venerdì 9 maggio 2014

Quando fui la carogna, e lo Stato trattò con me


Ero al liceo scientifico. Successe in terza. Classe difficile, la terza. Si sa come va. Cambiano i professori, le cartelle si appesantiscono, le ragazze ti lasciano. Arrivano materie nuove e tu hai i pensieri da un'altra parte. La filosofia, per esempio. Pur coltivando una certe propensione a far risiedere la testa fra le nuvole, ti imbatti in personaggi belli strani, tipo quel Talete e la sua acqua, ed è soltanto l'inizio.
Insomma. Interrogazione. La prima interrogazione della mia storia in filosofia.


- Pensiero, parola ed essere in Parmenide.
Io zitto. Non perché non sapessi nulla. Qualcosa studiavo. Era proprio che aspettavo la domanda.
- Pensiero, parola ed essere in Parmenide.
Non avendo avvertito il punto interrogativo alla fine della frase, ancora aspettavo la domanda.
Mi fu chiaro che la domanda era quella dalla reazione al mio ostinato silenzio.
- Allora?
Cioè. Magari mi sarei confuso lo stesso, magari sarei stato comunque un disastro. Ma già partire così, non mi aiutò. Classe difficile, la terza. Hai sedici anni, l'Italia ha vinto i Mondiali in Spagna, lei se n'è andata perché devo prendermi un periodo per stare da sola, devo ascoltarmi, e tu dovresti saper costruire un ragionamento su Parmenide. Senza un punto interrogativo.
Io di Parmenide non saprei dire niente neppure adesso. Figurarsi quando lei se n'era andata. A 16 anni devi chiedermi di Leopardi, non di Parmenide.
- Proviamo altro.
- Proviamo.
- Cosmogonia e senso del divenire in Anassimandro.
Cioè. Era altro. Davvero. Tecnicamente era altro. Ma era la stessa cosa. Parmenide, Anassimandro: la stessa cosa.
Balbettai qualcosa. Ma si avvertì in aula il chiaro rumore di un sedicenne che si stava arrampicando lungo uno specchio.
Fu lì, in quel momento, che la pr'essoressa di filosofia fece la domanda che non doveva fare.
- Vediamo se sai almeno l'amore platonico. Dimmi almeno l'amore platonico.
Io lo conoscevo l'amore platonico. A 16 anni avrei potuto scrivere trattati sull'amore platonico. Ma lei non doveva fare quella domanda. Non doveva dire: ALMENO.
- No, pr'essoressa. Non so NEMMENO l'amore platonico.
Sbigottita. Segnò il più banale dei 4 sul registro, sbagliando, perché avrei meritato 3.
***
Il giorno dopo mi avvicina. Mi domanda cosa c'è che non va. Come mai sia possibile, cos'è questo rendimento al ribasso. Che ne può sapere la pr'essoressa di filosofia di lei che se n'è andata, ti lascio perché ti amo troppo e non voglio farti soffrire, che ne sa, che ne può sapere.
Le dico che faccio fatica a entrare in sintonia con la materia. Mi pare una bella risposta. Strutturata. Una risposta che ha l'ambizione di far credere che ci sia tutto un mondo dietro. Lo dico? Una risposta filosofica. Ma lei va in crisi.
Lei.
Mi domanda se forse non sia colpa sua. E in quello squarcio di luce, io, la carogna, mi infilo.
Non dico di no. Dico: non so. Mi mostro titubante, perplesso, problematico.
Forse non riesco a farmi capire da te, rimugina lei. Io, la carogna, taccio. Eppure, fa lei, in storia non hai problemi. In storia no, dico io, infatti, in storia no.
Fu a quel punto che lo Stato venne a trattare con me. Si piegò.
- Senti, ho un'idea. Dimmi se vogliamo fare questo patto. Io smetto di interrogarti in filosofia. Ma ti interrogherò una volta in più in storia.
La faccia mia, certo che sì. Affare fatto. Qua la mano. Negli anni ho visto gente sprofondare sotto il peso dello scetticismo di Hume; molti amici sono caduti in battaglia dinanzi all'umanismo naturalistico di Feuerbach, e altri si sono tormentati al cospetto degli stadi esistenziali di Kierkegaard. Io, con la legge morale dentro di me e il cielo stellato sopra di me, una sfogliata al manuale di filosofia continuavo ogni tanta a darla. Qua e là, onestamente. E senza la pressione del voto.
Col tempo ho pensato che lo Stato non doveva piegarsi. Non così. Non subito, ALMENO. Non dopo la prima interrogazione. Forse insistendo, chi lo sa, la cosmogonia di Anassimandro l'avrei imparata e di Parmenide mi sarei innamorato come di Leopardi. Pur avendo 16 anni eccetera eccetera.
E comunque. Se vi siete indignati. Sappiate che portai storia agli orali della maturità. E all'Università ho dato due esami di filosofia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io con Leopardi ho cominciato un po' prima...
Lo Stato tratta ma si fa sempre a tempo a nutrire l'anima con la filosofia.