martedì 22 novembre 2022

Storia dei Musumeci Greco, maestri di spada degli attori



Se c’è un film di cappa e spada, è qui che gli attori vengono a imparare, nel cuore di Roma, una cinquantina di passi dal Pantheon. Cominciò Gino Cervi, anno 1939. Prima di essere Maigret, Alessandro Blasetti gli diede il ruolo del pittore Salvator Rosa, nella leggenda Formica, abilissimo spadaccino mascherato contro il conte Lamberto, consigliere del viceré di Napoli. Gli fece da maestro Enzo Musumeci Greco, nipote di Aurelio e Agesilao. La loro Accademia d’armi in via del Seminario, logo di Duilio Cambellotti, esiste dal 1878. Sono passati Tyrone Power per “Il Principe delle Volpi” e Orson Welles per “Cagliostro”, poi Richard Burton, Charlton Heston, Burt Lancaster.
“Questo è papà con Errol Flynn”, dice Renzo Musumeci Greco, sfilando una cornice da un mucchio di foto. È la quarta generazione dei maestri che insegnano l’arte del duello prima dei ciak. Per la Festa del cinema tiene oggi un corso intensivo di 6 ore a 12 giovani attori. “Ragazzi in attesa di qualche provino. Intanto imparano che cos’è una parata, un affondo, un passo avanti. È come quando un professore di piano insegna - che so - a fare una canzone di Battisti. Come può uno scoglio arginare il mare”.
La scherma è una successione di gesti come al piano?
“Ci sono produttori che chiamano e dicono: ahò, te damo tre giorni. In genere rispondo: vieni tu e vediamo se in tre giorni impari. Questi film scalcagnati li riconosci dal montaggio vertiginoso, inquadrature strette. Nessuno impara niente. Magari ci sono io che infilo un braccio. Quando invece abbiamo fatto Caravaggio, con la fotografia di Storaro, le lezioni sono durate tre mesi. I duelli erano senza controfigure con 100 colpi da ricordare a memoria, più la sicurezza da garantire. Per L’innocente di Visconti, 120 colpi in piano sequenza, i tempi sarebbero stati perfino più lunghi. Truccarono me e mio fratello e combattemmo. Oggi esistono i trucchi del digitale. Dalle lame di Sean Connery e Richard Gere, ne “Il Primo Cavaliere” uscivano stelle filanti, come comete. Significa che sul set non avevano niente in mano. Tutto finto. Invece Johnny Depp nel “Pirata dei Caraibi” si è mosso più lentamente e hanno velocizzato l’azione dopo”. 

Chi viene a fare scherma oggi?
Chi viene a fare scherma oggi?
“La scherma si sceglie. Non si vede in televisione. Mai. Qualche volta è una passione trasmessa dai genitori, in altri casi un desiderio represso da bambini. Un nuovo iscritto ha 65 anni. Mi ha raccontato che passava qui sotto da ragazzino, ma a casa non avevano le possibilità. Adesso sale le scale e ricorda suo padre. Gli adulti hanno il richiamo della cultura, il romanticismo, Cyrano, Dumas. I ragazzi, quello dei cartoni animati. Ce ne sono tanti che si travestono da Zorro e che giocano con le spade di plastica. Dal 2011, nel centenario della nascita di mio padre, mi son detto che dopo aver tanto avuto, era il momento di donare. Il progetto Scherma senza limiti offre corsi per paralimpici in carrozzina e per persone con disabilità mentali. Andiamo nelle scuole e nelle parrocchie di periferia, con il sostegno della fondazione Terzo Pilastro Internazionale”.
Gli attori più bravi che ha visto?
“I quattro moschettieri sono Alessio Boni, Massimo Ranieri, Kim Rossi Stuart e Alessandro Preziosi. Ma anche Giuseppe Zeno e Ruben Rigillo sono molto bravi. Nella scherma si deve saper recitare. Fingere un attacco per far scoprire l’altro, arretrare e poi avanzare. Mi sarebbe piaciuto dare lezione a Richard Gere. Clooney no, non mi pare adatto. Troppo piacione. La scherma acuisce i sensi e la nobiltà d’animo, insegna il rispetto, pratica l’eguaglianza. In pedana un principe è vestito come un proletario. La scherma è rock, è sexy, stimola a risolvere i problemi in tempo reale”.
Dio sa tirare di scherma?
“Dovrebbe. Dio sa fare tutto. Solo che nella scherma serve anche saper ingannare, essere vanitosi e narcisi. Non lo so se è il tipo”. 
Hanno qualcosa in comune. Sulla tastiera le mani si muovono in modo autonomo, ciascuna sa cosa viene dopo, anticipa il prossimo colpo. La scherma è una disciplina che riguarda il corpo, ma soprattutto la mente. È una partita a scacchi giocata a 200 all’ora”. 
Quanto tempo serve per imparare a duellare su un set?
[uscito su Repubblica Roma il 22 ottobre]

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