaffanculo mi sparo una posa e lo pronunzio alla francese, ché oggi il francese non lo parla più nessuno e fa tanto chic. Sarò pure uno stéggista, ma almeno je suis Catherine Deneuve.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento