mercoledì 27 agosto 2008

I parlamentari creativi

Nell'estate dei sindaci sceriffi e dei divieti a raffica, dalle cannucce nei cocktail proibite a Bacoli ai massaggi in spiaggia negati a Positano, gli antifurti che suonano di notte non possono restare impuniti. Infatti è pronta una legge in Parlamento per strozzare quei decibel nella gola dei sensori infrarossi. Così la prossima volta la smettono di svegliare chi per il caldo dorme con le finestre aperte. Così almeno sostiene Giuseppe Scalera, ex senatore Margherita, ex diniano e oggi deputato Pdl. Scalera è primo firmatario della legge che vuole limitare l'inquinamento acustico derivante da sistemi di allarme sonori. Dev'essere un' urgenza che gli sta a cuore, se la proposta presentata un mese fa a Montecitorio è la stessa che aveva consegnato a Palazzo Madama nel luglio del 2006. Così almeno rivendica un primato.



In anticipo sui Comuni, la «collezione estate 2008» di legislazione creativa ha avuto griffe importanti in Parlamento. Vietare, ma non solo. Tra un po' le aule riaprono e si ricomincia, così Marcello Di Caterina, il presidente dei giovani commercianti napoletani che il centrodestra ha voluto deputato, potrà sapere a che punto è la sua interrogazione sull'alga tossica alla Gaiola, questione che più di tutte lo affliggeva nei giorni in cui il ministro Frattini partiva per le vacanze alle Maldive, in piena crisi Georgia-Russia. Il governo si lascia alle spalle i suoi primi 100 giorni, e gli uomini che alle Camere lo sostengono provano a colmare con le loro idee ogni vuoto legislativo. Paolo Russo, per esempio, commissario di Forza Italia a Napoli, ha presentato 13 proposte in un giorno solo, e non gli si può rimproverare di aver dimenticato la sua terra. Vuole l'istituzione di un museo sulla produzione alimentare campana, un museo della pasta regionale, un museo enologico. E' il capitano di quelli che arrivano a Roma senza smettere di pensare alla propria stazione di partenza. Come Pina Castiello, di An, tempo fa massacrata in tv dalle Iene per i suoi vuoti di memoria su domande di cultura generale. Ora ha portato alla Camera la necessità di istituire ad Afragola un centro operativo della soprintendenza ai beni archeologici di Napoli e Caserta: non è difficile indovinare dov'è nata. Oppure Pasquale Giuliano, il più berlusconiano tra i politici di Caserta. Oltre che mettere nero su bianco una proposta di legge perché ogni neonato abbia subito un libretto di risparmio a proprio nome, trova intollerabile che la sua città non abbia una sezione distaccata del Tar, né uffici giudiziari, una corte d'appello, una corte d'assise d'appello e un tribunale per minorenni. Ecco perché ha pronte due belle leggi per porre riparo all'offesa, e insieme a lui le sostiene Barbara Contini, passata da governatore di Nassirya a difensore delle esigenze casertane.

Il guaio è che poi scoppiano le gelosie. Cosimo Izzo, avvocato di Airola, per non essere da meno, si batte in aula perché una sede del Tar possa insediarsi anche a Benevento. Non solo. Ha preparato pure un testo per l'istituzione dell'ordine di san Tommaso Moro, ovviamente - precisa - con relative onorificenze e una specifica giornata nazionale. Propone l'istituzione del parco nazionale Sannio Antico e lancia una lotteria abbinata alla manifestazione Benevento città-spettacolo. E' il richiamo delle radici. E' il potere dei bacini di voto. In provincia come nei salotti. Prendi Diana De Feo, la signora Fede appena approdata al Senato. Ha consegnato un'interrogazione al presidente Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni per sapere che ne è del progetto sulla videosorveglianza al Vomero e a Chiaia, parlando di «una città in balia di teppisti e rapinatori armati di coltelli o di armi da fuoco, nonostante la miracolosa sparizione della spazzatura dalla strada». Ma l'inclinazione alla difesa dell'interesse del borgo è bipartisan, se Tino Iannuzzi, segretario regionale del Pd, deputato salernitano, si presenta come firmatario di una proposta di legge per la valorizzazione dell'Abbazia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni. Poi ci sono quelli che viaggiano in direzione opposta. Sono stati candidati in Campania, ora presentano leggi che guardano altrove. Quelli che in campagna elettorale si chiamavano «paracadutati». Tipo Giulio Santagata, l'ex ministro di Prodi, con radici a Zocca come Vasco Rossi. Ha presentato un'iniziativa per la valorizzazione e la promozione della sfoglia emiliano-romagnola. Così si becca l'accusa di ingrato: prende i voti dei pizzaioli e pensa solo alla piadina.

E Andrea Sarubbi? Il telegiornalista cattolico che sul suo blog fa il pavone per essere stato inserito dalla rivista "A" fra i più sexy di Montecitorio, è il primo firmatario di una proposta per la tutela della scelta alimentare vegetariana. Da co-firmatario ne sostiene addirittura 33 tutte insieme. Come dire che gli viene voglia di una legge nuova ogni 3 giorni. Ma persino un'insospettabile come Alessandra Mussolini s'è staccata dal suo mondo. 'A sindachessa mancata s'è fatta avanti con una proposta di legge che vuole modificare lo statuto speciale della Valle d'Aosta a proposito dello studio della lingua. Mentre il dipietrista Franco Barbato e il rutelliano Donato Mosella si scoprono uniti nel sostenere la necessità delle celebrazioni del secondo centenario della nascita di Verdi, lo sviluppo del Festival di Parma e Busseto e la valorizzazione dell'opera verdiana. Ecco. Fortuna che c'è chi pensa anche alla cultura. Costantino Boffa immagina una legge con benefici fiscali per chi acquista opere di arte contemporanea. L'irpino Cosimo Sibilia s'è accodato alla proposta della pugliese Poli Bortone per la promozione, il sostegno e la valorizzazione della musica bandistica e folcloristica, mentre Vincenzo Nespoli ne ha una per la tutela dell'associazione dei difensori civici, i cui diritti umani devono sembrargli seriamente minacciati. Gli sprechi sono l'ossessione di Amedeo Laboccetta, che per risparmiare denaro pubblico vuole cancellare l'obbligo della pubblicazione delle sentenze sui quotidiani. Mentre il filosofo Eugenio Mazzarella e la giovane Pina Picierno trovano che sarebbe utile proibire le promozioni economiche sui libri, o meglio gli eccessi, mettendo un limite agli sconti, magari un tetto del 15 percento, al massimo del 20 in casi speciali. In sintonia con gli umori del Paese reale, nell'estate dei divieti.

(Repubblica Napoli, 26 agosto 2008)

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