C'è una frase che a rileggerla oggi fa impressione. L'ha detta un paio di settimane fa Tony Bennett. Erano passati quindici-sedici giorni dalla notizia dei fischi beccati da Amy Winehouse a Belgrado, dove s'era presentata ubriaca a un concerto. Tanto che subito dopo, il manager aveva dovuto annunciare la cancellazione di tutte le date successive, compresa quella di metà luglio a Lucca.
La frase di Tony Bennett si pesca dentro un'intervista rilasciata al Guardian una volta uscito dalla sala d'incisione del suo prossimo disco, una serie di duetti di classici. Uno con Bocelli. Uno con Lady GaGa. Con Norah Jones. Michael Buble. John Mayer. E con Amy Winehouse.
Ecco. Il 5 luglio al Guardian Tony Bennett dice: "Di tutti gli artisti contemporanei ch'io conosca, lei possiede la voce jazz più naturale. Ma sono preoccupato. Lei è nelle mie preghiere".
Lasciate perdere la storia della maledizione dei ventisettenni ribelli e maledetti. Non aggiunge niente alla grandezza della sua voce. Non leva e non mette. E peraltro come avrebbero detto le nonne di una volta - ché le nonne di una volta erano assai precise - fra un po' avrebbe finito i 28 anni, e sarebbe entrata nei 29.
E chi se la scorda quella volta a Hyde Park.
1 commento:
Non poteva dirlo Amy di Tony????? No, che devono rimanere i vecchi...Ma quanti anni ha poi Bennett???!?!!?!?!
Posta un commento