sabato 6 ottobre 2007

Se Napoli-Juve si gioca senza Renzullo

Li trattano male. Non li riconoscono. Li prendono in giro. Ogni partita la stessa storia. Uno magari non l'immagina, ma certo è una fatica entrare al San Paolo per un consigliere comunale. Trovano sempre un controllore che al varco gli chiede di vedere un documento. Proprio a loro, «ben conosciuti in tutti gli ambienti della città tranne che all'ingresso dello stadio». Insolenti, questi addetti. «Irriguardosi, irrispettosi e offensivi», anzi «di rudi maniere» sia nella identificazione che nelle maleducate richieste. Ingresso autorità? Tribuna d' onore? Altro che. Questa è la sofferenza domenicale degli uomini eletti dalla città, messa per iscritto e timbrata col numero 1632/E al protocollo del "Servizio segreteria consigli e commissioni" come ordine del giorno da presentare appena possibile in aula. Un calvario raccontato in 21 righe, e chiuso dalla richiesta di «modificare il contratto con la società Calcio Napoli affinché siano prioritariamente rispettati i rappresentanti dell' assemblea cittadina concessionaria dell' impianto, che onorano con la propria presenza gli eventi sportivi». Come si fa a giocare Napoli-Juve senza Claudio Renzullo?


E meno male che non minacciano di restarsene a casa. Vuoi mettere l'emozione di vedere Cannavaro che marca Trezeguet sapendo che allo stadio c'è pure Raffaele Scala? Invece, scrivono i consiglieri, spuntano questi controllori che all'ingresso si permettono finanche di mettere «in dubbio la loro identità». Come fa Totò nel treno con Trombetta: onorevole lei, ma mi faccia il piacere. Per forza che poi finiscono «sovente dileggiati da spettatori e frequentatori "non politici" che rimarcano scherzosamente la sovranità di altre categorie, allo stadio, sulla "politica" cittadina». Il guaio serio è che devono accettare posti «di valenza secondaria, per lo più distribuiti illogicamente, a differenza - raccontano - di invitati di Regione, Provincia e "amici" della società, che spadroneggiano nella occupazione di posti privilegiati e di primo piano». Eh no, ora basta con questi privilegi a Regione e Provincia: il San Paolo è casa loro. Basta con la storia che bisogna avere uno dei 120 biglietti concessi dal Napoli. D'ora in avanti chiedono di entrare «mediante la semplice esibizione del tesserino identificativo, in posti centrali e in prima fila».

Un ordine del giorno serissimo. Ovviamente bipartisan. Non è bastato un solo foglio a contenere le firme. «Segue dietro», c'è scritto ai bordi. Raccontano che materialmente sia stato steso da Vincenzo Russo, della Margherita. «Anche dopo aver faticosamente superato il primo accesso, i consiglieri sono continuamente compulsati da altro personale aggressivo di controllo». Compulsati. E poi se la prendono con Grillo.

(Repubblica Napoli, 5 ottobre 2007)

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