giovedì 26 novembre 2009

Roth, Baricco e la Fellatianschauung


Una si chiama Olivia, l'altra si chiama Andre. Con l'accento sulla A, "un nome che esiste solo per lei". La prima viene da un facoltoso sobborgo di Cleveland, è al secondo anno d'università, ce la raccontano pallida e snella, con capelli castani scuri "e con un modo di fare che m'intimidiva per come mi pareva distaccato e risoluto". Della seconda sappiamo che spunta da un mondo in cui suonano le corde della racchette da tennis quando colpiscono la palla, un mondo di case al mare o in montagna, fatto di lenzuola nere e volti abbronzati, di servitù, e poi sappiamo che è molto bella. Sappiamo che ha qualcosa di maschile. Porta i capelli lunghi, "con il furore di un indiano d'America" e "tutta la sua meraviglia è nel volto - il colore degli occhi, lo spigolo degli zigomi, la bocca".
La bocca. Ecco. Pure quella di Olivia, che di cognome fa Hutton, non passa inosservata, "quant'era pieno il suo labbro superiore e come sporgeva in modo provocante quando pronunciava certe parole, parole che iniziavano con m o w, wh, s, sh, come nella banale espressione inglese sure, che Olivia pronunciava come se rimasse come purr, mentre io la pronunciavo come cure".

Io sarebbe Marcus Messner, giovanotto di Newark, compagno di studi di Olivia al Winesburg College. Marcus è la voce narrante in Indignazione di Roth. L'altro io, quello di Andre, non ha un nome. Così mi pare. Ne hanno i suoi amici: Luca, Bobby e Il Santo, compagni di band. Una band particolare. Di quelle che suonano in chiesa per le messe, ed Io è la voce narrante di Baricco in Emmaus.

Dunque abbiamo Roth e Baricco, Olivia e Andre, Marcus e Io. Tutti insieme avvolti intorno a un grande tema. Il Marcus di Roth lo chiama "il terribile incomprensibile modo in cui le scelte più accidentali, più banali, addirittura più comiche, producono gli esiti più sproporzionati". Niente spoiler, tranquilli. L'Io di Baricco invece stava "pensando che non abbiamo nessuna possibilità di capire nulla, di niente, in nessun momento. Dei nostri genitori, dei nostri figli - forse di tutto". Niente spoiler pure qui, ma va detto come entrambi giungano a questa certezza finale. Il sesso. Anzi. Un pompixxno, scritto così nel cortile non per bigotteria, ma per evitare che dai motori di ricerca arrivi qui gente che poi resta delusa. E' il mondo che cambia dopo un pompixxno.

Markus lo vive. "Ero talmente sorpreso che ero rimasto seduto immobile con la schiena dritta e gli occhi fissi sulla sua testa che si muoveva nel mio grembo, come se stessi osservando qualcuno che faceva quella cosa a un altro, non a me". Immagine che gli parrà una foto sporca. "Ero ipnotizzato tanto dalla complicità di Olivia quanto dalla diligenza e concentrazione con cui si applicava al suo compito". Markus legge il mondo cambiato dal pompixxno di Olivia con una sensibilità filtrata dalla cultura ebraica.

L'Io di Baricco leggerà il mondo cambiato da un pompixxno di Andre, nel suo caso vissuto da spettatore, con le lenti della cultura cattolica. "Lei si chinò, infilando la testa fra il volante e il petto del ragazzo: che rideva, intanto, e guardava davanti a sé. C'era la portiera che copriva tutto, ovvio, ma ogni tanto si vedeva dal finestrino la testa di lei che si sollevava - dava uno sguardo fuori, secondo un ritmo tutto suo. Una di quelle volte lui le mise una mano sulla testa per spingergliela di nuovo giù, ma Andre la scostò via con un gesto rabbioso - e urlò qualcosa [...] Era proprio un pompixxno, disse poi Bobby, che sapeva cos'era".

Che sapeva cos'era. Fermiamoci un momento qua.

Sia per Markus sia per la band di Io, il sesso è il terreno su cui si gioca una vera guerra dei mondi. Noi di qua, loro di là. Lui ebreo, Olivia una gentile. Lui cattolico, Andre... Andre cosa? Andre diversa dalle ragazze dal gruppo. E dunque incomprensione, attrazione, scontro, conseguenze. Indignazione ed Emmaus hanno in penombra un filo simile. Suggestivo. Non si può farne una colpa a Baricco, che scrive dopo Roth. Ma in ogni caso, pur volendo, Baricco si svincola dall'obiezione attraverso l'uso di un italiano elegante e ambizioso, provando quando può e di certo ogni volta che serve, a smarcarsi dal registro della prosa più pigra per darsi a cadenze liriche ("Stava nei suoi movimenti, totale - un corpo"), cadenze che sono tra le cose più belle del romanzo: "Ma lei appare antica, tanto conosce, di ogni stare, le sfumature, per istinto"; oppure "Era come di uccelli dopo uno sparo, ognuno a volare largo, aspettando il tempo di ridiventare stormo".

Due storie che dicono quanto è difficile davvero vedere. E capire. Romanzi di formazione forse, e di perdizione. certo. E forse ora abbiamo pure la Fellatianschauung.

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