mercoledì 26 maggio 2010

Lo specchio di Napoli e l'avvelenata di Cappuccio

Il monologo di Mimisa

Naples in the mirror forever. Napoli si è messa allo specchio e si è pisciata in faccia. Perché allo specchio Napoli ci è sempre stata e quando non le tornavano i cazzi suoi la colpa era dello specchio. Giorgi, vieni qua, dove vai? Prima mi domandi se ho letto Bukowski e poi fai la santarita contegnosa. Lo vedete come siete? Quando non vi sta bene, la colpa è dello specchio. Adesso vi specchio io, e se vi riconoscete e vi fate un poco schifo la colpa è mia. Ormai qua ci vengo due volte all'anno per vedere se la villa ai Camaldoli sta ancora all'impiedi. E allora dico io, sopportatemi. The moment is the moment. Ma che madonna vergine ci fate ancora qui? Se dovete campare come a Ginevra, venitevene a Ginevra. Mò vi credete che perché a via Caracciolo faranno una strada superfutura sotto il livello del mare allora siete diventate Londra? Vivete con l'oscurantismo della Svizzera senza le banche della Svizzera. Sentite a me, da qua se uno se ne va per tempo c'è l'occasione che rimane naturale. Se resta, si beve l'acqua del bidet dove si sciacqua. La città si è tirata come vi siete tirate voi. No, no, che c'entra, il lavoro in faccia ve l'hanno fatto bene. Come vi posso dire? Voi vi siete coperte l'età e Napoli si è coperta la storia. Tenete questa smania che volete essere giovani, sempre giovani, tenete la fissa che volete essere contemporanee come i musei dell'arte. Ma contemporanee di chi? Tutte queste mostre dell'avanguardia che non finisce mai, qualche volta sono pure belle, ma è un'avanguardia che dura da cento anni. E a chi parla più? Forse a uno che viene da Bucarest, forse a quello. Ma Napoli a Napoli che gli dice? E voi con la faccia smerigliata a sessant'anni a chi vi rivolgete? I mariti e gli amanti la sanno bene l'età. I giovani, gli avventizi, gli improbabili, quelli vi scansano come se avessero visto un carro al carnevale di Viareggio. E allora? E allora lo fate per lo specchio, e come Napoli state allo specchio notte e giorno per sputarvi in faccia senza prendervi il disturbo di rovinarvi il trucco. Gli specchi si sa, gli specchi nostri li puliscono le cameriere.

Ruggero Cappuccio, Fuoco su Napoli (Feltrinelli)

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