domenica 28 marzo 2010

L'ultima notte del governatore

stream of bassolinousness

Sedici anni e quattro mesi. I giorni li ho contati tutti. Gliel'ho detto pure al direttore del Mattino. Sono sereno. Anche se stanotte non riesco a prendere sonno, va' capisci perché. Non c'è un mio erede in campo. Non è tensione, non è rimpianto. Sereno. Nessuno dei miei sarà esposto alle rivincite degli avversari. Hanno tutti delle garanzie. Non li ho lasciati. Non li ho traditi. Semmai, ma non lo ammetterò con nessuno, in cuor mio sono stati loro a tradire me. Mi hanno tradito nel non tradirmi. Mi sarei divertito se un giovane avesse preso in mano il pallino dicendo: ora vi faccio ballare. Ho sperato di trovare lungo la strada uno che avesse il coraggio di sfidarmi. Di uccidere il padre. Cercavo un Bruto in mezzo a un branco di Ottaviani. Per questo non ci sono miei eredi in campo. Perché non esistono eredi di Antonio Bassolino.
L'hanno chiamato rinascimento napoletano. Oggi lo negano, allora lo giuravano. Non lo era, ma non per i motivi che dicono loro. Il rinascimento cosa fece? Le principali città-stato ebbero un'espansione, fecero nascere stati regionali. Questo non è successo. Io non ho fatto il rinascimento. Io ho fatto l'impero (*).

Io sono stato Augusto, e ho avuto intorno a me gli Orazio, i Livio, i Virgilio. Io sono stato Tito e Domiziano: l'auditorium di Ravello è il mio Colosseo. Io sono stato Traiano: la metropolitana è il mio arco di trionfo. Io sono stato Marco Aurelio: ho rifatto piazza Plebiscito e la villa comunale. Io sono stato Diocleziano: le mie decisioni non erano quelle del potere di Roma. Io sono stato Massenzio: leggende, icone, Piedigrotta, l'ampolla di san Gennaro. Io sono stato Romolo Augusto, anzi lo sono. Adesso, stanotte, qui. E' l'ultima notte dell'imperatore, altro che governatore. Io non ho fatto il rinascimento. Io ho fatto il sacro napoletano impero. Dall'inizio alla fine in un uomo solo. Non ho fatto il rinascimento, ma lo farò. Lascia che passi qualche anno di medio evo. Il medio evo farà chiarezza. Gliel'ho detto al Mattino: più passerà il tempo più si vedranno le cose importanti realizzate. C'è da aspettare. Aspetterò. Ho dato una speranza a Napoli quando Napoli ne chiedeva una. Io non ho fatto il rinascimento, ma voglio farlo. Le città-stato fecero nascere stati regionali. Napoli e la Campania faranno nascere un grande sud. Ecco a cosa devo dedicarmi adesso. E poi voglio scrivere. Un libro su quest'esperienza. Io che sarò Adriano e la Yourcenar di me stesso. Al Mattino l'ho detto. Titolo: Napoli, Italia.

In realtà mi piacerebbe un'altra cosa. Non lo sa nessuno, e nessuno lo deve sapere. Un romanzo. Tipo quel Fatherland di qualche anno fa. O Il Complotto contro l'America di Roth. Vorrei saper scrivere una cosa così. Un romanzo su come sarebbe stata Napoli se le elezioni del '93 le avesse vinte Alessandra Mussolini. La sindachessa, chissà se come titolo funziona, tu che ne pensi?, ma mi stai sentendo? Lei che vince, io che torno in parlamento e lavoro per il partito. Il G7 a Napoli viene annullato perché Clinton e gli altri si rifiutano di stringere la mano alla nipote del Duce, eravamo ancora nel '93 ed è credibile. Napoli pare isolata, ma lei punta sull'orgoglio. Mette in pratica il suo programma, anche quella cosa del casinò a Nisida. Si fa. E a Napoli, non a Parigi, si fa pure Eurodisney. Così aumenta la sua popolarità, tanto che rivince 4 anni dopo e vincerà pure nel 2001 alla Regione, quando all'improvviso scoppia l'emergenza rifiuti. A quel punto, sono io che da Roma... ma non ti racconto tutto, vedrai, vedrai. La trama ce l'ho tutta in mente. Anche il finale.

Solo una cosa mi secca. Dovere avere ancora a che fare col correttore automatico di Word. E' dal '93 che mi terrorizza. Ho vissuto con questo incubo. Con la paura che in qualche atto ufficiale, in un documento, una delibera di giunta o un comunicato stampa, il correttore automatico facesse lo scherzo che di solito fa al mio cognome, e che nessuno dello staff se ne accorgesse in tempo. Una piccola debolezza. Infatti la sto confessando solo ora a te, adesso, stanotte. Non ho temuto nessuno: Gava, De Lorenzo, Di Donato, De Mita, Berlusconi, Veltroni, D'Alema. Nessuno. Domani mattina si vota, e si chiude questa lunga storia. Che storia che è stata, mamma mia. Ho guardato negli occhi i miei avversari e li ho battuti. Uno a uno. Ma stanotte posso dirtelo. In 16 anni e 4 mesi al governo ho avuto sempre una paura sola, la paura fottuta di quel correttore automatico. Io che sono stato Antonio Sassolino.

(*) si ringrazia l'autorevole buildo per lo spunto

1 commento:

Brian63 ha detto...

...l'ho letto ora, è straordinario... :)