martedì 26 luglio 2011

Appunti sulla prima donna al governo in italia

Andreotti aveva 32 anni ed era già al suo quarto incarico di governo. Segretario del consiglio dei ministri. Esisteva ancora il ministero dell'Africa, eredità del velleitario impero d'un decennio prima. De Gasperi convocò il nuovo governo alle 17 e 45 del 26 luglio 1951. Giusto sessant'anni fa. E per la prima volta ne faceva parte una donna. L'Italia ne aveva avuta una ai vertici mondiali dello sport (Ondina Valla, primo oro olimpico femminile nel '36) e della letteratura (Grazia Deledda, premio Nobel nel '26). Era anche stata appena approvata la prima legge che garantiva la conservazione del posto di lavoro per la lavoratrice madre (1950). Ma una donna al governo non c'era stata ancora. Eppure la donna italiana aveva già scoperto il seno al cinema, segno di emancipazione, almeno all'epoca, forse, se il primato se lo litigavano Doris Duranti (Carmela) e Clara Calamai (La cena delle beffe). "Il mio era ripreso in piedi, il suo da sdraiata: e fa una certa differenza", diceva la Duranti, sorvolando sull'antecedente seno di Vittoria Carpi, mostrato di sfuggita e da comparsa ne La Corona di ferro. E comunque. Tre seni nudi, e non ancora una donna al potere.

La prima arriva quel giorno lì, il 26 luglio del 1951. Si chiama Angela Maria Guidi. Le danno il ruolo di sottosegretario all'Industria e al Commercio, con delega all'artigianato. Ma col suo cognome la conoscono in pochi. Per tutti è la Cingolani. La prima donna italiana della storia al governo è la moglie del gruppo dei senatori dc, e madre del segretario particolare del presidente del consiglio De Gasperi (la sua biografia dagli archivi dc). Era già stata nel 1945 la prima donna a prendere la parola in un'assemblea istituzionale. Lei era una delle 21 donne della Costituente.
«Colleghi consultori, nel vostro applauso ravviso un saluto per la donna che per la prima volta parla in quest'aula. Non un applauso dunque per la mia persona, ma per me quale rappresentante delle donne italiane che ora, per la prima volta, partecipano alla vita politica del Paese. (.) Parole gentili, molte ne abbiamo intese nei nostri riguardi, ma le prove concrete di fiducia in pubblici uffici non sono molte in verità. Qualche assessore (...) una vice sindaco come la nostra di Alessandria e qualche altro incarico assai, assai sporadico: eppure nel campo del lavoro, della previdenza, della maternità e infanzia, della assistenza in genere e in quella post-bellica in specie, ci sarebbe stato modo di provare la nostra maturità e capacità di realizzatrici».
I giornali dell'epoca scrivono che al suo arrivo alla prima riunione di governo i ministri le fanno il baciamano. Dicono che al giuramento alla Camilluccia lei fosse fra i pochi a non arrivare in taxi o a bordo di auto blu, ma con la sua macchina di proprietà, una 1.100. Però ci sono giornali che inciampano nel lapsus e la mettono nel gruppo di "uomini nuovi" del governo. Uomini nuovi. Sebbene donna.
Alle donne l'Unità dell'epoca dedicava una pagina. Quella settimana lì un pezzo sulle lavoratrici nella miniera di Iglesias, una foto sulla moda in campagna, l'appello alla pace delle mamme coreane che chiedono latte per i loro bambini.

1976 - La prima donna ministro: Tina Anselmi (Lavoro)
1979 - La prima donna presidente della Camera dei deputati: Nilde Jotti 
1995 - La prima donna alla Farnesina: Susanna Agnelli
1998 - La prima donna al Viminale: Rosa Russo Iervolino

Sessant'anni dopo.
Donne italiane alla presidenza della Repubblica: 0.
Donne italiane alla presidenza del consiglio dei ministri: 0.
Percentuale di comuni italiani che al momento hanno una donna sindaco: 10%

Qui la scheda dell'attività di parlamentare e di donna al governo di Angela Maria Guidi Cingolani

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