venerdì 16 settembre 2011

Gli sceriffi con il telefonino

Fanno impressione le immagini dell'autista milanese che alla guida di un autobus pubblico stacca entrambe le mani dallo sterzo e usa l'iPad. Fanno impressione perché sono l'upgrade di altre già viste in passato: l'autista dell'Atac a Roma che manda un sms guidando con i gomiti, oppure l'uomo che guida un autobus con due cellulari in mano.
Colpiscono per la scelleratezza delle persone cui è stato affidato un servizio pubblico, contenitore spesso retorico dentro il quale stavolta però ci sono vite di altre persone, messe a rischio da un comportamento pericoloso.


Colpiscono ancora di più perché raccontano quanto - in noi passeggeri - sull'istinto prevalga ormai una feroce volontà di vendetta nei confronti dell'altro. La tecnologia da cui gli autisti non riescono a staccarsi è la stessa da cui non sappiamo staccarci noi, definitivamente trasformati in un mucchio di sceriffi con la fotocamera nella fondina.
A bordo di un mezzo pubblico finito sciaguratamente fra le mani di uno che le mani non le tiene sul volante, pare ci interessi più fargliela pagare - a lui e solo a lui - in un secondo momento e in un altrove (in tribunale, su un sito internet), anziché preoccuparci di ristabilire per noi e per tutti gli altri le condizioni di sicurezza ora e subito.
Piuttosto che cercare il cellulare in tasca o in borsa (che si sa come i cellulari si nascondano ogni volta che ne hai bisogno), e poi andare su Menu, cercare la funzione Fotocamera, e cominciare a riprendere, e poi caricare il video su un social network, e alla fine gettarlo in rete; ecco, piuttosto che questo quello e mariastella si farebbe prima ad avvicinarsi all'autista e dirgli Abbia pazienza, metta via quel coso e pensi a guidare.

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