Ce n'è una dietro il cucchiaio di Totti, si chiama effetto Magnus, dal nome del fisico tedesco che scoprì condizioni ed effetti della variazione di una traiettoria di un corpo rotante in un fluido in movimento. Giusto il caso del rigore alla Totti, che è "cuginetto" della punizione a foglia morta di Corso (o di Pirlo): uno ruota all'indietro, l'altra in avanti. Certo, poi finisce che vai sul dischetto contro la Juve, lo tiri violento, e Buffon se ne frega di Magnus e te lo para. C'è una grande legge fisica dietro ogni piccolo gesto del calcio, come spiegano Nicola Ludwig e Gianbruno Guerrerio in "La scienza nel pallone" (ed. Zanichelli). E allora i portieri che si buttano prima? «Di fronte a un pericolo tendiamo a pensare che fare qualcosa sia meglio che aspettare». Viaggiando dentro le formule si smontano un bel po' di luoghi comuni del calcio: che il portiere non si stanca, che alla fine vincono i migliori, che il pallone schizza sul bagnato e va più veloce. Tutto falso. Meglio sapere che quando si viene colpiti in barriera è come ricevere addosso 20 chili in caduta libera da un metro. Meglio sapere pure che non esistono formule per azzeccare le scommesse, né per vincere le partite: se esiste il rigore perfetto, esisterà pure la parata perfetta. In quel caso? «Oltre il gesto tecnico - spiega uno degli autori, Nicola Ludwig, ricercatore di fisica applicata all'università statale di Milano - va la psicologia. È stata individuata la zona del cervello che reagisce ai movimenti degli oggetti in caduta libera, ma il pallone segue altri moti, innaturali». Il pallone è rotondo, non si dice così? Ma la sua perfezione può essere un problema. Prendiamo lo Jabulani, quello del mondiale in Sudafrica, un oggetto a metà strada fra l'hi tech e il mal di testa. Il primo realizzato con calotte plastiche termosaldate, dopo decenni di cuoio e poliuretano a forma di icosaedro (i pentagoni alternati agli esagoni). Il primo a vantarsi di essere quasi perfettamente sferico, e però maledetto. Il guaio è che una sfera perfettamente liscia si muove nell'aria generando turbolenze solo nella sua scia; per avere stabilità gli servono vortici anche davanti. Era la funzione delle vecchie cuciture. Ah, saperlo. La fisica ha pure un'equazione che spiega perché sia meglio giocare a calcio in undici: N=A/(2v. t)
(Repubblica, 14 dicembre 2011)
(Repubblica, 14 dicembre 2011)
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