giovedì 13 gennaio 2011

I Cake e il salone espositivo della pietà

Fra i dischi più attesi del 2011 da chi ne capisce, ecco il ritorno dopo 7 anni di silenzio dei Cake. Titolo bellissimo, The Showroom of Compassion. Tutti a dire che è un disco vintage. Io non lo so. So che quando comincia con Federal Funding, uno che lo sente in cuffia crede di essere dentro un videoclip. Cosa che effettivamente dovrebbe ispirare una categoria da aggiungere ai premi di fine anno. Got To Move è come un pezzo di Ivan Graziani impastato coi Destroyer (per chi ricorda la bella Foam Hands del 2008), però messo nel freezer 50 anni fa e adesso scongelato. A Mustache Man manca solo il coraggio di concedersi un falsetto più convinto nel ritornello, per candidarsi a hit spacca-radio, tipo Maroon 5. Mentre Teenage Pregnancy ha un titolo drammatico, un pianofortino inquietante e una banda che accompagna tutto per 2 minuti e 40 come se fosse appena uscita da un fotogramma di Kusturica. O come se accompagnasse una di quelle acrobate che al circo si sdraiano con la schiena su uno sgabello e fanno girare una palla sotto le piante dei piedi. E poi c'è Sick Of You. Che sarebbe pure il primo singolo tratto dall'album. Qua il riff galleggia tra Satisfaction dei Rolling Stones e Day Tripper dei Beatles, con la tromba di Vince DiFiore che vorrebbe camuffare. Vorrebbe.
Bound Away ha un vestito country e io faccio skip. Ma ho un debole per The Winter, per quella tromba con sordina che fa da intermezzo alle strofe in cui un suono da cantina di Liverpool anni '60 si incastra psichedevolissimevolmente con certe lezioni del rock progressivo (questa frase è venuta proprio bene).
E Italian Guy? Archi, batteria, ironia e marcetta. Chi ha stroncato il disco (Rolling Stone) scrive che in 7 anni non sono cambiati. Chi lo ama (Ew) scrive che in 7 anni non sono cambiati.
John McCrea, il leader, dice che è la prima volta che gli andava di usare un piano acustico, che prima gli sembrava troppo classico, ed è pure la prima volta che ha usato i riverberi nel suono. Be', lo rifaccia.
[il disco si sente qui]

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