venerdì 25 novembre 2011

Sior capitano mi stia a sentire ho belle e pronte le mille lire

Le nostre madri e ancora di più le nostre nonne avevano una certezza.
Sapevano che i treni avevano la prima classe, la seconda, ai loro tempi la terza. Sapevano che biglietto chiedere, sapevano che avrebbero speso di più in prima, un po' meno in seconda, pochissimo in terza.
Qualcuno dovrà prendere il coraggio a due mani, oggi, e spiegarglielo che d'ora in avanti esistono i livelli, e piano piano scandire loro che i livelli si dividono in standard, premium, business ed executive, Mammà tu quale vuoi?
E' 'na parola. Perché quasi sempre mammà vuole quello che si può permettere, e se in seconda classe poteva ambire al posto singolo, in fondo al corridoio, dove poteva poggiare il bastone al finestrino e nessuno la obbligava a tirarsi le ginocchia al petto manco fosse Tania Cagnotto in doppio carpiato con avvitamento a destra, ecco, adesso quel posto coi nuovi treni mi sa che non lo avrà più.

Le parole sono importanti, come diceva Nanni Moretti, e deve pensarla così anche l'altro Moretti, Mauro, a.d. di Trenitalia, che ha deciso di mettere al bando la parola "classe". Non esistono più. Abolite. Bene. Però parliamone. In realtà, proprio perché le parole sono importanti - e ce ne sono poche con più storia e con più contenuto della parola "classe" - bisogna ricordare che se esiste una differenza economica (ed esiste nel prezzo, eccome se esiste), allora esiste una differenza di classe. Non solo. La maggior parte dei posti, ci tiene a sottolineare Moretti, ma non Nanni, sono destinati al livello Basic.
Poiché la comunicazione si è ormai spolpata l'informazione, si sorvola sul fatto che quei posti sono maggioranza, sì, ma sono meno di prima. Se qualcosa Trenitalia abolisce, non sono le classi, ma i posti in seconda classe. Significa che i posti più economici, diciamo quelli per mammà e per la nonna, saranno la metà di prima. E dunque mammà e la nonna potrebbero: a) non trovarne, b) essere costrette a comprare l'equivalente economico di una ex prima classe pur di partire.
E' sempre brutto sentire Io l'avevo detto. Però io l'avevo detto.
Come tutto questo si possa chiamare passo avanti, non si sa. Come si possa chiamare servizio pubblico, si sa ancora meno. E andrebbe aggiunto che si tratta pure di un classico esempio di sobrietà a comando. Si criticano consulenze e vitalizi nella funzione pubblica, poi non c'è organismo o figura che vigili e si faccia sentire sui servizi pubblici.
Dice: mica mammà e la nonna devono prendere per forza il Frecciarossa. Ah, e che devono prendere? Gli Intercity sono ormai frequenti come un gol di Hamsik. E tutto questo succede mentre i treni notturni verso il sud stanno per essere silenziosamente soppressi, e mentre fra le righe degli annunci di ieri l'a.d. Moretti sussurra che i treni regionali, e sì, ehm, veramente, "potrebbero fermarsi per mancanza di fondi". Il restyling dei nuovi Frecciarossa è costato mezzo miliardo di euro. Io con mezzo miliardo di euro ci mettevo il profumo alla mentuccia nei treni per i pendolari. E mi avanzava pure qualcosa.

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