mercoledì 4 settembre 2013

Storia di Stiliyan Petrov e del minuto 19

Centosei partite con la sua nazionale, due volte avversario degli azzurri dopo il Mondiale vinto da Lippi, ha lasciato il calcio a marzo 2012 quando gli diagnosticarono la leucemia. Mentre era in cura, i tifosi dell'Aston Villa lo hanno ricordato durante ogni partita in casa con un applauso al minuto 19, il suo numero di maglia. Ma quell'applauso, ora, Stiliyan Petrov non lo vuole più. E torna in campo per beneficenza.

Arteta calciò forte in porta, Given si lanciò sulla sinistra col braccio disteso e non ci arrivò. Stiliyan era piazzato in barriera. Vide passare la punizione di lato e capì che prendere un gol al 93' sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe fatto su un campo di calcio.
Zero a tre in casa dell'Arsenal, poi l'addio. L'ultima partita di Stiliyan Petrov, centrocampista bulgaro, capitano dell'Aston Villa. "Lascio l'unica vita che ho conosciuto", disse. Se ne andava perché qualche giorno prima il dottore lo aveva guardato dritto negli occhi e gli aveva detto una parola. Una parola sola. Leucemia. "Dovrò affrontarla con tutta l'energia che ho messo nelle mie sfide", spiegò Petrov ai tifosi. Le sue tante sfide con i Celtic in Scozia fra il 1999 e il 2006, poi altri 7 anni a Birmingham, quindici in tutto con la nazionale, 106 partite, 8 gol, due volte avversario anche dell'Italia nelle qualificazioni per i mondiali del 2010: un pareggio e una vittoria azzurra, Lippi era da tornato da poco in panchina.

Sette giorni dopo l'addio, al Villa Park, seduto in tribuna, Petrov sentì lo stadio mormorare e poi lo vide alzarsi in piedi per battere le mani, trentaquattromila e settecentoquaranta persone unite in un applauso al minuto 19, il suo numero di maglia. Così è stato da allora, sempre, a ogni benedetta partita dell'Aston Villa. Stiliyan si è portato dentro quel ricordo quando attraversava l'ingresso dell'University College London Hospital, per la chemioterapia. "Io non so a cosa assomigli l'inferno, ma so che non può essere più brutto della mia battaglia", ha raccontato un giorno al Daily Mirror. Per l'ultima partita in casa della scorsa stagione, Petrov era con i vecchi compagni a fare il giro di campo per il saluto alla folla. Quella folla che al minuto 19 per più di un anno s'è alzata in piedi a battere le mani, qualche volta indossando pure una maschera di cartone con il suo volto. Ha salutato la gente e nel vederla dal prato ha capito che questa storia deve finire. Lo ha detto chiaro: "E' stato un gesto meraviglioso, il vostro. Ha significato molto per me e per la mia famiglia in un momento durissimo. Ma ora dobbiamo andare avanti. Io e voi". Basta applausi al diciannovesimo minuto. Non ne vuole più. Sarebbe come sentirsi ancora ammalato, sarebbe come esserlo per sempre.

Invece adesso Petrov guarda avanti. L'Aston Villa gli ha dato un ruolo nello staff tecnico della squadra under 21, tra qualche giorno Stiliyan tornerà in campo per la prima volta dopo la malattia. L'8 settembre al Celtic Park gioca la partita chiamata "#19 Legends", con un po' di vecchi amici che raccolgono con lui fondi da destinare in beneficenza. Henrik Larsson, Paul Lambert, Chris Sutton. "Io so che sarete sempre con me", ha spiegato ai tifosi, "e voi siete nei miei pensieri", ma va bene, va bene così, basta, riprendetevi questo maledetto minuto 19, fate che d'ora in poi sia uguale agli altri, perché alla fine è questo che Stiliyan vuole, tornare uno dei tanti, tornare uguale agli altri.

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