mercoledì 30 aprile 2014

Per chi tifava Sergio Leone?

- Che hai fatto in tutti questi anni, Noodles? - Sono andato a letto presto.
Gli anni adesso sono venticinque, da quando Sergio Leone non c'è più. E un altro film come C'era una volta in America, lo stiamo ancora aspettando. L'amore, l'amicizia, la fedeltà, il tradimento, il senso di colpa: un film totale, un'opera mondo, come la chiamerebbe Moretti, ma non Nanni, suo fratello Franco. Sergio Leone è uno di quelli di cui ti ricordi esattamente dov'eri quando ti hanno detto che era morto. Al cuore Ramòn, al cuore, e poi il Monco, il Biondo, Tuco, Armonica, Cheyenne, i nomi più belli tra i personaggi del cinema italiano. E Claudia Cardinale che scende dal treno alla stazione. E la voce di Nando Gazzolo. E lo scion scion di Morricone. Una cosa non si sa di lui, o almeno non l'ho capita io. Ma Sergio Leone era romanista o laziale?


No, perché su questo punto le testimonianze divergono. Nei forum laziali tendono a tirarlo dalla loro parte ricordando una schermaglia con Carlo Verdone su questo punto. La tesi del Leone laziale spunta pure nel libro "Romani", di Angelo Mellone (ed. Marsilio, 2012). Scrive Mellone che ai romanisti D'Alema, Andreotti, Ferilli, Verdone e Sordi, si contrappone una litania laziale altrettanto lunga di nomi celebri.
"Neppure serve ricordare al romanista medio che Aldo Fabrizi, Asia Argento, Raoul Bova, Christian De Sica, Sergio Leone, Lucio Battisti, Bud Spencer, Isolde Kostner, Nanni Loy, Alighiero Noschese, Russell Crowe, Robbie Williams e Morrissey sono passato, presente e futuro del vippume biancoceleste".
Solo che dall'altra parte, sulla sponda romanista, sono convinti del contrario. Qualche anno fa, su Il Romanista, Izzi raccontò di aver recuperato un articolo uscito sul Messaggero nel 1984 alla vigilia della finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Leone parlava così: "Per me il Liverpool non esiste. Sono romanista incallito con moglie e figli che impazziscono per il calcio … mi auguro proprio che la Roma trionfi". Inoltre, viene citata un'intervista al regista della rivista "Roma Mia", novembre dello stesso anno. Leone diceva: "Sono tifoso facendo finta di non esserlo. Ho un’accesa polemica in famiglia dove girano troppi romanisti. Io amo poco i tifosi sperticati. Preferisco gli sportivi, ragionano di più senza tirare in ballo la sfortuna, la perfezione propria contro la stupidità degli altri. Naturalmente ho la tessera e vado regolarmente all’Olimpico". Frase ambigua? Non le successive. Sui suoi amori calcistici. Falcao: "Un perfezionista mosso da una passione trascendentale". Cerezo: "Ha una visione panoramica, totale del gioco, lo anticipa, in più segna". Il mistero resta da chiarire.

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