sabato 3 luglio 2010

Gli scrittori dei Mondiali: Argentina-Germania

Per fare un gol in barba agli arbitri ci vuole il senso delle regole. Per fare un gol che sia drammatico ci vuole un gesto molto atletico. Per fare un gol ogni domenica ci vuole l'asso nella manica. Per farlo come Diego il 10, ci vuole una vita intera: non resterebbe il tempo per dire agli altri altri son stato yo
[Osvaldo Soriano, Per fare un gol]




Fu concesso un calcio rigore. Tutti gli spettatori corsero dietro la porta. Il portiere si domanda in quale angolo l'altro tirerà, disse Bloch. Se conosce il tiratore, sa quale angolo si sceglie di solito. Può darsi però che anche l'incaricato del calcio di rigore calcoli che il portiere ci pensa. Quindi il portiere pensa che oggi, per una volta, il pallone arriverà nell'altro angolo. Ma se il tiratore continuasse a pensare insieme al portiere e decidesse quindi di tirare nel solito angolo? E così via, e così via". 
Bloch vide che a poco a poco tutti i giocatori uscivano dall'area di rigore. L'incaricato del calcio di rigore si aggiustò il pallone. Poi arretrò anche lui fino a uscire dall'area di rigore. "Quando il tiratore prende la rincorsa, il portiere indica volontariamente col corpo, poco prima che il pallone sia calciato, la direzione in cui si getterà, e il tiratore può tranquillamento calciare nell'altra direzione", disse Bloch. "Il portiere avrebbe altrettante probabilità di sbarrare una porta con una pagliuzza". Improvvisamente il tiratore si mise a correre. Il portiere, che indossava un vistoso maglione giallo, rimase perfettamente immobile, e l'incaricato del calcio di rigore gli calciò il pallone nelle mani.
[Peter Handke, Prima del calcio di rigore]

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