lunedì 29 marzo 2010

Il punto numero 10

Gaetano alla fine si mise in viaggio. Tornava a casa per votare. Aveva superato indenne i primi nove punti, stavolta c'erano le preferenze e qualche candidato spendibile, uno di alto livello finanche nel pd (Nino Daniele). E poi Marco gli aveva ricordato del voto disgiunto, sebbene senza chiarire bene come eventualmente risolverlo. Ma ormai erano dettagli. Gaetano partì. Seconda classe, carrozza otto. Me mùncica 'sta cosa, me mùncica, mi socera fà aha padrona dentr'a casa mia, su'ha portrona che ho comprato jo, certo mi moje era 'na pischella quanno se semo sposati, ma è stata lei, mi socera, che l'ha condizionata, nun je so' mai andato a ggenio, e ora me vole condizionà pure er ragazzino, ma se io devo da continua a lavora' a Napoli, er regazzino nunno posso vede mai.
Gaetano pensò che sarebbe bastato scambiarsi il lavoro con quell'uomo calvo dalla lunga coda nera dietro la nuca seduto di fronte a lui. Trenitalia avrebbe avuto un buco spaventoso nel bilancio.

Il profilo di Napoli Centrale si manifestò dopo 2 ore e 10 minuti. Il bonzo di Casal Palocco si diresse verso la metropolitana, Gaetano si fermò a comprare un biglietto. L'edicola non ne aveva, Ce li siamo levati per non dare fastidio a quest'affianco. Quest'affianco era il bugigattolo di souvenir. Souvenir e biglietti. Gaetano fece la fila, sfilò dalla tasca il certificato elettorale e una banconota da 5 euro e chiese un Unico Napoli da 1 euro e 10. Per risposta ebbe una faccia fintamente contrita. Mi dishpiace, non vi posso dare il resto, se tenete i 10 centesimi ve lo vendo, sennò niente. Gaetano provò a mediare, Mi metto nell'angolo e aspetto che lei abbia il resto. L'uomo di fronte ebbe una mutazione genetica. Da finto contrito a sinceramente feroce, Nossignore t'aggio ritto che senza 10 centesimi non lo vendo. Gaetano sbandò. La ragazza dietro di lui colse al volo l'indecisione e tirò avanti, porse una banconota da 10 euro alla hyena napoletana dietro il bancone e chiese due biglietti. L'uomo li estrasse insieme al resto. A Gaetano uscirono gli occhi di fuori e la vena dal collo, Perché a me no e a lei sì? La iena ebbe un lampo nello sguardo e la risposta pronta, La signorina di biglietti se ne compra due.
Gaetano salì sulla metropolitana senza biglietto. Furioso. Il distributore automatico era fuori servizio. Scese dove doveva e marciò a passo rapido verso il seggio, la sua vecchia scuola elementare. La rappresentante di lista dell'Udc, ex Pd, ex Margherita, ex Forza Italia, ex Dc, stava in un angolo e segnava su un foglietto chi entrava e chi usciva. Altri rappresentanti di qualcosa o qualcuno, come avrebbe detto Umberto Tozzi, giravano a bordo di un paio di motorini, senza casco, sconfinando sul marciapiedi e parlottando lì con certi altri sgherri che portavano lenti scure e orecchini ai lobi, o in alternativa orecchini sugli occhi e lenti poggiate ai lobi. Erano in guerra. Neppure troppo simulata. Sul marciapiedi passavano qualcosa di indefinito alle persone in uscita dal seggio, qualcosa che quelle infilavano subito in tasca. Allora Gaetano capì. Infilò la mano nella sua, di tasca, toccò la banconota e rivide la scena della iena. Entrò, porse il documento, prese la matita e aprì la scheda. Fece la X dove doveva, non dove voleva. E poi ne fece un'altra. E un'altra. E un'altra. E un'altra. Fece una sfilza di X, come un lungo squallido elenco di zero a zero, e sotto in stampatello scrisse fujtevenne.

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