C'è un signore con i capelli grigi che racconta la Champions in tv. Quel signore è stato un grande calciatore. Un grandissimo calciatore. Si chiama Rossi, proprio come il giocatore del Villarreal. Il Rossi attuale lo chiamano Pepito, quello di una volta lo chiamavano Pablito. Perché il suo vero nome è Paolo, e fece un po' di gol importanti per l'Italia al mondiale in Argentina. Poi li rifece in Spagna. Perciò Pablito.
L'anno dopo il mondiale argentino, il 1979, Pablito diventa il centravanti del Napoli. Per poche ore. Lo dissero alla radio una mattina. Si è risolta la grana Rossi, il centravanti della nazionale adesso è del Napoli. Così dissero mentre facevamo colazione, che voce che aveva Alberto Bicchielli. La grana era questa: il Vicenza di Paolo Rossi era retrocesso in serie B, e il numero 9 dell'Italia in B non ci poteva andare. Il suo presidente, che si chiamava Farina, cercava una squadra a cui darlo almeno in prestito. E c'era il Napoli.
Il Napoli che si era fatto avanti era una squadra che veniva da un settimo posto, due sesti posti, una finale di Coppa Italia e una semifinale di Coppa delle Coppe.Rossi fu del Napoli per il tempo di esserne informato e rifiutare. Altro che grana risolta, il caso restò per giorni e giorni sulle prime pagine. Il papà di un mio amico riferiva con certezza la frase pronunciata da Rossi nel momento del rifiuto. "Non vado a fare il lampadario di cristallo in una stalla". Chissà come l'aveva saputa. Disse L'ho letto sul giornale.
C'è chi la giudicò una frase offensiva per la città, chi un giudizio negativo su una squadra di mezza classifica. Un giro fra gli archivi digitali presenti in rete non restituisce traccia di quelle parole, bisognerebbe andare in emeroteca e consultare le collezioni dell'epoca del Mattino, perché L'ho letto sul giornale significava L'ho letto sul Mattino.
Di Rossi si trovano invece altre frasi. In quei giorni dice: "Io al Napoli? Mai. Del resto Farina lo sapeva già da due mesi. Bene il Milan, meglio la Juventus. Al di fuori di queste ipotesi non avrei accettato alcuna soluzione. Piuttosto del Napoli preferisco rimanere in serie B al Vicenza. Non ho niente contro il Napoli anzi auguro alla squadra di Vinicio e ai tifosi ogni soddisfazione compreso lo scudetto. Per quanto mi riguarda però è un discorso inaccettabile".
E poi altre frasi-chiave. Rivelatrici almeno quanto quella del lampadario. Dice: "Sono stanco di fare l'uomo spettacolo". Poi: "Non mi va di essere protagonista a vita. Voglio ritrovare un ambiente in cui Paolo Rossi sia soltanto uno degli undici giocatori. Invidio i miei coetanei che vivono spensierati la loro gioventù. Penso con preoccupazione alla mia esistenza". Ancora: "Altri a Napoli si sono trovati a meraviglia, ma io non cambio idea. E' un problema di mentalità. I napoletani sono passionali e sotto un certo aspetto li ammiro, però mi renderebbero la vita difficile. Prima dei soldi metto la mia privacy". Finché il 9 luglio 1979 racconta a La Stampa un episodio: "Cosa penso del Napoli è noto. Chi sostiene che mi sono montato la testa e che non posso concedermi il lusso di rifiutare Napoli doveva essere con me, l'altro giorno sull'autostrada del sole. A una stazione di riformimento nei pressi di Piacenza mi sono imbattuto in cinque napoletani. Sulle prima mi hanno invitato al gioco delle tre campanelle, poi mi hanno riconosciuto e naturalmente hanno chiesto spiegazioni al mio no. Poi per dimostrare la loro simpatia, m'hanno offerto da bere senza abbandonarmi un istante sino al momento della partenza. Sotto un certo aspetto sono meravigliosi ma a Napoli non avrei più pace".
Finì come finì. Rossi non venne a Napoli, andò a Perugia, protesse la privacy. Pablito a Napoli lo chiamavano il Signor No. Come quello di Mike Bongiorno.
Ma il lampadario di cristallo che diceva di non voler essere, metaforicamente si ruppe. E quando si rompe un lampadario sono anni di disgrazia. Rossi ne ebbe 3. Finì nella rete del calcioscommesse, per poi tornare eroe al mondiale '82 in Spagna. Che giocatore, bambini, che era Pablito. Era un Inzaghi molto più forte di Inzaghi.
Quando Rossi venne per la prima volta col Perugia da avversario a Napoli, il San Paolo batté il record di spettatori paganti, 89.992. Record che resiste ancora. Tutti allo stadio per lui. Paolo Rossi. Per dirgli che non si fa quel che fece, e non si dice quel che disse. Il lampadario. La stalla. Se davvero lo disse. Chi lo sa. Era pieno di bancarelle, tutt'intorno al San Paolo. Accattàteve 'o fischietto pe' fischià a Paolo Rossi, 'o fischietto, 'o fischietto.
Poi con l'arrivo di Krol prima e di Maradona poi, di quel rifiuto Napoli se ne fece una ragione. Forse lo scudetto sarebbe potuto arrivare prima, chi lo sa, ma la gente ci mise una pietra sopra. Ma sì, dai, voleva la privacy.
Fino a ieri.
Giorno in cui Il Mattino intervista Paolo Rossi.
E lui riapre la ferita.
Dice che il Napoli è forte. Non solo. Dice che il segreto della squadra è la città. Dice: "L'entusiasmo non è sempre un handicap".
Ma come?
Allora l'intervistatore giustamente gli chiede: il trasferimento in questo Napoli lo avrebbe rifiutato? E lui fa: "Mai. Questo è un Napoli forte, ambizioso e pieno di talenti. E poi è una squadra che può vincere il titolo. Molto diversa da quella di trentadue anni fa".
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