domenica 23 giugno 2013

Filosofia di Tata Martino


Utopista, ma realista. Hombre vertical, ma pure frontal. Ironico e rigoroso. Offensivista, ma con criterio. Bielsista, nel senso di seguace di Marcelo Bielsa, ma non così loco come lui, non tanto pazzo come il suo maestro. Tutta la filosofia del nuovo allenatore del Barcellona, Gerardo Martino detto Tata, in 15 frasi.


"Preferisco sempre che gli avversari siano convinti di vincere".

"Bielsa è il mio punto di riferimento per il suo modo di essere in un ambiente tanto ostile come il calcio. Quando mi paragonano a lui, mi fanno un favore. Così una squadra che non può metterlo sotto contratto, almeno finisce per chiamare me".

"Stare al telefono, guardare video, lavorare al computer. è la parte meno divertente del lavoro, ma si deve fare".

"Prima di una partita mi basta parlare alla squadra solo 20 minuti".

"Sono tifoso del Newell's e della squadra che mi dà da mangiare".

"Ci sono state partite in cui ho giocato a destra nel primo tempo e a sinistra nel secondo. Giocavo dove c'era l'ombra".

"Preferisco indossare la tuta anziché un vestito. Perché sudo molto, e non mi piace sedere in panchina come uno che sta andando a un matrimonio".

"Prima i calciatori argentini lasciavano il Paese solo per cercare gloria in Spagna, Italia, Inghilterra. Ora vanno pure in Grecia, Ucraina, Qatar, Russia. In Argentina non resta più nessuno".

"Mi sento molto vicino al calcio che gioca il Barcellona. Sono un ammiratore del lavoro di Guardiola. Il suo stile è quello che più mi piace. Il mio calcio è triangolazione, possesso e passaggio. Mi interessa il rispetto per il pallone".

"Con gli imbrogli non si va lontano. Che senso avrebbe allenarsi tutta la settimana se poi vuoi vincere imbrogliando?"

"Ho lasciato il calcio a 34 anni, ma avevo già smesso di giocare quando ne avevo 30...".

"La mia città, Rosario, è speciale. Per la sua passione per il calcio e per la cultura. E' una zona privilegiata in cui crescono bambini forti, ben nutriti. I Valdano, i Batistuta, i Messi.

"Il mio idolo da bambino era Gallego, il campione del mondo del '78. Anche se io avevo un altro stile...".

"Messi polverizza ogni tre giorni il nuovo aggettivo con cui il mondo lo definisce. E' già nell'olimpo dei grandi accanto a Maradona, Pelé, Cruyff e Di Stefano. Io metto pure Zidane e Platini".

"Mi piacerebbe lavorare in un posto dove si avverte la volontà ch'io lavori a modo mio. Dove non guardano la classifica, non guardano se vinco o perdo. Mi piacerebbe lavorare in un posto dove vogliono sapere io come la penso"

Nessun commento: