Cosa accadde quel giorno si sa. Il guardalinee Giuliano Sancini, negoziante di abbigliamento sportivo e articoli da regalo a Bologna, annullò per fuorigioco il gol che avrebbe dato alla Roma di Liedholm il suo scudetto con due anni d’anticipo. Giusto, sbagliato, e chi lo sa. Carlo Sassi alla Domenica Sportiva non riuscì a stabilirlo in modo definitivo, il martedì la Gazzetta scriverà che “alla moviola è parso regolare”. Tutti a Roma sanno dov’erano e cosa facevano, quella domenica. Di questo si occupa il film, “di come una città - spiega Pecorelli - si lega a un fenomeno, il calcio, di come continua a vivere un episodio accaduto nel 1981 come se fosse ieri”. Con un registro ironico e brillante, con le testimonianze di Falcao, Pruzzo, Prandelli, Marocchino, di arbitro e guardalinee, di tifosi noti e soprattutto tifosi comuni. L’ambizione di “Er gol de Turone era bono”, spiega Pecorelli, è quella di ritrarre “una giornata particolare del tifo, l’attesa, la preparazione, l’esodo senza charter”, fino al dopo, quando Vanzina dice che nasce la leggenda del romanismo piagnone.
Intorno alla partita che doveva assegnare lo scudetto, c’era la città di Torino che teneva da qualche giorno il maxi processo ai brigatisti per i reati commessi dall’aprile del 1977 al dicembre del 1979. Patrizio Peci era diventato da poco il primo pentito. I suoi ex compagni terroristi erano rinchiusi in sei gabbie e rivendicarono il sequestro dell’assessore regionale campano Ciro Cirillo, l’omicidio dell’agente di scorta e dell’autista. Il giorno prima della partita, a Roma una ventina di giovani a volto coperto e pistole in pugno, avevano bloccato tre autobus in Corso Vittorio gridando “fuori i compagni dalle galere”, lanciando molotov e una bomba contro la sezione del PCI in via Corallo. Il film si avvale della consulenza di Ettore Viola e racconta pure come la polemica - dice il produttore “sia stata amplificata nel tempo, altro fenomeno molto interessante: non montò subito”. Il caso della partita sembrava un altro: il gioco scorretto di Furino. Il Guerin Sportivo dedicò addirittura la sua copertina al Napoli, al gol dello sconosciuto Palo a Como.
Il documentario esce in 40 copie da lunedì, una ventina a Roma, e allunga la galleria del calcio in giallorosso al cinema, aperta negli Anni Cinquanta sempre da Roma-Juventus, prima in L'inafferrabile 12 con Walter Chiari, poi con La città si difende, quando durante la partita si tiene una rapina all’interno dello stadio. Il dizionario Davinotti ha contato non meno di cinquanta partite della Roma che appaiono in spezzoni qua e là. “La domenica della buona gente” illustra un tifo ancora candido e ingenuo, “Il marito” con Sordi mostra la passione frustrata da un concerto di violoncello, “I Mostri” porta Gassman allo stadio a vedere Roma-Catania, con i soldi che avrebbe dovuto spendere per le medicine di suo figlio. Una storia con molti derby (“L’arbitro” con Buzzanca) e qualche trucco: Roma-Osters di Coppa UEFA viene spacciata per finale di Coppa dei Campioni in “Il gatto mammone”. Quelli che hanno sperato de morì prima nel film di Totti, non sperino di avere risposta sul gol di Turone. La tecnologia è andata avanti, ma il fotogramma è lo stesso di sempre. Ripreso da una sola telecamera. Nemmeno la VAR ci direbbe se è bono o no.
[uscito su Repubblica Roma, 23 ottobre 2022]
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