mercoledì 4 novembre 2009

Elettra e Carmen


Qui s'era detto che Samuele Bersani aveva tirato fuori il disco italiano più bello del 2009. Cancelliamo tutto. Reset. Era vero, adesso non più. Perché è arrivata Carmen Consoli. E' arrivato Elettra. Se questo disco giungesse dall'America, dall'Inghilterra o dal Canada, tutt'intorno ci sarebbe probabilmente un ruggito di consensi.


Non è solo il capolavoro della Consoli, ma un capolavoro in senso assoluto. Il tempo metterà questo disco tra i monumenti della musica italiana di tutti i tempi, vicino alle vette raggiunte da De Andrè. E' tutto terribilmente sempre indovinato. C'è il violoncello quando deve entrare il violoncello, i testi baciati dalla grazia, e non c'è neppure traccia di quelle rincorse di fiato per far coincidere le parole con la melodia (alla Bennato), tipiche di Carmen Consoli e forse segno di un'acerbità d'autore lasciata alle spalle; ci sono le sincopi (del resto come Bersani), sì, ma quelle sono magnifiche.
Un disco che strega per forza anche chi non s'è mai scaldato per la cantantessa. Sicuro. Elegante, raffinato, mai cerebrale né ostico, suonato da padreterni. E poi c'è tanto sapore di Sicilia, ma tanto tanto. Perciò l'estate prossima si va lì. Diciamo Palermo-Agrigento-San Vito Lo Capo. Deciso.
Siccome il singolo si sente un po' dovunque, nel cortile ci spariamo Col nome giusto, dove si fa naufragio tra la lontananza che è come il vento e certe fiamme covate sotto la cenere.
spero che un giorno smetterai di fare confusione tra il dolore, il piacere, la paura ed il bisogno di ferire, son certa che un giorno chiameremo tutto questo col nome giusto e ritrovata serenità












1 commento:

inattesa ha detto...

un disco che tiene caldo e fa compagnia. davvero bellissimo.