giovedì 8 ottobre 2009

D'Alema e il premio Nobel


Una volta, era il '97, il Pds scelse una citazione del tedesco Rilke come slogan del suo congresso, e al Secolo d'Italia presero a sfotterli perché si appropriavano di una frase usata nei campi Hobbit.
Qualcuno all'epoca sostenne che c'entrasse qualcosa il nuovo premio Nobel per la letteratura, la scrittrice Herta Muller, vent'anni fa tradotta in italiano da Fabrizio Rondolino, all'epoca portavoce di D'Alema.
E mentre Rondolino s'è messo subito a dare interviste, sono dovute trascorrere tre ore dall'assegnazione del Nobel prima che Keller editore - l'ultima casa ad aver pubblicato in italiano un romanzo della scrittrice (Il paese delle prugne verdi) - mettesse la notizia sul suo sito. Per 3 ore non c'era una fascetta, non un richiamo, non un banner. Niente. Forse per understatement. Oppure non se l'aspettavano manco loro. E per tre ore io me li immagino che avranno girato fra i corridoi dicendosi ma dai, ragazzi, non può essere lei, mica è quella Muller lì, la nostra?

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