domenica 29 novembre 2009

E non mi danno neppure i guanti nuovi


"A Verdini e Berlusconi per candidarmi avevo chiesto tre cose: una squadra forte per vincere le elezioni e non l´ho avuta; l´autonomia politica rispetto al Pdl e di fatto non ce l´ho, avendo dovuto accettare dopo le elezioni di fare un gruppo unico Pdl-Lista Galli in consiglio comunale; la possibilità, se non fossi stato eletto, di riavere la mia indipendenza economica tornando a fare il lavoro di commentatore a Mediaset, e nemmeno in questo sono stato accontentato".

[Giovanni Galli, candidato sindaco a Firenze]

Vecchie cose dette su Giovanni Galli
E io mangio la bistecca e tu no
E comunque non le paravi mai

Per un po' meglio il rasoio elettrico

venerdì 27 novembre 2009

Xenosfera

Qualcuno ricorderà il giochetto di un anno fa del blog del vicino. Ora scopro attraverso Idefix che schiacciando il tasto in alto blog successivo, a noi italiani capitano solo blog italiani.

giovedì 26 novembre 2009

Roth, Baricco e la Fellatianschauung


Una si chiama Olivia, l'altra si chiama Andre. Con l'accento sulla A, "un nome che esiste solo per lei". La prima viene da un facoltoso sobborgo di Cleveland, è al secondo anno d'università, ce la raccontano pallida e snella, con capelli castani scuri "e con un modo di fare che m'intimidiva per come mi pareva distaccato e risoluto". Della seconda sappiamo che spunta da un mondo in cui suonano le corde della racchette da tennis quando colpiscono la palla, un mondo di case al mare o in montagna, fatto di lenzuola nere e volti abbronzati, di servitù, e poi sappiamo che è molto bella. Sappiamo che ha qualcosa di maschile. Porta i capelli lunghi, "con il furore di un indiano d'America" e "tutta la sua meraviglia è nel volto - il colore degli occhi, lo spigolo degli zigomi, la bocca".

mercoledì 25 novembre 2009

Non sanno quello che fanno


Non era un attacco a Tremonti. Ora Brunetta ce lo chiarisce. Quando gli dice, Tu non sei un economista, insomma non voleva fare polemica, ma soltanto ricordare che il ministro che si occupa di economia è un professore di scienza delle finanze e di diritto finanziario, e dunque un giurista; mentre lui, lui Brunetta che si occupa di pubblica amministrazione è un docente di politica finanziaria, e dunque un economista.
Brunetta voleva soltanto dire che se aggiungiamo questi due casi a un avvocato che si occupa di scuola, a una modella che si occupa di turismo, una soubrette che si occupa di pari oppurtunità, un laureato in giurisprudenza che si occupa di sanità, si fa fatica a trovare un ministro che stia al posto giusto. Questo voleva dire. Non era polemica.

lunedì 23 novembre 2009

L'insostenibile leggerezza di Trenitalia


Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, un giorno spalancò il cuore ai napoletani. "Il nostro obiettivo finale, quando l'Alta velocità andrà a regime, consiste nell'offrire un servizio che dia l'opportunità di andare a teatro a Roma e tornarsene a dormire a casa". Uau, pensarono i napoletani, che si appuntarono su un foglietto la promessa e la data della messa a regime, 13 dicembre 2009.

venerdì 20 novembre 2009

Dal fustino del Dash a Fazi Editore

In principio fu il fustino di detersivo. Signora io gliene offro due e lei mi dà il suo. Era un viaggio nel futuro, una ingenua sbirciata su quel che ci attendeva. Solo che sui fustini proposti nello scambio, veniva calata una patina anonima e bianca. Non si sapeva quali fossero. La signora della pubblicità alla fine si teneva il suo. Perché più bianco non si può.

mercoledì 11 novembre 2009

"Te lo stampi e te lo leggi in treno"

Sono terribilmente attratto dall'appena uscito Kindle e da certe sue possibili applicazioni, così come via via a ritroso sono stato terribilmente attratto da una lunga serie di oggetti che nei miei ricordi risalgono fino al Commodore 64, la tv a colori, il walk-man, il giochino delle due stecchette che tiravano la pallina da una parte all'altra dello schermo e Big Jim versione karate. Però ogni volta che proverò a spacciare come definitiva la supremazia del reading online, vi prego di ricordarmi queste 41 parole che compaiono sul Guardian in cima al pezzo su un vecchio match fra Ali e Inoki.

Warning: this piece is 4,000 words long. If you don't think you can get away with pretending to work while you read for that long, you might want to print it out and read it on the train home later
(in realtà secondo me le cose lunghissime si leggono meglio su schermo che su carta)

martedì 10 novembre 2009

Per nove ragazzi il muro cadde un anno dopo


Il muro non cadde per tutti, il 9 novembre dell'89.
Nove ragazzi tedeschi rimasero nel mondo in cui si trovavano per un anno ancora. Tutti insieme.
Thomas Bansch aveva 26 anni, oggi lavora nell'amministrazione penitenziaria della Germania. Hans Sennewald, 28 all'epoca, fa il commercialista. Thomas Woddow, ora che è quarantenne, si dedica come docente specializzato ai portatori d'handicap. Roland Schroeder vive ancora a Dresda, Andre Hache e Frank Pawlowski sono a Berlino. Michael Peters, che aveva 21 anni nel 1989, è titolare di un negozio di prodotti per surf e vela a Rostock. Lutz Thiede, 43, ingegnere del genio civile, da vent'anni non ha più contatti con gli altri 8 del gruppo d'allora. E poi c'è Peter Thiede, che nel giorno in cui cadde il muro salì sulla sua Trabant con la fidanzata Ines e l'amico Steffen per raggiungere la frontiera a Lubecca. "I doganieri ci diedero 100 marchi come regalo di benvenuto". Non erano lì per scappare all'ovest. "Facemmo un giro e tornammo a Rostock".

sabato 7 novembre 2009

Scusate, e Clint Eastwood dov'è?


A proposito delle liste di Eco, oggi il Times pubblica quella dei 100 film più belli degli anni Zero. L'ultima decade. Strampalata lista. Bello che ci sia uno 007 tra i primi 10, ma allora t'aspetti pure la giusta celebrazione dei gioielli d'animazione. Invece no. Ne scelgono pochi e li mettono in seconda fila, negli angolini di un elenco dove viceversa trovano il modo di inserire (sebbene al 100) il Diavolo veste Prada.
Gli italiani sono tre, tutti dopo il 50: La stanza del figlio, Le conseguenze dell'amore e Gomorra.
Ma certi buchi sono clamorosi.
In compenso stasera m'è venuta voglia di mettere a casa il dvd del film al numero 95.

> 90°: Brüno

Dopo il grande successo ottenuto al debutto con la recensione di Baarìa, torna Buildo, che apre una rubrica su questo blog. Ed essendo un angolo tutto suo, la rubrica si chiama Maggiore di 90 gradi.



Mi sforzo di capire qual è l’obiettivo di Sacha Baron Cohen. Non nella vita, non mi frega. Nel suo ultimo film: Brüno. Il primo – Borat – l’avevo visto e non visto. Solo tre quarti d’ora sbirciati su Sky Cinema, a film iniziato. E torno all’obiettivo di Sacha. Far ridere, e va bene. Poi? Disturbare? Ci riesce, con continuità ammirevole. Scandalizzare? Ci riesce meno, ma qui va perdonato: scandalizzare non è semplice. In fondo puoi scandalizzare con pochissimo alcuni, può non bastare praticamente nulla per altri. E poi che altro vuole? Spostare i confini del buon (o cattivo, come vi pare) gusto? Se Brüno saprà diventare un cult, può anche far suo qualche piatto del poker. Viceversa, lo scopo è ambizioso da morire.

venerdì 6 novembre 2009

Lucio Dalla, i rifiuti, i neoborbonici e Bassolino


L'ultimo disco di Lucio Dalla non è indimenticabile. Anzi è proprio brutto. Se si capisce come sia possibile che una vena si spenga, non è chiaro come accada che uno come lui stoni. Perché stona proprio: il disco si sente tutto qui. Il pezzo migliore sembra Broadway, che Dalla chiude con una frase in napoletano, Stateve ccà. E sempre a Napoli è dedicato il duetto con Toni Servillo, Fiuto, pezzo che gira intorno alla vicenda rifiuti. Ora. Lasciando perdere il delirio del movimento neoborbonico che invita a boicottare i concerti del bolognese che maggiormente ama Napoli, una cosa non è chiara: ma il Maramao della canzone è Bassolino?

top ten, ottobre







1. Kings of Convenience, Declaration of Dependence
2. Carmen Consoli, Elettra
3. Amy Millan, Masters of Burial
4. Rosanne Cash, The List
5. Memory Tapes, Seek Magic
6. Samuele Bersani, Manifesto abusivo
7. The Parlour Steps, Hidden Names
8. Russian Circles, Geneva
9. Editors, In this light and on this evening
10. Florence + The Machine, Lungs

E qui sotto la solita ottina di pezzi passati più spesso nell'emmepitre (tra cui Bear In Heaven e Bublé)

le twitter-lists del new york times


Il New York Times online ha dedicato un'intera sezione all'ultimo web-ingrippo, le liste di Twitter, che in sostanza - per come le vedo io - sono più o meno dei tubi dentro i quali ogni utente fa scorrere un flusso di twitter scelto in base al criterio che più gli piace.
Come dice Ezekiel possono essere usate come dei canali tematici. Infatti lui ne sta preparando una - attesissima - mettendo insieme, dentro lo stesso tubo-canale, i twitter degli utenti che danno notizie in tempo reale dall'Iran.
Il New York Times ne ha preparate a sua volta un bel po' su tutta una serie di argomenti.
E allora qui bisognerà attrezzarsi. Senza troppe pretese, eh. Per ora sono prove. State senza pensiero.

autobiografie: meandy

Le autobiografie più belle del web

In un aforisma di Chamfort, una madre offre al figlio della marmellata e il bambino dice "dammene troppa". No, non è il preludio di un' obesità infantile, in realtà è uno stile di vita. Bolognese quasi doc, eccelle nell'arte di fare le cose alla carlona.
[Meandy, Abaluus]

Non mi interessa vivere nel cuore degli italiani, preferisco vivere nel mio appartamento.
[la bio nel suo twitter]

giovedì 5 novembre 2009

Il calcio ai tempi del barone


Arrivò in Italia dicendo a suo padre che si sarebbe fermato un anno massimo due, invece è sepolto qui. Oggi sono due anni che Nils Liedholm manca al calcio. Fu il primo a comparire sulla copertina dell'album delle figurine dei giocatori. Aveva sposato una contessa e lo chiamavano Barone. Diceva cose che lasciavano a bocca aperta, figurarsi noi bambini. Una specie di Zeman prima di Zeman, e una specie di Boskov prima di Boskov. Ma più elegante. Fu lui a farmi innamorare di Antognoni senza neppure averlo visto giocare. Erano gli anni in cui allenava la Fiorentina. Al Guerin sportivo raccontò in un'intervista che aveva un giovane in grado di palleggiare in allenamento, attraversando tutto il campo da una porta all'altra, senza mai abbassare lo sguardo sulla palla. Liedholm lo chiamava il ragazzo che gioca guardando le stelle. Come oggi fa Montolivo.

Spostare lo sguardo

Tra le tante cose lette in giro sulla presenza del crocifisso in aula, quella in cui maggiormente mi specchio è stata scritta poco fa da Akille, che cerca di sforzarsi per ricordare se a suo tempo, nella sua scuola, il crocefisso ci fosse o no.
di certo non c'era la palestra

mercoledì 4 novembre 2009

ninì, lily e francesco

Un Lost al Sole. Riassunto delle puntate precedenti
I primi quattro episodi della seconda stagione >>>
Tutta la prima stagione >>>

Il quinto episodio della seconda stagione
Ninì o Lily, Lily o Ninì. Se è vero che Ott aveva affidato il suo libro da tradurre alla signora Cangiano, adesso l'incontro con madame Tirabusceaux rimetteva tutto in gioco. Alla fine Ott prese una decisione. Tornò nel laboratorio e si fece restituire il volume. Lily non c'era, il suo assistente Rocky Roberts mormorò sono tremendo e ordinò alla ragazza delle pulizie di arrampicarsi sugli scaffali. Rocky la chiamò: Adrianaaa, Adrianaaa. Ma Adriana aveva mal di schiena. Se salgo lassù, mi spiezzo in due. Ott allora fece da solo. Prese il volume e se ne andò. Voleva solo correre da Ninì. Giunse alla porta di casa sua, bussò, e aprì un uomo. Ott ne fu spiazzato. Lei è? Sono il marito della signora Tirabusceaux. Il turzo. Quello che si faceva cosere il vestito. Ma a sentir lui, la vera storia era un'altra. L'uomo cominciò a raccontare. Un lungo sfogo che fissava l'inizio della sua disgrazia nel giorno del loro incontro. La guardai e mi innamorai. Lei mi guardò e mi disse: piaci anche a me. Una menzogna. Se lei mi amasse davvero, non mi esporrebbe a certe figuracce. Non mi taglierebbe i bordi del cappello, non mi infilerebbe del pane secco nella tasca della giacca, non mi straccerebbe il collo della camicia. E' una infame. Abusa della mia mitezza. Se vedesse e se sapesse cosa c'è dentro il mio cuore, si chiederebbe cosa sta facendo. Ma sul cuore lei ha uno strato di peli. Se mi amasse davvero, non mi farebbe prendere in giro dalla gente, non mi tirerebbe i peli dalle orecchie, non mi infilerrebbe la neve nella giacca e non mi scioglierebbe la lacca in testa.
Giunse alla fine con gli occhi lucidi. Un'infame, lo ripeto. E poi? E poi l'altro giorno, che vergogna, torno a casa e la trovo spettinata, abbracciata con un altro uomo. Si giustificò tentando di farmi credere che lui fosse lì per una terapia di coppia. Se mi volesse davvero bene, non mi metterebbe la colla nel pantalone né mi scriverebbe con del gesso dietro al cappotto che sono fesso.

Si ricompose, si scusò e disse a Ott, Non mi sono neppure presentato, mi perdoni, piacere, mi chiamo Francesco Formaggio, per gli amici Ciccio.

Elettra e Carmen


Qui s'era detto che Samuele Bersani aveva tirato fuori il disco italiano più bello del 2009. Cancelliamo tutto. Reset. Era vero, adesso non più. Perché è arrivata Carmen Consoli. E' arrivato Elettra. Se questo disco giungesse dall'America, dall'Inghilterra o dal Canada, tutt'intorno ci sarebbe probabilmente un ruggito di consensi.

martedì 3 novembre 2009

Sindrome Timi

Filippo Timi ha dato un'intervista molto bella all'Espresso, dove peraltro su rivalità e competizione dice:
Non capisco quelli che pensano: se va bene a te, può andare male a me. Non mi metto in conflitto, però spingo in su. Sulla scena più il tuo partner è bravo, più tu sei bravo. Sprecare energia per dimostrare che sei il più bravo è una sciocchezza: se cade lui, cadi anche tu.

update L'intervista è ora online qui

lunedì 2 novembre 2009

Angelo, del rione Monti


Per una clamorosa coincidenza tra il post di Numero22 e certi commossi manifesti commemorativi visti nel rione Monti a Roma in memoria di un uomo che si chiamava come me, che dormiva nella zona in cui dormo io, morto nel giorno del mio compleanno, mi sono messo a saperne di più.
La straordinaria storia di Angelo Pagotto, il barbone del rione Monti, è raccontata sul blog di Luigi Accattoli:

domenica 1 novembre 2009

L'ultimo sogno

Se dovessi inventarmi il sogno
del mio amore per te
penserei a un saluto
di baci focosi
alla veduta di un orizzonte spaccato
e a un cane
che si lecca le ferite
sotto il tavolo.
Non vedo niente però
nel nostro amore
che sia l'assoluto di un abbraccio gioioso
[alda merini, sogno d'amore]

Una complessa questione teologica


- Papà
- Sì?
- I dinosauri si sono estinti, vero?
- Sì
- Come mai?
- Pare che un asteroide abbia colpito la Terra
- E li ha centrati tutti?
- No. Non per questo. Sono morti perché si modificò il clima del pianeta.
- E' successo prima che nascessi io?
- Be', certo, tu hai 5 anni. E' successo 65 milioni di anni fa.
- Cioè. Gesù non era ancora nato?
- No. Non era ancora nato.
- E Dio? Dio era nato?